Il dramma dell’economia corre all’impazzata come il numero dei contagi di covid in Italia. “Chiuderemo in 110mila”, l’allarme di Confesercenti restituisce il clima di paura per il futuro che investe le categorie che in questa fase stanno pagando il prezzo delle restrizioni.
Il governo studia nuove misure che dovrebbero arrivare forse anche già domenica sera. Un Dpcm anticipato per Giuseppe Conte, rispetto alle previsioni, sollecitato dai dati con i positivi al covid che sfiorano quasi i 20mila al giorno, e il timore che la rete sanitaria non regga all’impatto, a cominciare dal sud, dalla Campania diventata teatro di scontro nella notte scorsa nelle strade. Vincenzo De Luca ieri ha chiesto al governo un lockdown, i contagi nella sua regione sono altissimi, e ha detto in un messaggio video che in caso contrario la regione si attrezzerà da sola. E già è partito il coprifuoco, come nel Lazio. La reazione è stata quella della protesta. Commercianti da una parte in strada, ieri sera, per le vie di Napoli, e poi gruppi che hanno trasformato la protesta in guerriglia con bombe carta contro la sede della Regione Campania e scontri con la polizia.
Un clima sociale rovente che certo Conte non può ignorare. Ma non può nemmeno continuare a demandare alle regioni decisioni così importanti con difformità poi sul territorio nazionale. A quanto pare sul tavolo in queste ore ci sono diverse opzioni: il coprifuoco in tutta Italia, ma si discute sugli orari, chiusura dei centri commerciali nel week end, e in generale un semi lockdown per cui si esce solo per andare a scuola, a lavoro e per fare la spesa. Si capirà già domenica in che direzione andrà il Governo.
Di certo qualsiasi misura sarà messa nero su bianco nel prossimo decreto, lo Stato dovrà sostenere le categorie, come i ristoratori, che rischiano di collassare di fronte alle ulteriori strette.
Le nuove disposizioni per il contenimento del Covid-19 provocheranno una ulteriore riduzione di circa 5,8 miliardi di euro di consumi delle famiglie e potrebbero causare la chiusura di altre 20mila attività, portando da 90 a 110mila le cessazioni di impresa previste quest’anno. Questo è l’allarme di Confesercenti secondo cui nell’ipotesi che le chiusure siano imposte anche per la prima settimana di novembre, la riduzione complessiva della spesa delle famiglie per il 2020 potrebbe raggiungere i 95,8 miliardi di euro anche con il ritorno alla normalità in occasione delle festività natalizie . “L’aver evitato il lockdown totale è un fatto positivo – dice Patrizia De Luise, presidente nazionale di Confesercenti – ma le restrizioni imposte potrebbero comunque avere ripercussioni drammatiche sulle imprese, in particolare nei comparti colpiti in maniera diretta dalle nuove limitazioni”.