La tesi di fondo è che ci sia una manovra di Marco Vincenzi, presidente dei consiglieri regionali del Pd, per piegare Guidonia Montecelio agli interessi di Tivoli. Non è una teoria nuova, negli anni ha assunto diverse pieghe e sfumature, ma il rapporto tra le due città confinanti è stata stata complessa. Alle porte di Roma, con quartieri che sono periferia della periferia romana, da una parte c’è Guidonia Montecelio, quasi 100mila abitanti, nove quartieri con altrettante diverse esigenze e criticità, ferite ambientali (discarica più impianto dei rifiuti con vista sul Parco dell’Inviolata esistente solo sulla carta), tante possibilità inespresse e problemi invece che si sommano. L’amministrazione cinque stelle guidata da Michel Barbet, un po’ come la Raggi, resiste a tutti gli scossoni, esterni e interni, tanto più oggi con la pandemia e l’emergenza. Dall’altra parte del confine c’è Tivoli, le Ville patrimonio dell’Unesco, percorsi turistici, sembra così bello anche se poi il turismo è in crisi nera, anche a prescindere dal covid, il dopo Barberini è stato grigio e dimesso, e il sogno del civismo guidato da Giuseppe Proietti è in una chiara parabola discendente. Una profezia che si avvera, a sentire quanti criticavano le scelte di Proietti di allargare la sua maggioranza. Fatto sta che oggi il tavolo trema, con le fibrillazioni e gli scossoni di una qualsiasi maggioranza guidata dai partiti. Ma Tivoli è anche la patria di Marco Vincenzi. Ex sindaco oggi consigliere regionale. Il decisionista Vincenzi. Persino Eligio Rubeis, dal Palazzo di Guidonia, quando nei primi anni, prima della valanga giudiziaria, inaugurava opere, litigava con la regione, insomma, decideva, ecco per Rubeis il modello Vincenzi era un esempio politicamente parlando, seppure da fronti opposti, uno nel Pd, Rubeis da Forza Italia.
Fatto sta che quando si muove qualcosa sui tavoli regionali che riguarda l’asse Guidonia – Tivoli, tutti gli indizi portano a Vincenzi. È il politico di riferimento, non c’è niente da fare (per amici e nemici). Così succede che il consigliere regionale Valerio Novelli dei cinque stelle, made in Fonte Nuova, si faccia promotore di una proposta di legge che proprio oggi si incardina in commissione regionale. Novelli vuole ampliare il parco dell’Inviolata, quello che è stato tagliato e tartassato in ogni modo anche di recente, con il via libera all’impianto dei rifiuti. Novelli lo ha detto chiaro e tondo che l’idea piace alla maggioranza che governa la regione. L’idea fa saltare dalla sedia il centrodestra di Guidonia.
Vale la pena aprire una parentesi. Che le forze politiche della terza città del Lazio escano con una posizione unitaria non è scontato. Il passato è burrascoso dopo l’esperienza finita male della seconda Giunta mandata a casa a suon di arresti, e i protagonisti in campo oggi si guardano con una certa diffidenza. Vogliono marciare uniti verso le prossime elezioni e vincerle, ma sul come ci sono idee diverse e scenari ad alto tasso di complessità. Ma le prove in corso maturano così, anche con note stampa partorite in ore di confronti in chat, fino ad ottenere la firma di tutti: il capo della Lega Alessandro Messa, la capogruppo Arianna Cacioni, il coordinatore di Fdi Mario Pozzi con la consigliera Giovanna Ammaturo e il coordinatore di Forza Italia Maurizio Massini.
Tutti insieme per dire che la mano della Regione, cioè di Vincenzi, su Guidonia porterà a un esito “fatale” per lo sviluppo socio economico della terza città del Lazio. “Ci riferiamo, in particolare ma non soltanto, alla proposta di legge di modifica del perimetro del parco archeologico e naturalistico dell’Inviolata di circa 1200 ettari, fino a portare la riserva a 1800 ettari, incorporando in tutti i punti cardinali i centri abitati. Si tratta di scelte impattanti per le comunità locali – dicono dal centrodestra – che a nostro avviso non hanno avuto la giusta riflessione e che modificano la vocazione industriale di molte di quelle aree già prevista dal Ptpg (piano territoriale provinciale generale) della Regione Lazio. Ci viene spontaneo chiederci chi abbia assunto le decisioni e a quale fine, non credendo i grillini alla guida del governo cittadino, capaci di valutare, nell’insieme, la gravità delle ripercussioni che tali interventi comporteranno sulla crescita di Guidonia. Ci viene più facile pensare che le decisioni siano state veicolate in ambiti sovracomunali, precisamente alla Pisana dal capogruppo del Partito democratico Marco Vincenzi”.
Obiettivo – secondo la tesi del centrodestra – “rendere la città di Guidonia subalterna alla vicina Tivoli e ad altri territori dove Vincenzi coltiva da anni le ambizioni elettorali”. In questa ottica leggono altre mosse, come “l’ampliamento del sito di interesse comunitario della Piana dei Travertini”, che annulleranno le possibilità di sviluppo di Guidonia. “Non vorremmo essere premonitori di cattivi presagi, ma tutte queste scelte scellerate, operate con la complicità sciocca dei 5Stelle, vanno nella direzione di favorire quegli stessi insediamenti all’interno del territorio del comune di Tivoli, praticamente uno scippo. Ora abbiamo finalmente capito che Tivoli avrà il raddoppio della ferrovia, una ritrovata centralità territoriale nella nuova Stazione di Tivoli Terme, una viabilità di collegamento già disponibile nei progetti di sviluppo del futuro Polo logistico previsto nell’area di Stacchini e dell’ospedale, solo nel nome di Guidonia perché se realizzato sorgerà sul territorio del comune di Tivoli. Abbiamo anche capito dagli sciocchi 5Stelle locali, che la prospettiva comunemente condivisa con il Pd alla Regione Lazio è nella funzionalità delle imminenti alleanze elettorali, che vogliono trasformare la nostra città nella brutta periferia di Tivoli, territorialmente subalterna, privata di ogni progetto di sviluppo e di crescita sociale e economica. Un film già visto nei decenni passati, girato con gli accoliti piddini guidoniani ancora nel ruolo di comparse insignificanti. Come Centrodestra diciamo no a tutto questo. Giù le mani da Guidonia”.