Unite dal Rinascimento ma divise su Orietta Berti, le Charmonie sono la formazione che da Vicovaro, nel cuore della Valle dell’Aniene, ha reso la polifonia una questione molto pop, con uno stile preciso che ha affascinato da Tivoli e Varese. Rita Gentili e le gemelle Sara e Silvia Narzisi, un trio che canta Elisa facendoci sognare altri tempi solo grazie alla vibrazione delle voci, alla costruzione di armonie indimenticabili. Grinta, buon umore, e la passione spropositata per la musica sono le caratteristiche che uniscono un’imprenditrice, un medico e una insegnante di matematica che si sono spinte in questa avventura musicale iniziata con Poker Rosa. Allora erano in quattro, poi è arrivata la composizione definitiva e il nuovo nome, Charmonie con un live il 25 maggio 2019 dal titolo “Quello che le donne non dicono”.
Rita e Sara sono “le penne”, Silvia si occupa di tutta la parte musicale. Hanno gusti musicali che spaziano, guai a parlare della hit del momento di Fedez, Berti e Lauro perché hanno argomenti da talk show ma da Albano al rock sanno trovare la loro strada grazie a uno stile poco conosciuto che ha incantato il pubblico. E pensare che tutto è iniziato dalla corale di Vicovaro e da una telefonata in cui Rita ha detto, “ho un’idea facciamo un trio vocale”.
“La nostra idea iniziale era di rendere la polifonia pop – racconta Silvia – poi man mano i progetti hanno definito lo stile. Serviva un’armonizzazione a tre, venendo dalla polifonica rinascimentale conoscevamo bene la figura del contrappunto: ognuna di noi canta una melodia che poi messe insieme formano accordi e passaggi armonici”.
In pochi anni tanto studio, “prendiamo lezioni di canto professionista e continueremo a farlo” dice Rita, ed emozioni sempre più forti. “La più grande lo spettacolo con il copione scritto da noi di otto inediti”, aggiunge Sara, “una vera crescita personale”. Il punto di svolta nel percorso artistico delle Charmonie è arrivato il 14 settembre del 2019 quando si esibiscono, grazie al Comune di Tivoli, alla riapertura della Rocca Pia. Per la prima volta si occupano anche di interagire con il pubblico non solo con la musica. “Ci siamo presentate con un concerto totalmente a cappella” e da lì è cambiato tutto, perché c’è stata una bellissima reazione del pubblico, un incitamento a insistere su quel cammino.
“Non ci siamo mai fermate – dice Sara – e mai siamo tornate indietro. Ci siamo poste obiettivi e abbiamo i nostri sogni. Il primo è quello di cantare all’Auditorium Parco della Musica”. E pensare che un incontro c’è già stato con chi poteva fare scouting quando a Roma cantavano in strada vestite anni ’50, “ma allora ancora non eravamo pronte”. Una passione che ha richiesto impegno e dedizione, dietro infatti c’è tanto lavoro, non solo le prove che arrivano a essere tre a settimana quando si è sotto esibizione, ma lo studio e la parte delle pubbliche relazioni.
L’atteggiamento positivo non le ha abbandonate con l’arrivo della pandemia che ha messo in ginocchio il settore musicale escludendo la possibilità degli spettacoli dal vivo per un anno. “Abbiamo approfittato di questo periodo per valorizzare aspetti della nostra produzione musicale come i video”, spiega Sara ricordando gli eventi in streaming come il concerto di Natale. Non solo. “In questo anno abbiamo arricchito gli arrangiamenti – aggiunge Silvia – sperimentando la possibilità di avvalerci di diversi collaboratori”.
Proprio in queste settimane poi, finalmente, la prima uscita dal vivo a Varese per un festival dedicato alla musica corale che ha visto la partecipazione di musicisti da tutta Italia. Una trasferta piena di piacevoli incontri, “come quello con Giorgio il conducente con cui siamo diventate amiche”, senza contare gli organizzatori “stupendi accomunati dal grande amore per la musica”. Un’esperienza ricca di emozioni, “come l’open singing insieme al coro degli alpini” ricorda Silvia, “da brividi”.
E adesso? Un progetto importante in cantiere e un sogno. “Stiamo realizzando uno spettacolo di cui curiamo testi e musica e che andrà in scena il 9 ottobre al Giuseppetti di Tivoli – dice Rita – sulla figura di Giuseppe Cognata, il monsignore che sarà beatificato”. Si tratta del vescovo morto il 22 luglio del 1972 in Calabria e le cui spoglie riposano nella casa generalizia delle Suore Salesiane Oblate del Sacro Cuore a Tivoli, una vita difficile, un perseguitato. “Noi saremo le prime a raccontarlo in uno spettacolo musicale in cui canteremo in polifonia con l’orchestrazione e la partecipazione di un attore, e di speciali scenografie”.
L’altra iniziativa delle Charmonie per ora è solo un progetto. “Vorremmo organizzare una rassegna di musica corale con il Comune di Tivoli coinvolgendo gruppi da tutta Italia all’interno delle location uniche che offre la città, come il cortile interno della Rocca Pia, piazza Campitelli, la chiesa Santa Maria Maggiore, il Santuario di Ercole Vincitore”. Un’occasione per portare un po’ di magia in questa fase di ripresa in cui anche la musica ha bisogno di volare.
Bellissime armonie cromatiche espresse con un connubio di voci molto performante. Da seguire.