“Mostrami il tuo sorriso”. Cantano così a squarciagola in tedesco durante la marcia: sono 15mila negazionisti del covid che hanno manifestato a fine luglio a Berlino. Un serpentone di gente, senza mascherine e distanza di sicurezza, si è mosso per le strade del centro fino alla Porta di Brandeburgo. Una miscela di sapori, l’estrema destra al canto di “siamo noi la seconda ondata”, i no-vax, e quelli che credono che il coronavirus sia una manovra dei poteri forti per privare i cittadini delle libertà fondamentali. I cospirazionisti. Una incredibile miscela, anzi, visto che i manifestanti – come ha riportato l’Associated Press – hanno dichiarato la fine della pandemia mentre in Germania si contavano mille contagi al giorno. Una pazza estate per i negazionisti, per dirla così, che aveva avuto qualche accenno anche in Italia con i gilet arancioni di Antonio Pappalardo. Anche lì polemiche, fiumi di reazioni sui social.
La marcia tedesca è stata l’esempio concreto del paradosso del negazionismo del 2020. Si utilizza di solito questo termine quando gruppi e singoli negano, appunto, degli accadimenti storici, operando un’azione di revisionismo. Portano avanti le proprie tesi anche se i fatti sono ultra documentati. Qualche esempio? Ce ne sono un’infinità, i negazionisti dello sbarco sulla Luna sono un must. Ad accomunare tutti è il fatto che la negazione avvenga al passato. Con il coronavirus, il negazionismo invece è andato oltre. Si negano fatti che stanno accadendo ora, verificabili attraverso qualsiasi fonte, affacciandosi alla finestra, parlando con il nostro amico medico, con le troppe persone che hanno un lutto in casa. In questo quadro a Berlino è andata in scena una “giornata della libertà”, mentre nelle stesse ore la situazione in larghe parti d’Europa era preoccupante, e i contagi in Germania in salita.
“Siamo rumorosi, perché la nostra libertà viene rubata” e ancora “la maschera è la stella ebraica nazista dei non vaccinati”, gli slogan durante la sfilata. L’iniziativa in Germania (sciolta poi dalla polizia) è diventata bersaglio di critiche da parte di diverse parti politiche e i manifestanti sono stati bollati come covidiots dal socialdemocratico Saskia Esken, alleato minoritario della coalizione di governo con i conservatori di Angela Merkel. E così covidiots in un lampo è balzato in cima ai trend di twitter anche in Italia. Contro i covidiots si sono riversati migliaia di tweet. In mezzo anche chi ha chiesto di prendere esempio dai tedeschi ma in poche ore l’hashtag è andato oltre la marcia di Berlino, ed è stato utilizzato dagli utenti per sottolineare i comportamenti di chi, ogni giorno, in Italia, contravvenendo alle regole del distanziamento e non portando la mascherina, mette a rischio la salute di tutti.
Se li conosci, digli di smettere #COVIDIOTS
— Paolo Roversi (@paoloroversi) August 1, 2020
Così da tweet ironici a quelli di denuncia, parlando dei covidiots in tantissimi hanno messo in evidenza i rischi della superficialità. “Quattro aziende su 10 sono a rischio chiusura. se il covid19 tornerà come probabile per colpa degli idioti che non mettono la mascherina e rispettano le regole le aziende che chiuderanno saranno 9 su 10. la colpa è solo vostra”, scrive così Mark. E c’è chi fa notare: “Il negazionista è quel genio che spesso considera mortale un vaccino ma non un virus che ha causato 690mila decessi accertati nel mondo” dice l’utente Prugna. Tra i cinguettii non sono mancati quelli contro Matteo Salvini, che proprio in quei giorni aveva partecipato a un convegno dei negazionisti senza mascherina.