Se ne è andato in punta di piedi, con quella gentilezza e discrezione tipica della sua persona. Aveva 70 anni, Philippe Daverio, storico dell’arte, divulgatore culturale per la tv. Aveva fortemente creduto nella divulgazione di massa, nel portare il concetto del “bello” alle persone, al popolo televisivo, non inseguendo il gusto del pubblico ma offrendogli la grande bellezza, l’Arte e la Storia dell’Arte. Memorabile, in questo anno difficile e storto 2020 all’epoca Covid, la sua lectio magistralis all’Università degli studi di Bergamo, la città oggi martoriata dal Coronavirus, in occasione della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Assessore alla Cultura del Comune di Milano dal 1993 al 1997, Daverio avrebbe compiuto 71 anni il prossimo 17 ottobre, Una vita per l’Arte e la Cultura (rigorosamente in maiuscolo). Ha insegnato storia dell’Arte presso la Lulm di Milano e storia del design presso il Politecnico sempre a Milano fino al 2016 aveva ricoperto l’incarico di Professore ordinario di disegno industriale presso l’Università degli Studi di Palermo. Precedentemente, nel 2011, aveva fondato il movimento di opinione Save Italy, in occasione dei festeggiamenti per il 150′ Anniversario dell’Unità d’Italia.
Un male incurabile ha portato via un grande divulgatore, un uomo di cultura, una persona gentile, riservata, educata, raffinata, colta.
Nel 1999 era stato inviato speciale della trasmissione Art’è su Rai 3 e nel 2000 autore e conduttore di Art.tù; una grande esperienza, cultura, bellezza. Dal 2002 al 2012 ha curato per Rai 3 la serie Passepartout, un bellissimo programma di arte e cultura, seguito poi da Il Capitale. Nel 2011 ha condotto per Rai 5 il programma Emporio Daverio. Lo abbiamo visto in televisione ma lo abbiamo anche letto: ha collaborato con riviste e quotidiani, scritto su Panorama, Vogue, Liberal, Avvenire, Il Sole 24 Ore, National Geographic, Touring Club, L’architetto e QN Quotidiano Nazionale. Era direttore del periodico Art e Dossier, mensile dedicato all’Arte e consulente per la casa editrice Skira, inoltre teneva una notissima rubrica di arte nel mensile Style Magazine del Corriere della Sera. Lo ricordiamo presentare la collana “I capolavori dell’arte”, allegato del Corriere della Sera.
Illuminava con la sua grazia e intelligenza, in una epoca sciatta e confusa, in un mondo aggressivo lui usava parole di gentilezza e offriva bellezza. Per questo, il cordoglio è unanime “Professore, come faremo senza di lei?”, uno dei tanti messaggi di persone, appassionate, semplici “seguaci” o anche solo curiosi, perché Daverio si rivolgeva direttamente alla gente, alla “massa”, alle persone. Non soltanto a tecnici e intellettuali. Ci ha fornito strumenti importanti per la convivenza sociale e civile, ce li forniva attraverso la Storia dell’Arte.
La Camera Ardente sarà allestita oggi, giovedì 3 settembre, dalle ore 9:30 alle ore 18:30 presso la Sala della Passione della Pinacoteca di Brera e i funerali saranno celebrati in forma privata.
Toglieva la polvere della nostra quotidianità e della banalità con la bellezza spiegata
L’affetto delle persone comuni. È stato apprezzato e resterà nel cuore delle persone per il suo tono unico, inconfondibile. Daverio riusciva a ipnotizzare appassionati di arte o semplici cittadini con l’arma della cortesia e passione, la sua vasta cultura arrivando a chi aveva desiderio di conoscenza. Ha condiviso un modo di essere originale ed elegante, molto coinvolgente. Ha raccontato il bello della vita, attraverso l’Arte. I suoi inconfondibili papillon, la cravatta a farfalla alternativa frizzante alla classica cravatta, il suo sorriso gentile, l’ironia e la sagacia, il modo inconfondibile di offrire la “grande bellezza”: tutto questo lo ha fatto amare e mancherà terribilmente.
Cordoglio unanime dal mondo politico e della cultura. Lo piangono due sindaci di Milano, l’ex sindaco Formentini e l’attuale Beppe Sala, “mi ha sempre colpito la sua libertà di pensiero”.
L’omaggio della Rai
La Rai ha reso e rende omaggio ancora a Philippe Daverio con approfondimenti, servizi e spazi dedicati, immagini delle Teche Rai e riproposizioni dei suoi tanti programmi tv. Anche lo storico programma “Blob” ha riservato un doveroso spazio allo storico dell’arte, riproponendo immagini dei suoi tanti programmi presentati mentre Rai Cultura ha affidato il suo ricordo ad una delle trasmissioni del Professore più amate, “Emporio Daverio”.
Leo Longanesi diceva “l’Arte è un appello al quale troppi rispondono senza essere chiamati”, ebbene all’appello dell’ultimo divulgatore di bellezza in tv, hanno risposto in tanti.