I Presidenti delle due Regioni del nord in zona rossa non accettano l’assegnazione alla fascia che prevede le restrizioni più rigide. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha attaccato duramente Giuseppe Conte. Scettico anche il presidente del Piemonte Alberto Cirio. Entrambi criticano l’utilizzo dei dati più vecchi per determinare le fasce d’appartenenza.
I dati del monitoraggio
“Le ordinanze del ministro della Salute non saranno arbitrarie o discrezionali perché recepiranno l’esito del monitoraggio periodico effettuato congiuntamente” con i “rappresentanti delle Regioni”, ha spiegato Conte in conferenza stampa. “Se, all’esito delle misure, una Regione dovesse rientrare in condizioni di stabilità per 14 giorni, con rischio più basso, potrà essere assoggettata a un regime di misure meno restrittive, ce lo auguriamo tutti”, ha aggiunto il premier.
Tuttavia, per determinare le fasce di partenza sono stati presi in considerazione i dati del monitoraggio riferiti alla settimana tra il 19 e il 25 ottobre. Questo punto è stato fortemente osteggiato da Fontana e Cirio che rimarcano come la situazione, nel frattempo, sia cambiata nelle rispettive Regioni.
Fontana: “Zona rossa schiaffo ai lombardi”
Entrare in zona rossa comporta dei sacrifici ulteriori rispetto a quelle che sono le direttive nazionali e quelle valide per le altre due fasce predisposte dal Governo. La decisione non è facile da digerire
“Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita”.
“Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all’ora di cena, che la nostra regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo è grave, ma inaccettabile” ha aggiunto il governatore. “A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del Governo sono i dati attraverso i quali viene adottata: informazioni vecchie di dieci giorni che non tengono conto dell’attuale situazione epidemiologica”. Tuttavia, i dati del 25 ottobre ai quali si riferisce Fontana, attribuivano alla Lombardia un indice Rt oltre il 2, un valore molto alto.
Cirio: “Rt in Piemonte migliorato”
“Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili”. Anche il governatore del Piemonte contesta l’assegnazione alla fascia rossa della propria Regione da parte del ministro della Salute. Alberto Cirio non comprende il motivo per il quale la scelta sia stata presa in base a “dati vecchi di almeno 10 giorni” e non sia stato considerato “il netto miglioramento dell’Rt”.
“Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte – sottolinea Cirio –. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza”.