Potrebbe essere la volta buona per far aprire un dibattito vero sulle sorti dell’ex Polverificio Stacchini. La storia del terreno alle spalle di Tivoli Terme oggetto di una lunga querelle legale e al centro della politica cittadina anche per la presenza negli anni che furono di una delle baraccopoli più grandi fuori dalla Capitale, potrebbe essere arrivata ad un punto di svolta. Domani nel primo pomeriggio il consiglio regionale del Lazio, in particolare le Commissioni Urbanistica Politiche Abitative e Rifiuti e Ambiente e Agricoltura si ritroveranno insieme all’assessore competente Massimiliano Valeriani e a Flaminia Tosini, direttore regionale per le Politiche Ambientali per discutere del futuro “Polo Logistico di Stacchini” ascoltando le ragioni dell’associazione Ambiente Trasparente Onlus. Il gruppo ha con sé un carteggio decisamente molto approfondito che da una parte ricostruisce gli anni bui dei sessanta ettari di terreno a ridosso della via Tiburtina, dall’altra guarda alla proposta arrivata dall’amministrazione Proietti nel mese di luglio con qualche dubbio. Lì infatti ci finirebbe un “insediamento di natura produttiva destinato ad accogliere un complesso logistico in grado di produrre un indotto occupazionale di circa 400 addetti”.
Il tema cardine quindi è quello della cubatura, che secondo il progetto comporterebbe una deroga delle altezze dei capannoni industriali che andrebbe dai 5 metri previsti ai 14 metri e un aumento della volumetria che passerebbe dai 900mila metri cubi ai 2.100.000. Insomma una imponente opera di cementificazione che l’attuale governo alla guida della Città autorizzerebbe in nome dell’interesse pubblico, data la necessità in via preliminare di ripulire l’area sommersa di rifiuti anche pericolosi. Una bomba ecologica, come è stata definitiva purtroppo negli anni, dove agli scarichi abusivi di eternit e residui edili si sono sommati i tristemente famosi elettrodomestici della “frigo valley”, nome che si è guadagnata l’area sulle cronache locali e nazionali. A questo si aggiunge un’altra questione spinosa: quella dei vincoli ambientali e paesaggistici a cui è sottoposta. Intanto il comune di Tivoli sta per portare in aula venerdì prossimo la proposta di consiglio proprio sul riconoscimento dell’interesse pubblico, che nei fatti dà un’accelerata al procedimento proprio adesso che si apre il dibattito ai piani alti. Un caso? Difficile dire se in politica esistano o meno le coincidenze. Quello che è certo, invece, è che a proporla all’assise non sarà l’Assessore all’urbanistica, Gianni Innocenti, ma la collega dell’Ambiente Eleonora Cordoni. Innocenti infatti è una delle figure storiche del gruppo di Legambiente e mettere il proprio nome e cognome su un documento che porterebbe una quantità enorme di cemento in Città in barba ai vincoli di cui sopra sarebbe un problema non di poco conto.