I Giovani Democratici hanno espresso una linea opposta rispetto a quella del partito di riferimento e voteranno no al referendum per il taglio dei parlamentari. Una scelta controcorrente che arriva in un momento particolare per l’organizzazione giovanile del Pd, attualmente senza una guida al termine di un congresso senza vincitori. La campagna referendaria è riuscita ad accomunare in modo trasversale le due anime tuttora in lotta per la segreteria.
I due segretari
Caterina Cerroni e Raffaele Marras si sono dichiarati entrambi vincitori dell’ultimo congresso nazionale dei Gd. Si accusano reciprocamente di scorrettezze avvenute durante la consultazione tra gli iscritti dell’organizzazione giovanile e non si sa chi dei due ricoprirà il ruolo di segretario. Una cosa è certa, sul referendum del 20-21 settembre la pensano allo stesso modo: sono contrari al taglio e lo hanno dichiarato pubblicamente.
“Io personalmente voterò no, perché si indebolisce il Parlamento senza correggere i limiti del bicameralismo paritario – spiega Caterina Cerroni –, perché si vota su un taglio lineare che nasconde l’idea che meno parlamentari siano un bene in sé, perché è offensivo sostenere le ragioni di una minore rappresentanza per avere un risparmio irrisorio sul bilancio dello Stato. Dobbiamo opporci a uno svuotamento progressivo della rappresentanza e della nostra democrazia, cercando di invertire la rotta e rifiutandoci di inseguire altri su questi temi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il suo competitor per la leadership, il quale introduce anche il tema della legge elettorale.
“Un taglio lineare, che riduce la rappresentanza, penalizza i territori più piccoli e non risolve nessuna delle questioni irrisolte delle nostre istituzioni – afferma Raffaele Marras –. Alla crisi della politica non si risponde con meno Politici, ma con più Politica. Il fatto che ci saranno meno politici non vuol dire che saranno migliori. La riduzione del numero dei parlamentari non può reggere senza una nuova legge elettorale, l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione e una nuova riflessione sul superamento del Bicameralismo. Rischia di essere l’ennesimo regalo al Populismo e all’Antipolitica. Per questo voterò convintamente no”.
A livello locale è un fiorire di no
Molte federazioni e tantissimi circoli appoggiano il no espresso dai due segretari. A Guidonia Montecelio i Giovani Democratici hanno dato vita insieme alla Consulta a un dibattito in cui hanno espresso chiaramente una posizione contraria alla riforma. Anche a Fonte Nuova i ragazzi del Pd hanno scelto questa linea. Il Comune a nordest della Capitale può vantare uno dei circoli Gd con più iscritti della ex provincia di Roma. Tra Tor Lupara e Santa Lucia la linea della giovanile dem esprime contrarietà nei confronti di questa riforma costituzionale. Una presa di posizione più netta anche rispetto alla propria casa madre: il Pd di Fonte Nuova ha lasciato massima libertà ai propri iscritti.
“Il taglio, in assenza di una modifica della legge elettorale, non comporterebbe vantaggi in termini di efficienza delle Camere ma minerebbe la rappresentanza dei territori – dichiara Beatrice Adriani, segretaria del circolo locale –. L’ampliamento dei collegi o la riduzione del numero di Parlamentari eleggibili per collegio allontanerebbe l’elettore dal proprio Deputato o Senatore di riferimento. Questa riduzione della rappresentanza avverrebbe a discapito delle minoranze e delle periferie come la nostra e inoltre renderebbe ancora più difficile l’accesso alle Camere per la nostra generazione. Per queste motivazioni i Giovani Democratici di Fonte Nuova voteranno no”.
Un focus ancora più preciso che fa leva sulla situazione peculiare del Comune della provincia, a metà tra una cittadina e una periferia di Roma.