Come è noto il pedofilo non si presenta mai come orco e non sta sempre appostato nel parco. Il pedofilo può essere il vicino di casa. A Roma, nell’elegante Corso Francia, è capitato un paio di anni fa che un signore sposato e con prole abbia adocchiato, corteggiato e abbindolato per più di un anno una bambina, figlia degli inquilini del piano di sotto. ”Sono stufo di mia moglie”, si sfogava con la ragazzina all’epoca dodicenne. ”Mi sono innamorato di te”. E con la scusa dell’amore la spingeva a farsi mandare foto e filmini osé, a intrattenere conversazioni da film per adulti superhot, e, dal vivo, a casa, ad assistere a set di autoerotismo. L’aveva adocchiata in cortile, le aveva chiesto l’età e alla risposta ”ho undici anni”, dopo qualche giorno, le ha allungato un biglietto col numero di telefono. Per fortuna certi orrori hanno un inizio e una fine. L’inquilina del piano di sotto si è messa in allarme quando ha scoperto la figlia spogliata fotografarsi davanti allo specchio. La denuncia, i riscontri della polizia postale, l’arresto e poi il processo. Ma come si giustifica un pedofilo in aula? Spesso incolpa la vittima, troppo Lolita. L’avvocato stavolta ha trovato pure un particolare a discolpa: ”E’ vero le ha toccato il seno, ma aveva il reggipetto”. La condanna, sei anni.
Il pedofilo e il reggipetto
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Giornalista giudiziarista. Racconta da anni fatti per i maggiori quotidiani nazionali. Storie di nera e inchieste. Esperta di criminalità e violenza di genere
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