Abbiamo raggiunto telefonicamente Janet De Nardis, giornalista, speaker e conduttrice radiofonica, autrice, conduttrice televisiva, docente universitaria alla Sapienza di Roma, personalità eclettica e poliedrica. Una lunga carriera prima nella moda, come cantante e poi anche nella radio e in tv. E’ fondatrice e direttrice del progetto innovativo Digital Media Fest.
Dal 28 Dicembre conduce tutte le sere alle ore 21.00 (dal lunedì al venerdì) il programma di cui lei è una delle autrici, “Il boss delle pizze”, in onda su Alice Tv (Alma TV, canale 65 del digitale terrestre) insieme al pluripremiato campione del mondo Luciano Carciotto, il boss delle pizze appunto. Il cooking show, di cui Janet è anche co-autrice per l’adattamento italiano e anche di qualche momento diverso come la gara bendata, promuove uno dei piatti che rappresenta il made in Italy, l’eccellenza italiana, la pizza, conosciuta in tutto il mondo. In ogni puntata si sfidano due pizzaioli, precedentemente selezionati in tutta Italia tramite gare regionali in vista del programma. Pizzaioli fantastici, i quali affrontano due sfide: il cavallo di battaglia e la Pizza del boss, sotto il costante controllo di Luciano Carciotto.
Nel programma viene presentata una selezione di pizzaioli e alla fine rimarrà solo un vincitore e sarà il nuovo Boss delle pizze. A giudicare le preparazioni, la cura e la presentazione delle pizze, oltre al boss Luciano Carciotto anche una giuria composta da addetti ai lavori, eccellenze del mondo della pizza, della panificazione a partire da Salvatore Santucci. Ospiti speciali in giuria, attori, cantanti e star del web che in ogni puntata raccontano la pizza che amano di più o che hanno amato nel tempo: artisiti del calibro di Greg (del duo comico Lillo & Greg), l’attrice comica e imitatrice di Striscia la Notizia Angelica Massera, Lorenzo Tiberia (Actual), Gloria Bellicchi, Carlo Belmondo, Vincenzo Bocciarelli, Andrea De Rosa, Annalisa Aglioti, Marco Passiglia, Pier Angelo Perazzi, Federico Saliola, Federico Perrotta, un parterre d’eccezione tra attori, attrici, cantanti e web star.
Janet, partiamo dal programma iniziato il 28 dicembre scorso: come si articola in ogni puntata? Come è nata l’idea del format?
E’ un programma fatto di sfide tra concorrenti, tutti campioni nel mondo delle pizze; si sfidano in questo caso nella realizzazione di un cavallo di battaglia, nella prima sfida, mentre nella seconda sfida molto divertente, saranno bendati e devono assaggiare la pizza realizzata dal boss, capire quali siano gli ingredienti e l’ordine nel quale vengono distribuiti gli ingredienti, prima o dopo cottura, andare poi a prendere gli ingredienti giusti in 30 secondi e realizzare la pizza. Questa seconda gara è molto divertente perché dal momento che devono assaggiare gli ingredienti bendati si creano moltissimi siparietti simpatici. Il programma è chiaramente molto leggero, una mezz’ora che trascorre piacevolmente in fretta con un ritmo incalzante. Due gare, le valutazioni degli ospiti, i giudici, in mezz’ora accadono davvero tante cose e quindi c’è nel programma un ritmo ironico, incalzante e frizzante che abbina la professionalità (si apprendono e imparano aspetti interessanti) al divertimento: può succedere di tutto!
Si diverte anche, durante la conduzione del Boss delle Pizze, dunque!
Molto, mi sono divertita molto e ho anche imparato delle cose, ritengo di essere diventata anche una esperta di lievito! Questo perché stando a contatto con maestri della cucina che conoscono bene la chimica, approfittando del tempo di cottura e di preparazione, andavano a svelarci i piccoli segreti a cui una persona, normalmente, non fa caso o che non si trovano nelle ricette. Oppure ci hanno svelato come riconoscere il modo della lievitazione di un impasto, davvero un bel mix tra divertimento e professionalità. Tutto questo sotto l’occhio vigile ed esperto del vero Boss delle pizze, Luciano Carciotto che siamo riusciti a coinvolgere in un clima anche disteso, divertente e leggero, in cui lui si è lasciato andare.
Come entrano in gioco gli ospiti vip?
Gli ospiti entrano in gioco dalle semifinali, interagiscono in vario modo a seconda delle loro peculiarità caratteriali e anche del lavoro che svolgono. Chi mette in scena un pezzo dedicato alla pizza o chi racconta le sue esperienze avute nel mondo della cucina, oppure qualcuno presente, per esempio, nella gara bendata. Ognuno ha interagito in modo molto diverso, con grande libertà.
Lei è attrice, giornalista, autrice, cantante, conduttrice televisiva e radiofonica, ex modella, docente universitaria. Un grande curriculum per una personalità eclettica, ha fatto tanta gavetta. Che consiglio si sente di dare a chi inizia questa professione e quanto è importante la gavetta?
Fare la gavetta è fondamentale, semplicemente perché credo molto nella visione d’insieme: una persona può essere bravissima anche solo in un settore specifico: però, come ci insegnano gli attori americani, la versatilità è importantissima. Le grandi star ci insegnano che se si vuole fare quel passo in più, bisogna avere una visione artistica più ampia. Il grande attore americano difficilmente fa soltanto l’attore. In alcuni casi fa anche il produttore o il produttore esecutivo, sceneggiatore, spesso anche cantante o ballerino. Per essere davvero bravi in un mestiere artistico, in una professione impegnativa, e lo si vuole fare ad alti livelli, occorrono curiosità e conoscenza di tutto il settore a 360 gradi. Ho riscontrato personalmente, sia nel mondo televisivo che cinematografico, che la versatilità e lo studio aiutano. Consiglio vivamente, per chi vuole fare per esempio cinema e magari il regista, iniziare portando i classici caffè sul set e vedere come funziona il lavoro. Lo consiglio sempre ai miei studenti in Università: approfittare di quel momento di studio magari per poter fare anche delle esperienze gratuite per poter conoscere prima e bene quel determinato settore. E poi cogliere tutte le occasioni che la vita ci pone davanti, anche nel caso quell’occasione non corrisponda al nostro principale obiettivo.
E ideatrice del progetto innovativo Digital Media Fest, com’è nata questa idea e a chi si rivolge? E le chiedo, i social hanno acuito i nostri limiti? Come sarebbe la pandemia se oggi non avessimo il web?
Ho un “mantra” per cui dico sempre che gli strumenti tecnologici e le scoperte sono sempre buone, ottime, il problema è come si utilizzano. Quindi bene o male, ci può essere un aspetto buono o cattivo. In questo caso, onestamente, non saprei come sarebbe la pandemia senza Internet: forse da una parte avrebbe aiutato le persone a leggere di più e a scoprire la bellezza della lettura o a dedicarsi ad altri hobbies diversi, al condividere maggiormente; magari meno schiacciati dai lavori in casa, come per esempio nel caso dello smartworking: la maggior parte delle persone ha continuato a lavorare in casa in modo molto stressante. Le persone hanno bisogno di socialità, di confronto, confrontandosi con tutte le problematiche quotidiane. In questo periodo è emerso, mai come ora, lo sminuito ruolo della donna: le donne sono quelle che, statistiche alla mano, hanno avuto le maggiori conseguenze di stress perché è difficile e complicato continuare il proprio lavoro da casa con i figli in presenza, sia piccoli che adolescenti e con il lavoro anche dentro casa. Si pongono tanti dilemmi su una società che avanza in questo modo. Tornando a Internet, sono convinta che ogni epoca sia migliore della precedente, in ogni epoca si affrontano determinate problematiche. Come donna, sono molto contenta di vivere il presente, l’epoca odierna. Per quanto riguarda i social, come accennavo prima, per chi li usa in maniera intelligente, i social sono un elemento importante per informarsi e per offrire strumenti culturali e professionali.
L’idea del Digital Media Fest è stata molto innovativa ed è nata alcuni anni fa, sbocciata dal vivere una situazione un po’ di stallo in cui i produttori lavoravano sempre con gli stessi registi, attori, autori e c’era poco ricambio. Era anche complicato proporre idee diverse, far leggere una sceneggiatura o presentare un’idea insolita. A quel punto vedendo il fermento sul web, da grande sostenitrice quale sono di prodotti innovativi – in particolare quelli americani all’avanguardia come le webserie – ho voluto creare una vetrina che potesse dare sfogo ai creativi, a quelli poco noti o sconosciuti.
Un suo pensiero sulla crisi dello spettacolo e della cultura in generale, anche la musica e i live in sofferenza, i luoghi di cultura fermi. Faticosamente, si riparte:
E’ un momento drammatico sotto ogni punto di vista perché in momenti passati di pandemia non c’era il controllo che c’è oggi e questo faceva sì che nel bene e nel male alcuni settori nel loro piccolo continuassero a viaggiare e produrre. Oggi viviamo uno stop totale di alcuni settori: pensiamo al cinema che nel bimestre gennaio-febbraio 2020 aveva registrato il massimo delle presenze in sala in Italia, come anche in Europa, con un 2019 favorevole, oggi la situazione è durissima. Anche nell’ultimo Festival del Cinema di Roma, come abbiamo visto, le presenze praticamente erano zero (anche se la sicurezza era garantita). Il vero punto – secondo il mio pensiero – è che stiamo combattendo un nemico invisibile che a differenza delle guerre, ci rende lontani da tutti e tutto. Nelle guerre ci si avvicina a persone che abbiano ideali vicini e comuni mentre durante la pandemia c’è un distacco totale o quasi anche da persone care e affetti, perché la paura del contagio è forte. Stiamo vivendo, nostro malgrado, senza paragonarla certamente alla guerra, un’esperienza “unica” del genere umano.