A Kathy Sullivan il cielo è sempre piaciuto, quando mano nella mano con il papà ingegnere aerospaziale, usciva fuori di sera, dalla loro abitazione a Paterson, nel New Jersey, per guardare passare la sonda. Eppure poi crescendo era diventata così brava nell’imparare le nuove lingue che Kathy aveva deciso di prendere la strada degli studi umanistici: ma il primo anno di college una lezione di biologia la catturò al punto da farle scegliere la scienza, per sempre. Una decisione che le avrebbe cambiato la vita, visto che Kathy Sullivan è diventata astronauta e oceanografa, una donna dei record. La prima donna a completare una passeggiata spaziale nel 1984, e oggi a 68 anni, la prima donna a raggiungere il punto più profondo degli oceani , la Fossa delle Marianne, andando giù fino a 11 chilometri con un piccolo sommergibile.
Laureata presso l’Università della California, Santa Cruz, nel 1973, Sullivan ha conseguito il dottorato di ricerca in geologia alla Dalhousie University in Canada nel 1978. Fu il fratello a spingerla a rispondere alla Nasa che cercava astronauti donne e delle minoranze. E Kathy Sullivan nei successivi quindici anni alla Nasa, ha volato in tre missioni spaziali, con ben 532 ore nello spazio. È stata la prima donna americana a completare una passeggiata nello spazio, a ottobre del 1984 come membro della missione Sts-41-G a bordo della navetta Challanger.
Un nome che ritorna, in maniera incredibile, perché Challanger Deep è il punto conosciuto più profondo dell’oceano Pacifico nella Fossa delle Marianne, quasi 11mila metri sotto il livello del mare, una profondità scoperta dalla nave britannica H.M.S. Challenger, che era in mare fra il 1872 e il 1876. Lì è andata Kathy Sullivan il 7 giugno a bordo di un sommergibile insieme a Victor Vescovo (finanziatore della missione). Hanno raggiunto il Challanger Deep, sono rimasti circa un’ora e mezza per catturare le immagini. Poi, dopo quattro ore di risalita, la prima telefonata è stata agli astronauti della stazione spaziale internazionale. “Come oceanografa e astronauta questa è stata per me una giornata straordinaria, una cosa che accade una volta nella vita, vedere il paesaggio lunare della fossa oceanica e confrontarmi con i miei colleghi astronauti sulle similitudini fra le attività nello spazio e quelle nelle profondità oceaniche”.