Sono 9500 e ogni giorno animano i canali social della pubblica amministrazione italiana. È un piccolo esercito quello che quotidianamente si interfaccia con i cittadini a colpi di post, stories e tweet per contribuire concretamente ad abbattere il muro della burocrazia, oggi più che mai. Parliamo dei social media manager che lavorano negli enti pubblici che, a differenza di quanto si possa immaginare, esistono e lavorano con risultati decisamente interessanti. A raccontare chi sono e cosa fanno è la ricerca condotta dall’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale, frutto della collaborazione tra l’associazione PA Social, associazione dedicata alla comunicazione e informazione digitale, e Istituto Piepoli, presentata a Perugia pochi giorni fa. Una indagine che nasce con l’obiettivo di delineare anche un percorso professionale chiaro che ad oggi non esiste ancora e che permette a chi svolge questo lavoro di avere anche degli strumenti normativi a tutela del proprio operato.
Uomini e diplomati con la passione per siti e blog. Instagram e LinkedIn ancora poco utilizzati
Ma chi sono gli esperti social che lavorano ad esempio nei comuni e nelle regioni? Secondo l’indagine non proprio pochissimi, visto che questa figura è presente nel 78% delle amministrazioni pubbliche, un dato che sale al 79% se si passa sul terreno delle utilities (società che operano nel campo della erogazione di servizi come acqua, energia elettrica).
Interessante anche l’identikit che ne emerge: si tratta infatti di un’attività prevalentemente maschile (64%), che viene svolta da professionisti che hanno un’età media che va dai 35 ai 44 anni (46%) con diploma di scuola media superiore (59%), e un contratto a tempo indeterminato (41%) o determinato (35%) nel cassetto. Tra gli strumenti maggiormente utilizzati in cima alla lista c’è un evergreen, il sito internet (91%) seguito da Facebook (59%), blog (38%) e siti tematici (41%). Restano in fondo alla classifica Instagram (18%) e Linkedin (16%). Si tratta di dati, questi, frutto di una media tra il lavoro della PA e delle utilities. Vale la pena evidenziare nella prima una attitudine social decisamente più marcata anche nel rispondere agli utenti in tempo reale (52% per la PA e 21% per le utilities).
Dadone: “Cruciale valorizzazione dei nuovi profili della comunicazione digitale”. Azzolina: “Importante Il lavoro su riforma legge 150”
Una realtà dunque che evidenzia anche la necessità di individuare un quadro normativo che tuteli queste figure professionali, lavoro che PA Social sta portando avanti insieme al tavolo dedicato al tema aperto al Ministero della Pubblica Amministrazione per la riforma della legge 150. “Trasparenza, centralità del cittadino, accountability: i passi avanti che stiamo facendo per aprire la Pa alla società civile sono sotto gli occhi di tutti. In questa strategia, la riforma della comunicazione pubblica rappresenta uno strumento molto importante. Quando parlo di “Pa in uno smartphone”, penso anche all’utilizzo massivo che ciascuno di noi fa di internet e dei social media in ogni momento della giornata. Le amministrazioni devono farsi trovare pronte in questo mondo, devono essere reattive, capaci di dare informazioni tempestive e di qualità – ha dichiarato Fabiana Dadone, Ministra per la Pubblica Amministrazione, intervenuta all’iniziativa perugina – La pandemia, dopotutto, non ha fatto altro che alzare l’asticella e il livello di questa sfida. La digitalizzazione è la frontiera principale della semplificazione e, dunque, la valorizzazione dei nuovi profili della comunicazione è una leva cruciale per mettere davvero le persone al centro del rapporto con le amministrazioni”.
“So che state lavorando, anche in raccordo con la Ministra Dadone – ha detto Lucia Azzolina, Ministra dell’Istruzione, con un video dedicato all’evento – ad una revisione della legge 150 del 2000 sulla comunicazione pubblica, per renderla sempre più veloce, trasparente, digitale. È un lavoro importante, che condivido e che va fatto. La legge del 2000 ha fatto il suo tempo. Oggi viviamo in un mondo molto diverso, abbiamo strumenti nuovi per poter comunicare meglio e con più frequenza con i cittadini. Dobbiamo farlo. Seguirò e sosterrò questo percorso. Nella PA c’è grande voglia di cambiamento, di digitalizzazione, c’è il desiderio di offrire servizi sempre migliori ai cittadini
Traffico e immondizia sono temi caldi discussi nei consigli comunali
Merita un approfondimento a parte anche l’analisi dei temi affrontati nei consigli comunali. In cima alla lista dei trend topic c’è il traffico, la viabilità e i trasporti (23%) seguiti da raccolta differenziata e rifiuti (20%) e scuola (17%), fanalino di coda immigrazione e decoro urbano (rispettivamente 3% e 2%). Argomenti che trovano terreno fertile anche a seconda delle zone d’Italia che vengono analizzate: l’immondizia ad esempio è un tema caldo al centro del Paese (25%), mentre la mobilità alimenta il dibattito soprattutto a nord-est e nord-ovest (23% e 25%).
“I dati presentati sono molto significativi – spiega il presidente di PA Social Francesco Di Costanzo – il mondo della comunicazione e informazione digitale è sempre più ampio e ha bisogno di un riconoscimento e di essere parte integrante, strutturale, dell’organizzazione della nostra pubblica amministrazione. Continuiamo a lavorare con convinzione sulla centralità delle competenze, l’integrazione delle professionalità, un nuovo modello organizzativo. L’obiettivo è sempre comunicazione, informazione, servizi di qualità al cittadino. Per farlo dobbiamo rendere più forte e più centrale chi già oggi fa uno straordinario lavoro e non ha un riconoscimento adeguato e chi ha l’ambizione di fare mestiere in futuro, con percorsi di studi, di formazione e professionali chiari e di qualità”. “È iniziata la “fase 3” nel rapporto tra PA e comunicazione digitale. Dopo la nascita dei profili social e la successiva fase dedicata alla qualità dei contenuti, adesso una quota importante delle PA italiane (4 su 5) ha scelto di dotarsi di un social media manager, un professionista dedicato esclusivamente alla comunicazione digitale. Cresce anche l’attenzione alla comunicazione in tempo reale: nella metà dei casi, le PA rispondono in diretta alle richieste che ricevono dai cittadini su social network e chat – commenta Livio Gigliuto, Vicepresidente Istituto Piepoli e Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale – Con quelli che stimiamo in circa 9500 professionisti, la Pubblica Amministrazione viene incontro alle richieste dei cittadini che vogliono parlare direttamente con ospedali, Comuni e aziende che gestiscono servizi essenziali come la mobilità o i rifiuti”.