Lea Vergine, curatrice e critica d’arte, 82enne, è morta un giorno dopo la morte di suo marito, il designer Enzo Mari, un geniale creativo dominato dalla passione. L’ultima sua mostra, quasi un attore che muore sul palcoscenico. Lea Vergine, femminista, grande critica d’arte e compagna di Enzo Mari.
Enzo Mari e Lea Vergine sono morti a distanza di ventiquattro ore di Covid, dopo aver trascorso una vita insieme condividendo lavoro, progetti, l’amore per l’arte, il design, una simbiosi e un tutt’uno con l’altro, l’altra. Sempre insieme.
Lea Vergine era nata a Napoli, classe 1938; il suo nome di battesimo era Lea Buoncristiano ed era considerata una delle figure più autorevoli, creative e importanti nella critica artistica contemporanea nel nostro Paese. Il sito Artribune le ha dedicato un omaggio “Lea Vergine ha dato una scossa al panorama artistico culturale italiano dominato da una visione patriarcale, in particolare con «i suoi studi sulla fisicità e l’azione performativa nell’arte ma anche sul ruolo protagonista, anche se dimenticato, delle donne nell’arte”
L’ultima mostra
Risale proprio a qualche giorno fa l’inaugurazione della mostra antologica di Enzo Mari alla Triennale di Milano, voluta dal Presidente Stefano Boeri e a cura di Hans-Ulrich Obrist con Francesca Giacomelli. In mostra a Milano, sessant’anni di opere del visionario design ordinate cronologicamente: materiali inediti, progettualità, quadri, modelli, disegni, preziosità. Dalle pitture degli anni ’50 alle opere (e strutture) del decennio successivo, dai contenitori Putrella (1958) ai vasi della Serie Paros (1964), dalla sedia Box (1971) alla visionaria Autoprogettazione (1973), dalle 44 valutazioni (1976-2008) alla sedia Tonietta (1980), dall’Allegoria della dignità (1988) alle Lezioni di disegno (2008).
I “panettoni” milanesi, quelli che delimitano le aree pedonali, curiosi e simbolici della città:
Forse pochi sanno o non ricordano che i “panettoni”, chiamati così, quelle curiose e tipiche costruzioni bianche cilindriche delle strade di Milano, sono stati disegnati proprio da Enzo Mari. L’idea gli venne negli anni ’80, quando era consulente per l’arredo urbano dell’allora sindaco Carlo Tognoli. Enzo Mari suggerì alla Giunta di Milano di adottare un modo diverso, alternativo, per delimitare una strada resa all’epoca pedonale, al posto delle classiche fioriere, e fece lo schizzo del panettone cilindrico. Quel panettone divenne il simbolo di Milano.
“Eternamente tuo, eternamente mia, eternamente nostri”
Lea Vergine aveva conosciuto Enzo Mari negli anni ’60, quando erano entrambi sposati e il divorzio ancora non c’era: una storia diventata amore e subito dopo aver entrambi divorziato, si sposano nel 1978, a coronamento della loro grande intesa e sodalizio. La sua ultima pubblicazione è stata “L’arte non è faccenda di persone perbene. Conversazione con Chiara Gatti”, edito da Rizzoli nel 2016.
Chiudiamo con un omaggio che anche chi vi scrive vuol fare a questa grande storia d’amore e di lavoro, di grandi passioni e creatività. Penso a “Immortale Amata”, la lettera che Ludwig van Beethoven dedicò appunto alla sua “immortale amata”. La lettera, risalente al 1812, è ritenuta a ragione la più bella dichiarazione e anzi confessione d’amore inespresso di tutti i tempi.