Quadraro la Q di Roma, il progetto di Architettura senza Frontiere ha sfidato la pandemia ed ha offerto per un mese ai cittadini dello storico quartiere della Capitale l’opportunità di fruire in modo diverso degli spazi della zona a ridosso della via Tuscolana. Una dimostrazione che, nonostante il distanziamento imposto dall’emergenza sanitaria, è possibile anche in questo periodo sviluppare eventi di empowerment culturale e sociale in piena sicurezza.
L’iniziativa
Il progetto è stato scritto e diretto da Giorgia Dal Bianco e ideato e progettato da Antonio Luigi Stella Richter con la partecipazione del Laboratorio Sottovuoti, nell’ambito del Festival dell’Architettura promosso dal Mibact e organizzato da Open City Roma, MAXXI e Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e provincia. L’intervento ha puntato alla ricucitura di un quartiere di Roma, il Quadraro, caratterizzato da due anime storicamente differenti: il nucleo storico della resistenza partigiana del 1944 e il nuovo quartiere della sperimentazione Ina Casa del dopoguerra. Più di 1.500 Q colorate hanno disegnato un percorso capace di raccontare, tramite circa 60 Qr code le varie anime del quartiere (culturale, storico, artistico, architettonico e monumentale). Questa ricucitura ha attraversato tre piazze considerate ad alta problematicità. Tramite interventi mirati con operazioni di tactical urbanism, dipingendo più di 3.500 mq di asfalto, costruzione di arredi urbani, con più di 150 cassette di frutta riciclate, si sono volute generare tre libere piattaforme a disposizione dell’intero quartiere. L’intento era quello di invertire il circolo vizioso che ha portato al degrado sociale ed urbano di queste aree. Per un mese queste tre piazze hanno visto ogni giorno l’organizzazione di eventi in collaborazione con le associazioni del territorio: talk, seminari, dibattiti, presentazione di libri, corsi di formazione, workshop con artigiani e artisti, eventi musicali, teatrali e di danza. Questo è stato il tramite con il quale si è avviato un percorso di riappropriazione degli spazi del quartiere da parte dei suoi abitanti.
Distanziamento e sicurezza
“La modalità con i quali tutti gli eventi sono stati svolti dimostra quanto le piazze siano, in periodo di piena pandemia, cuore pulsante della comunità ed unico luogo dove, con semplicità ed in sicurezza, si è potuto superare il distanziamento sociale e vivere pienamente la collettività”, spiegano gli organizzatori dell’iniziativa.
Il Festival ed i suoi eventi sono la prima tappa di un processo più lungo dove il cambio di testimone alle associazioni di quartiere e a tutti i cittadini è parte necessaria per mantenere vivi questi spazi attraverso il loro uso quotidiano. Nonostante l’entrata in vigore del Dpcm del 18 ottobre, la manifestazione al Quadraro è riuscita ad arrivare al termine domenica 25 ottobre anche grazie al Municipio V di Roma Capitale che ha incoraggiato gli organizzatori ad andare avanti, in quanto tutte le disposizioni di sicurezza predisposte rispondevano pienamente ai requisiti contenuti in quel decreto.