Intervista a Enzo Mauri, scrittore, speaker e conduttore radiofonico, inviato per Breakfast in Italia – partnership con Point Notizie, trasmissione radiofonica con Vanni Maddalon e Alessandra Paparelli, con la rubrica di grande successo sulla televisione “ieri e oggi”, sulle serie tv e news radiofoniche, prima su Radio Italia Anni 60 e poi prossimamente per Radio Cusano Campus, fm nazionale. Enzo ci presenta il suo secondo libro “Qui radio libera”- Armando Editore – in uscita giovedì 26 novembre dedicato al mondo della radiofonia e delle radio sul panorama nazionale. Il primo libro “Quelli della radio”, nel 2019, le prime radio libere italiane. Collaboratore di Spettacolo News, redattore e collaboratore per 70-80.it – NBC We play again e Voci.fm.
Enzo Mauri ha una lunghissima militanza nelle radio e una longeva carriera davanti ai microfoni: lo abbiamo raggiunto telefonicamente.
Enzo, dopo “Quelli della radio” 2019 arriva il tuo nuovo libro “Qui radio libera”, dedicato al mondo della radiofonia. In questo tuo nuovo libro racconti la storia della radiofonia italiana dal 1975 agli anni ’90. Come è nata l’idea, come hai maturato il progetto?
Il motivo scatenante è stato il lockdown di marzo, quando tutti ci siamo ritrovati rinchiusi dentro casa, travolti dalla valanga di informazioni su un virus di cui non si conosceva praticamente nulla. Ho sentito l’esigenza di esorcizzare in qualche modo quei momenti, tornando a scrivere. E poi non ero pienamente soddisfatto della precedente pubblicazione, sentivo che mancava a qualcosa, mi sono quindi rimesso all’opera per colmare le eventuali lacune, con il libro nuovo penso d’esserci riuscito.
A chi si rivolge il libro? Appassionati, addetti ai lavori?
Il libro si rivolge a tutti, a quelli che la radio la fanno, l’hanno fatta, ai neofiti e agli appassionati che vogliono saperne di più su quei magici momenti in cui l’Fm italiano s’illuminò di nuovi segnali. Peccando forse un po’ di presunzione, direi che il libro ha anche una funzione didattica, con il precedente ho avuto testimonianze di studenti che lo hanno usato per la loro tesi di laurea. Saperlo è stata fonte di profonda soddisfazione.
Il percorso del libro è attraverso testimonianze dei diretti interessati: come hai selezionato le voci storiche, in base a quale criterio?
Qui Radio Libera, ha esattamente il doppio di interviste rispetto al precedente libro, sono 34, in più ci sono contributi presi da altre fonti che portano il numero d’intervistati a circa 50. Mi sono mosso lungo lo Stivale. In base all’emittente storica che avevo deciso di esaminare, mi sono messo in contattato con le voci che ne facevano parte. Il libro è un piacevole viaggio lungo la penisola italiana, alla scoperta di radio per buona parte sparite, altre che sono divenute nel frattempo grandi network. In più rispetto alla pubblicazione precedente, ho intervistato le maestranze, come tecnici e addirittura antennisti, che non lavorano davanti al microfono ma che hanno un’importanza analoga, secondo me, rispetto ai conduttori.
Il primo capitolo è autobiografico: come ti fai conoscere? Quanto amore ti ha dato la radio e quanto amore hai restituito?
Ho raccontato la mia storia, gli esordi, gli insuccessi e le soddisfazioni. Soprattutto a beneficio dei lettori, ho voluto raccontare, conoscendole bene, le dinamiche tipiche degli studi analogici di 40 anni fa: il dover controllare costantemente la messa in onda per evitare “buchi” e inconvenienti tecnici, non come ora con i computer che fanno quasi tutto. La radio mi ha dato tanto, ma come una donna bella, affascinante e anche un po’ viziata a volte con me è stata poco generosa, diciamo che anche per colpa mia mi sono fatto passare sotto il naso treni che avrei dovuto prendere, ciò non toglie che continuo ad essere perdutamente innamorato del mezzo radiofonico.
L’FM sopravviverà sempre, nonostante ci siano altre forme di comunicazione come DAB, web streaming, social?
Sopravviverà ancora qualche anno perché fa parte di una tradizione che per fortuna è dura a morire ma alla fine dovrà soccombere all’inevitabile progresso tecnico. La radio si sta evolvendo, il processo di cambiamento è inevitabile.
Ci sono più radio FM a Roma o a Milano? L’Fm sopravvive nelle radio locali e dove?
Secondo gli ultimi dati a Milano esistono 81 radio, la maggioranza network, a Roma sono di più perché ha un’estensione maggiore, di sicuro le entità locali stanno sparendo a causa dei costi di sostentamento alti e degli editori non proprio lungimiranti. Le emittenti locali resistono più al sud perché sono ancora fortemente radicate sul territorio e fanno ancora parte della identità locale, un po’ come la maggioranza delle emittenti nate negli anni 70/80. Di sicuro le piccole radio non se la passano bene e inevitabilmente molti editori alla fine decidono di gettare la spugna.