Questa è una bellissima storia: come una favola, la storia di una mamma e una figlia, una mamma fotografa che inventa un mondo fiabesco e fatato per fare fronte al durissimo periodo che stiamo vivendo e per vincere la malattia. Ci sono incontri in ospedale che cambiano la vita.
Intervista a Roberta Carnevaletti, fotografa professionista. Nel 2016 apre lo studio Momenti di Tenerezza Photography, uno studio fotografico interamente dedicato ai bambini e alle loro famiglie. Durante il lockdown, per far uscire sua figlia dal difficile momento dell’emergenza sanitaria, decide di portarla in giro con la fantasia, iniziando a creare dei mondi fatati per lei in cui si incontrano tigri, barche volanti, elefantini, orsi. Un mondo di fantasia, gioco, magia.
All’improvviso la figlia viene ricoverata per una patologia presso il Bambin Gesù di Roma, la bambina inizia le terapie e le cure, Letizia migliora. Figlia e mamma vengono ricoverate insieme in un reparto dove incontrano un’altra ospite di stanza, una bambina di 11 anni di nome Gaia, di Catania. Anche lei, come Letizia e la mamma Roberta ama molto i cavalli e subito, nella stanza di ospedale, si crea amicizia, magia. L’abbiamo raggiunta per farci raccontare questo progetto artistico che coniuga creatività, gioia, compagnia, amore.
Roberta, come è nata questa idea, da cosa è partita esattamente? C’è il cavallo come simbolo, sia di magia che di mondo fatato, oltre a essere un animale da compagnia.
L’idea delle foto fantasy é nata sotto il lockdown. Portavo mia figlia in giro con la fantasia. E ogni giorno andavamo in posti diversi. Il cavallo compare perchè nella stanza in cui siamo attualmente ci sono due cavalli disegnati sulla parete e il caso ha voluto che sia mia figlia che la bambina ricoverata abbiano la passione per i cavalli.
Posso chiederti cosa è successo a tua figlia e come sta?
Abbiamo una forma di vasculite che passa da sola ma dà qualche problema ancora e va tenuta sotto controllo. Siamo ancora in ospedale e spero che domani, prestissimo, ci facciano uscire.
Unire il mondo dell’ospedale, soprattutto in un momento come questo a livello sanitario nazionale e il mondo delle fiabe. E’ un’idea meravigliosa. A quali fiabe ti sei ispirata?
Abbinare l’ospedale in questo momento sanitario particolare é stato un caso. Non pensavamo minimamente che potessimo essere ricoverate né che la noia e la fantasia sarebbero arrivate anche qui. Mio marito mi ha portato la mia personale macchina fotografica e alcuni abiti che avevo in studio per poter creare la magia anche attraverso il vestiario. Avendo uno studio dedicato ai bambini ho moltissimi abiti a disposizione! Non mi sono ispirata a nessuna fiaba ma alla passione per i cavalli.
Il bello della fantasia è quel partire da un nessun luogo verso un altrove. Ti ritrovi in questa frase e quale “altrove” hai voluto creare per le bambine?
I sogni sono desideri… Di felicità, proprio come nella favola di Cenerentola. Sognare ti porta in luoghi fantastici, dove malattie, paure, problemi non esistono e dove potersi rifugiare quando si ha un momento difficile.
Quando fotografi bambini e bambine, normalmente, quali reazioni hanno? Sono emozionati, sono naturali? E tu hai scelto i bambini, per professione: quali emozioni e mondo ti offrono?
I bambini sono un esempio da seguire sempre. Ti aprono le tue porticine più chiuse. Aiutano a capire i nostri limiti, i nostri difetti ma anche le nostre meraviglie come mai nessun altro. Sono cosi puri e angelici che non puoi non prendere da loro. Sono contagiosi. Quando i bambini vengono in studio per fare le foto e si mettono in posizioni strane, inizialmente non capiscono il motivo ma appena vedono e guardano la foto finita, è un “wow” garantito! E non sai quanta bellezza c’è nel mio cuore in quel momento.