Nelle elezioni regionali 2020 slittate per il covid c’è l’attacco al fortino rosso, alla roccaforte del Pd, è una battaglia quasi dai toni epici: Matteo Salvini è in un tour de force elettorale. Oggi, classico giorno della chiusura delle campagne elettorali, il leader leghista si è catapultato in Toscana: Marina di Carrara, Lucca, Pisa, stasera a Cascina e alle 18 il super evento a Firenze, dove salirà sul palco con Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Il centrodestra tenta l’impensabile, espugnare la rossa Toscana: Susanna Ceccardi, leghista appunto, contro Eugenio Giani, ex socialista cerniera tra Italia Viva e Pd. Matteo Renzi, visto che gioca in casa, ha ripreso a fare comizi a destra e a manca, ponendosi l’obiettivo nella sua regione di un magico 10%. Ma è la battaglia generale a far tremare i polsi nelle stanze dei democratici, Nicola Zingaretti che si trova in suolo toscano sfodera i toni per entusiasmare l’elettorato di centrosinistra a fare da argine all’avanzata degli estremismi del destra-centro. Basterà? È al cardiopalma, inutile nasconderlo, i sondaggi danno vantaggi risicati per il successore di Enrico Rossi, come si dice in questi casi, la partita è aperta. Un sogno per Salvini, perché? Rafforzare la leadership, minare il governo nazionale, ridimensionare Giorgia Meloni. Tutto in un colpo solo.
Con la Toscana in bilico sarà un week-end lunghissimo dalle parti del Pd. Un fine settimana di election-day. Si vota infatti il 20 e 21 settembre in tutta Italia per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, in 962 Comuni per le amministrative, in sette regioni per scegliere un nuovo presidente: Toscana, Campania, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta, Marche e Puglia. In Valle d’Aosta si elegge il consiglio che poi vota il presidente. Per il resto la situazione di partenza vede il centrosinistra governare in 4 regioni (Toscana, Marche, Campania e Puglia), e il centrodestra in Veneto e Liguria. Una fotografia che potrebbe stravolgersi.
La Liguria è l’unica regione dove il Pd e i 5S sono riusciti a sperimentare un accordo giallo-rosso territoriale, schierando Ferruccio Sansa, Italia Viva va per conto suo con Aristide Massardo, e il monolite dall’altra parte è l’uscente Giovanni Toti. Stessa aria di riconferma c’è in Veneto per Luca Zaia, il Pd mette in campo Arturo Lorenzoni, i 5S Enrico Cappelletti e i renziani Daniela Sbrollini. Una missione impossibile intaccare il consenso di Zaia che esce dalla gestione della prima fase dell’emergenza covid, ancora più rafforzato.
Nelle Marche? Potrebbero esserci sorprese visto che il Pd e i 5S vanno separati, rispettivamente con Maurizio Mangialardi e Gian Mario Mercorelli, e il candidato del centrodestra, Francesco Acquaroli, strettissimo di Giorgia Meloni, vola nei sondaggi. In Campania Vincenzo De Luca tiene in pugno le elezioni, l’uscente presidente del Pd non dovrebbe lasciare spazio all’avversario Stefano Caldoro. De Luca è diventato un vero fenomeno mediatico dall’inizio della pandemia, il pugno di ferro, l’autonomia decisionale, hanno rafforzato moltissimo il suo consenso, non solo sui social. Chiude la panoramica la Puglia. Raffaele Fitto a capo della coalizione di centrodestra tenta il colpaccio contro Michele Emiliano (uscente di centrosinistra), i 5S vanno soli con Antonella Laricchia e i renziani puntano su Ivan Scalfarotto. Urne aperte, ma con la mascherina.