La Rai conferma le date, il Festival di Sanremo si terrà dal 2 al 6 marzo come previsto. L’intenzione è quella di prevedere un protocollo sanitario per riempire le poltroncine del Teatro Ariston. Ma c’è chi sottolinea quali siano le criticità di un evento in presenza, specialmente per artisti e lavoratori.
La comunicazione
“Si terrà dal 2 al 6 marzo la 71esima edizione del Festival di Sanremo. La conferma – spiega una nota di Viale Mazzini – è arrivata al termine di una riunione tra i vertici Rai delle strutture coinvolte nell’organizzazione della kermesse e il direttore artistico Amadeus, alla presenza dell’amministratore delegato Fabrizio Salini. Tra i temi affrontati nel corso dell’incontro, il Protocollo sanitario e organizzativo che sarà a breve sottoposto alle autorità competenti in modo da poter prevedere una presenza del pubblico nella platea del Teatro Ariston”. Non sono ancora state definite queste regole per la gestione di pubblico, artisti e sala stampa. Tuttavia, sembra tramontata l’ipotesi dell’isolamento in nave.
Le richieste di Fimi
Secondo il rappresentante dei discografici Enzo Mazza, il presidente di Fimi, in questo momento si può solo realizzare un progetto televisivo.
“Al festival, per come è stato finora calendarizzato, mancano 6 settimane, cioè siamo già in grave ritardo. Eppure, allo stato non è giunta ancora nessuna comunicazione in merito a tamponi, gestione delle prove e gestione del personale delle case discografiche. Non c’è un altro minuto da perdere, se il festival vuole andare in onda dal 2 al 6 marzo”, avverte Mazza. Al primo posto per i discografici c’è la sicurezza degli artisti e degli operatori.
“Sono esclusi – dice senza mezzi termini – per i nostri artisti scenari con palchi esterni, passerelle con pubblico, stand di sponsor e radio e incontri stampa. Tutto dovrà avvenire in streaming come accade oggi in qualsiasi altro evento, a partire dal festival del cinema di Berlino, che si tiene nella stessa settimana di Sanremo”.
Per il presidente Fimi mancano le garanzie per gli addetti ai lavori.
“La primaria preoccupazione – dice Mazza – non può essere in questo momento quella relativa al pubblico in presenza, alle sale stampa in presenza o ai commercianti e ristoratori di Sanremo. Al primo posto c’è la necessità che Rai comunichi con urgenza un serio protocollo certificato per artisti e operatori del settore, che garantisca la massima sicurezza onde evitare rischi sanitari in ogni area della produzione e dell’ospitalità. Gli artisti coinvolti sono gli unici senza i quali il festival davvero non si può fare”.