A bocce ferme e dati alla mano possiamo dirlo: il Festival di Sanremo 2025 di Carlo Conti si è rivelato un clamoroso successo. Merito in primis del direttore artistico, poi della dirigenza Rai che ha cercato Conti con grande insistenza. Partendo dallo share ci sarebbe poco da discutere. Il conduttore toscano ha valorizzato al meglio l’eredità di Amadeus riuscendo a dare una nuova veste e la sua impronta alla kermesse, ma conservando quanto di buono aveva contraddistinto la macchina organizzativa nelle ultime 5 edizioni. Il dato che ne consegue dal punto di vista degli ascolti è pazzesco, questa edizione nel complesso riesce a battere anche il Sanremo dei record del 2024.
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Un Festival contiano
Quello del 2025 è sicuramente un Festival più “spoglio”, quasi modesto per quel che riguarda la proposta dei contenuti dello show, portato avanti a un ritmo infernale per rispettare l’orario di chiusura imposto dal ritorno del DopoFestival. Sanremo 2025 si cala perfettamente nell’attuale contesto politico e culturale del paese, a partire dal cambio di grafica e scenografia che segnano un ritorno al passato. Non sarà ricordato per alcuna polemica, se non consideriamo la querelle di poco conto della collana di Tony Effe. Una rivoluzione se pensiamo anche solo al primo Festival di Amadeus, nel mondo pre Covid, in cui ci si accalcava al PalaFiori per raccogliere le dichiarazioni di Morgan e Bugo; o anche facendo riferimento all’edizione del 2023 in cui il bacio tra Rosa Chemical e Fedez infiammava la platea e il pubblico a casa.
Beh, tutto ciò non c’è stato e forse non ci sarà più per qualche tempo. Nonostante questo, l’impianto social e il Festival “diffuso” messi in piedi in questi ultimi anni dalla Rai hanno dimostrato di essere strutture molto solide, talmente solide da poter fare a meno di uno show più sofisticato come quello portato all’Ariston da Amadeus. Il sostegno delle fasce più giovani è cosa ormai acquisita. L’indicizzazione social impone il marchio Sanremo durante tutta la settimana del Festival, il che rende quasi impossibile parlare d’altro a chiunque. Questo meccanismo è stato messo in moto da Amadeus nel 2020 e non si è più fermato, oggi Carlo Conti ha dimostrato di saper gestire questa potente risorsa. Riuscirà nell’impresa anche il prossimo anno? Ma soprattutto, sarà ancora lui a condurre le serate all’Ariston? O terrà solo la direzione artistica, come ipotizzato nell’ultima conferenza di stampa?
La kermesse in città
Mai come quest’anno il Festival è riuscito a coinvolgere così tanti appassionati e a diffondersi in ogni angolo del centro di Sanremo, a partire dalla ruota Veralab fino al palco Suzuki, per non parlare delle “bolle” degli artisti in gara come La Farmacia dell’Amore di Clara o la Gelateria Amarcord di Sarah Toscano. Massiccia la presenza in città di turisti e in costante aumento rispetto agli ultimi anni. Il Festival “diffuso” studiato e pensato da Amadeus a partire dal 2020 ormai è una realtà alla quale la Rai e la città di Sanremo non riescono più a rinunciare. Questo ha comportato inevitabili difficoltà nella gestione dell’ordine pubblico, comunque superate, in particolare durante eventi di grande richiamo come quello del red carpet del lunedì sera.
Gara e brani
Sulla gara è stato detto praticamente tutto nel corso della settimana. Da segnalare il ritorno di un cantautorato di qualità, vedi Brunori Sas e Simone Cristicchi, che resta la novità di questo Festival e rappresenta probabilmente la firma più importante di Carlo Conti sulla competizione. Tuttavia la vera rivelazione di questa edizione non può che essere Lucio Corsi, raffinatissimo cantautore arrivato in riviera come un marziano. Lanciato intelligentemente da Verdone attraverso la partecipazione alla serie Vita da Carlo, Corsi ha saputo entrare nel cuore del pubblico e delle giurie di qualità grazie alla sua autenticità e alla sua arte; meritatissimo per lui il Premio della Critica Mia Martini. A uscire vincitore alla fine è stato il giovanissimo Olly, idolo Gen Z e padrone incontrastato del Sanremo sui social; il suo pezzo, super sanremese, ha iniziato a scalare la classifica dalla serata di giovedì e non si è più fermato. A farne le spese due veterani come Giorgia e Achille Lauro, apparsi oggettivamente in gran forma e meritevoli quantomeno della top 5.
Tutti i premi
Classifica finale
1^ Olly – Balorda Nostalgia
2^ Lucio Corsi – Volevo essere un duro
3^ Brunori Sas – L’albero delle noci
Premi tecnici
Premio Bardotti (Miglior Testo) a Brunori Sas – L’albero delle noci
Premio Bigazzi (Miglior Composizione Musicale) a Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
Premio della Critica Mia Martini a Lucio Corsi – Volevo essere un duro
Premio Sala Stampa Lucio Dalla a Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
Premio TIM a Giorgia – La cura per me