Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mauro Buschini (Pd), ha approvato cinque ordini del giorno per dire no allo stoccaggio delle scorie radioattive in uno dei 22 siti individuati nella provincia di Viterbo dalla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) a ospitarli.
L’assessore alle Politiche abitative, urbanistica, ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero, Massimiliano Valeriani, ha spiegato che il programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi, elaborato ai sensi della normativa nazionale ed europea, istituisce un quadro per la gestione del combustibile nucleare e dei rifiuti radioattivi, in virtù del quale ogni singolo stato dell’Unione europea assicura l’attuazione del proprio piano. “La Sogin – ha spiegato Valeriani – è la società affidataria del ministero dell’Ambiente che ha recentemente pubblicato la documentazione riguardante l’avvio della procedura di consultazione per l’ipotesi di localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del parco tecnologico. In particolare – ha proseguito Valeriani – è stata pubblicata la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, in cui sono stati individuati anche 22 ipotetici siti nella provincia di Viterbo”. Ma il Lazio ha già dato: concetto ribadito sia da Valeriani che nei documenti approvati dall’Aula.
Il primo ordine del giorno, presentato dal consigliere Enrico Panunzi (Pd) e sottoscritto da numerosi altri consiglieri, impegna la Giunta a redigere osservazioni, “al fine di manifestare la netta contrarietà della Regione Lazio all’individuazione del sito per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi nel territorio regionale”, che tengano conto di vari fattori, e di convocare immediatamente un “Tavolo della trasparenza”, in tema di gestione delle scorie nucleari. L’ordine del giorno del gruppo Fratelli d’Italia – prima firmataria la consigliera Chiara Colosimo – impegna il presidente, Nicola Zingaretti, e la Giunta “a porre in essere tutte le azioni necessarie, affinché venga stabilita e confermata l’assoluta indisponibilità a individuare la provincia di Viterbo e i suoi comuni come sede per installazione di siti per lo stoccaggio, lo smaltimento, l’accatastamento di rifiuti radioattivi”, “ribadendo l’indisponibilità territoriale, infrastrutturale e umana anche al solo transito di scorie radioattive nel territorio della Tuscia. E’ del consigliere Fabio Capolei (Energie per l’Italia, da poco in Consiglio al posto di Stefano Parisi che si è dimesso dalla carica) l’ordine del giorno volto ad attivare Arpa Lazio e la protezione civile regionale, per il monitoraggio delle attività presso la ex centrale nucleare di Latina, in località Borgo Sabotino, e a erogare le necessarie risorse a tal fine. L’ordine del giorno del Movimento 5 stelle – prima firmataria la consigliera Silvia Blasi – impegna il presidente e gli assessori competenti a farsi portavoce delle istanze delle comunità locali e a rappresentarne il fermo diniego alla realizzazione del deposito nazionale di scorie sui rispettivi territori. Questo ordine del giorno inoltre impegna la Giunta a chiedere al governo una proroga dei termini, (60 giorni), per la presentazione delle osservazioni nella procedura di consultazione pubblica avviata il 5 gennaio.
Parla di “assoluto divieto allo stoccaggio e al transito di scorie nucleari” e di “far valere la totale contrarietà all’individuazione in una delle 22 aree indicate nella Cnapi del sito di deposito nazionale per i rifiuti radioattivi e parco tecnologico” l’ordine del giorno della Lega – primo firmatario Orlando Tripodi – che impegna la Giunta “a farsi parte attiva per tutte le azioni istituzionali ed eventualmente amministrative e giudiziarie utili a rappresentare questa deliberazione in qualunque sede”.