Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita.
(Eduardo De Filippo)
Ho voluto iniziare il pezzo dedicando un omaggio al grande Eduardo De Filippo che del teatro italiano è stato anima e cuore. A maggio prossimo saranno 121 gli anni dalla nascita di un gigante della cultura e del teatro italiano. Eduardo unì la fama del grande commediografo, attore e regista a quella del “dittatore”, raccontano le cronache. Regina Bianchi, la popolarissima Filumena Marturano, diceva di lui: “Era un tiranno? Forse, può darsi di sì ma a quei tempi in teatro non esisteva la democrazia e il regista era il capo indiscusso”.
L’appello di U.N.I.T.A. – Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, per lunedì 22 febbraio 2021:
U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) invita tutte le donne e gli uomini che dirigono i teatri italiani, dai teatri off fino ai grandi teatri nazionali, a illuminare e tenere aperti i propri edifici la sera del 22 febbraio, dalle 19,30 alle 21.30.
Il grande Gigi Proietti diceva “Benvenuti a teatro. Dove tutto è finto ma niente è falso”
U.N.I.T.A. chiede al nuovo Governo, a tutte le Istituzioni indistintamente, che si torni immediatamente a parlare di Teatro e di spettacolo dal vivo, che si possa rimarginare una ferita alla cultura, che si torni a nominare il Teatro, “che si programmi e si renda pubblico un piano che porti prima possibile ad una riapertura in sicurezza di questi luoghi di cultura”.
“Torniamo per una sera a incontrare quella parte essenziale e indispensabile di ogni spettacolo senza la quale il Teatro semplicemente non è: il pubblico”
A un anno di distanza dal primo provvedimento governativo che come prima misura di contrasto al Covid intimava la chiusura immediata dei teatri (come anche delle sale cinematografiche) nelle principali regioni del nord, estendendo successivamente e rapidamente il provvedimento a tutto il territorio nazionale nel giro di pochi giorni, U.N.I.T.A. chiede al nuovo Governo e a tutti i cittadini e cittadine – in ogni Comune italiano – che si torni immediatamente a parlare di Teatro e di spettacolo dal vivo e che si facciano azioni simboliche.
Vittorio Gassman diceva “Il teatro è una zona franca della vita, lì si è immortali”
U.N.I.T.A. chiede a tutti gli artisti, a tutte le maestranze lavorative dello spettacolo e al pubblico delle città italiane “di organizzare, ovunque possibile, in tutta Italia – rispettando, come hanno sempre dimostrato di saper fare, ogni misura di sicurezza – un presidio dei teatri nella serata del 22 febbraio”, perché questi luoghi tornino simbolicamente ad essere “ciò che da 2500 anni sono sempre stati: piazze aperte sulla città”, “motori psichici della vita di una comunità”. “Garantendo l’osservanza di tutte le norme di sicurezza” – ribadisce U.N.I.T.A. – “invitiamo tutti i cittadini a testimoniare la propria vicinanza, con la propria presenza fisica. Vi aspettiamo davanti ad un teatro della vostra città o del vostro quartiere per lasciare una traccia scritta di un pensiero su un foglio portato da casa o su un registro che ogni teatro potrà mettere a disposizione. Torniamo per una sera a incontrare quella parte essenziale e indispensabile di ogni spettacolo, senza la quale il teatro semplicemente non è: il pubblico”
La cultura è un bene comune primario come l’acqua; i teatri le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti.
(Claudio Abbado)
Che cosa rappresentava il teatro, per l’antica Grecia? Il teatro era un “agone”, una gara dalla durata di tre giorni. Era un evento eccezionale dedicato a tutti i cittadini, la società greca era sia fruitrice che organizzatrice degli spettacoli teatrali. Ogni giorno era dedicato a un autore che portava in scena tre tragedie e un dramma satiresco; la giuria era formata da cittadini e cittadine scelti a caso che votavano il migliore e inoltre i cittadini più ricchi della Polis dovevano sovvenzionare le spese d’allestimento di uno spettacolo teatrale. Il teatro, per l’antica Grecia, era la forma più alta ed elevata della democrazia, della Polis, a cui partecipava la cittadinanza e ne era coinvolta.
Viva il teatro, viva la cultura, viva le arti che sono mestieri e professioni. “Proteggere e liberare le città dai danni provocati da un’epidemia” – intimava Sofocle nel suo immortale Edipo – “significa innanzitutto conoscere se stessi, prima che un’intera comunità si ammali di tristezza non riuscendo più ad immaginare un futuro.
Appuntamento, dunque, a lunedì 22 febbraio.