Nessun giornalista alla convention repubblicana che ha incoronato Donald Trump candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti alle elezioni del 3 novembre 2020. Scene che saranno pagine di storia, una prima assoluta per la democrazia americana, avere la stampa costretta a seguire l’evento via streaming. Niente folle ad applaudire. Una decisione legata alle misure anti covid scattate e imposte dalle autorità locali nelle settimane di crescita esponenziale dei contagi. Una storia attuale insomma che reclama attenzione, sta cambiando i connotati delle vite reali, ogni giorno, di milioni di persone da Roma a New York, sottoponendo la politica a un test continuo di abilità, tenuta, capacità di stare con le redini ben salde in casa, e in maniera attenta e dinamica nello scacchiere internazionale.
All’esito delle elezioni americane sono legate, come già l’altra volta, le onde che attraverso l’oceano arrivano in Europa, in Italia. Se Trump sarà eletto di nuovo, inasprirà la linea anti-europeista, darà libero sfogo alla sua impronta strong infondendo una spinta alle tesi sovraniste italiane. Quando il vento soffia, si sente. Lo sentirà Matteo Salvini, lo avvertirà Giorgia Meloni. Entrambi i leader dai risultati di quelle elezioni potranno beneficiare e rafforzarsi. Se Trump perderà, invece, lasciando la Casa Bianca a Joe Biden, la destra italiana avrà un contesto internazionale completamente diverso, non solo a livello valoriale, ma di concrete azioni sullo scacchiere di cui si diceva prima. Un appuntamento cruciale anche per l’Italia, quindi, una corsa alle presidenziali rivoluzionata dalla pandemia. I media americani hanno evidenziato le debolezze di Trump, l’isolamento in cui ha gettato gli States anche rispetto al proprio ruolo nell’Oms, in un momento in cui esserci può fare la differenza.