Appoggiata a uno scatolone, mascherina, un piede che ciondola mentre racconta di questa libreria in un centro commerciale a Guidonia Montecelio diventata libreria di quartiere per scelta, dove il coronavirus non ha stravolto l’identità e l’appartenenza. Con i numeri dell’editoria che galleggiano intorno minacciosi, l’effetto lockdown, la flessione, gli esordi tagliati, le uscite ritardate, come sempre sono le storie a fare la differenza. Succede nella terza città del Lazio, al confine con Roma, c’è una libreria della catena Librerie Coop, con un catalogo ricercato e di tendenza insieme, dove la prima e unica connessione che conta è quella con i lettori. Tra gli ordini da fare, le classifiche, il naso per capire dove tira l’aria e dove farla tirare, nella vita da librai è il rapporto con le persone il centro di tutto. Flavia Di Pietro è arrivata a Guidonia da Pescara. Archeologa, ha iniziato a lavorare in libreria nella sua città, nel 2006. Diverse esperienze e poi l’approdo in una della catena che, nel 2015, ha aperto i battenti anche nel centro commerciale vicino alla via Tiburtina. “Mi sono proposta e sono venuta qui”, dice Flavia, dai gusti letterari raffinatissimi, oggi appunto responsabile della libreria con un team motivato e appassionato: Rossella Santoro, Michele Cruciani, Cecilia Prati, Elisa Macci, Stefania Meli.
Rossella Santoro è in libreria dal giorno della sua apertura, dopo aver lavorato negli eventi legati all’editoria come laureata in comunicazione e marketing. “Ho avuto modo di seguire tutta la filiera dell’editoria, fino alla pubblicazione, esperienze che sono state molto importanti”. Con i social, il digitale, il lavoro del librario è cambiato. La classifica nazionale era e valeva oro, lo spiega Flavia: “Quando ho iniziato i cambiamenti erano già in atto, ma insomma i titoli in classifica prima guadagnavano tantissimo e i riordini in libreria si facevano in base agli ospiti di Fabio Fazio. Oggi invece contano due fattori, sempre le tendenze nazionali ma tanto anche l’andamento della libreria”. È il lettore a essere diverso, aggiunge Rossella, “oggi con i social, le figure dei bookinfluencer, il passaparola, il lettore arriva con le idee più chiare”. Ma i consigli servono sempre, anzi. In un rapporto, infatti, c’è la reciprocità. E vale ancora di più per i librai. “Abbiamo una clientela fidelizzata, che conosce i nostri gusti, il nostro orientamento e quindi si rivolge a ciascuno di noi in base a questo. Senza dubbio non è una tipica libreria del centro commerciale, più una libreria di quartiere, anche il catalogo – assicura Rossella – segue questa vocazione”.
Critici, giornali, blog, la parola del libraio per il lettore è preziosissima, unica. Intanto perché si fonda su un legame, che è la fiducia e la conoscenza, e poi c’è la capacità di una professione dove serve anche l’intuito. “Ogni giorno nel mondo dei libri cambia il vento e il mare ma noi sappiamo come orientarci”, dice Michele Cruciani, 26 anni, romano, altra voce del team di Flavia. Un percorso di apprendimento che non finisce mai e nello stesso una postazione privilegiata dalla quale guardare anche i gusti delle persone variare. “Vediamo i lettori crescere negli anni e questo perché tornano qui, c’è un percorso nel tempo”.
In Italia e nel mondo il coronavirus ha creato un prima e un dopo. Nell’editoria secondo l’Indagine Cepell-Aie, con la collaborazione di Pepe Research, l’emergenza Covid-19 ha provocato un forte calo dei lettori e ha fiaccato la domanda di acquisto, specie tra i lettori forti, cioè da parte di chi prima della crisi leggeva più di 12 libri l’anno. A maggio del 2020 la percentuale di italiani (15 -74 anni) che dichiarava di aver letto negli ultimi 12 mesi almeno un libro (compresi eBook e audiolibri) è in calo di 15 punti percentuali rispetto al marzo dell’anno precedente, attestandosi al 58%. Il valore scende di altri 8 punti percentuali (50%) quando si prendono in considerazione solo le letture degli ultimi due mesi, ovvero marzo e aprile. Chi non ha letto libri a marzo e aprile è il 50% della popolazione, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42%. C’è sicuramente un effetto diretto del lockdown, quando tartassati dalle news, molti lettori hanno trovato meno concentrazione e stimolo a prendere un libro in mano. Un trend però che non è lo stesso dappertutto, nella ripresa post lockdown. Diverse le condizioni che incidono. Sicuramente soffrono di più le librerie legate ai luoghi del turismo, agli uffici dove oggi c’è lo smartworking. “Nella nostra libreria come flussi non sono cambiate le cose dopo il lockdown, i lettori sono tornati, ma in alcune zone di Roma la situazione è differente per cause esterne”.
Mascherine, igienizzanti, frecce
C’è un banchetto all’entrata con il flacone di igienizzante, i cartelli che avvisano, è obbligatorio indossare la mascherina. Una volta dentro, le frecce a terra segnano un percorso in modo da non far incrociare i clienti. I librai indossano i guanti e devono tenerli puliti costantemente, oltre a igienizzare il locale. La routine quotidiana è diversa, e l’ingresso contingentato. “La libreria non è un posto dove entri e vai via, ma un posto per restare”, dice Michele dietro una mascherina azzurra, “l’idea di fare la fila è strana”. Eppure il comportamento dei lettori è impeccabile, aggiunge Flavia, “c’è molta collaborazione”.
La spinta dei libri per ragazzi e le donne
La libreria si basa sulla vendita di libri per ragazzi. Basta dare un’occhiata al pannello dietro il banco dove vengono inseriti, ogni settimana, i sei libri più venduti. Il titolo per ragazzi c’è sempre. Forte la vendita alle mamme per i bambini fino a 4 anni, e così anche quella dei preadolescenti legata ai personaggi del web, come gli youtuber. Per i ragazzi il trend lo dettano le serie tv, e bene vanno i libri di genere, il fantasy e i romance. Man mano che si sale con l’età, l’identikit del lettore è sempre più donna, sottolinea Rossella. E non mancano i lettori forti, che leggono – suggerisce Michele – almeno tre libri al mese, e lì ci sono anche uomini. I generi che più vanno sono gialli, thriller e “Harry Potter che fa genere a sé”.
Dai libri per allevare lumache agli erotici
I lettori sono imprevedibili e chiedono di tutto. Manuali per allevare le lumache magari, ma libri sul covid no, per carità. “Non ne vogliono sapere – racconta Michele – sia di saggi che dei romanzi, vogliono evadere da quel tema”. Vanno tanto i classici dopo il lockdown, riscoperti in quel periodo in assenza delle nuove uscite. La libreria è pensata in ogni tappa. All’entrata la pedana delle novità editoriali e poi accanto una intera parete per libri per bambini e tanto young adult, poco più avanti le pedane di genere, gialli e thriller a sinistra, mentre subito a destra una pedana grande per il fantasy che ha molti appassionati. Tra gli scaffali non mancano i libri erotici, richiestissimi, e le lettrici sono donne. L’argomento nuove uscite è un tasto delicato, per Michele gli editori dovrebbero selezionare, questo ricambio di titoli continuo non premia sempre la qualità. “Persone normali di Sally Rooney è sparito eppure è un libro validissimo, per fortuna c’è stato il caso di Cambiare l’acqua ai fiori di Edizioni E/O che è risalito in classifica per diverse settimane, un libro bello e spinto dal basso”.
La vendita online incide, gli ebook no
Nel cambiamento intorno alla vendita dei libri, tanto ha inciso la possibilità di acquistarli online e riceverli a casa. Gli ebook poco e niente, ma questo tasto invece per i librai è dolente. “Non siamo contro la vendita online ma contro chi sfrutta il nostro lavoro, in maniera scorretta. Come ad esempio scegliere un libro qui e poi andarlo a acquistare online. Da quando è stato imposto per legge lo sconto massimo del 5% anche online, noi abbiamo recuperato prenotazioni”. Durante il lockdown la libreria ha attivato la consegna a casa dei volumi. Flavia ha gli occhi lucidi pensando a una cliente che vedendola arrivare alla porta ha detto, stupita, “è venuta la libraia”. Le emozioni d’altronde non conoscono lockdown.