Intervista a Vincenzo Bocciarelli, attore di cinema e fiction, presentatore, conduttore, scrittore, artista versatile ed eclettico, volto molto amato e apprezzato per le sue numerosissime partecipazioni in film e fiction TV, la scorsa estate ha presentato “Sulle Ali dell’Arte”, libro edito da Accademia Edizioni ed Eventi, dedicato proprio alla nobile disciplina dell’arte, quanto mai preziosa in questo momento di grande difficoltà per la cultura e l’arte, in questa emergenza sanitaria.
Accompagnare con l’arte uno dei momenti storici più difficili per il nostro Paese è davvero un impegno e progetto encomiabile.
Vorrei partire dall’importante evento, il format “Live in Rome” che lei ha condotto il 15 ottobre scorso e del prestigioso Premio Giovanni Paolo II: un periodo denso di impegni e riconoscimenti.
Sì, in effetti nonostante sia un periodo profondamente complesso e denso di ostacoli, soprattutto per chi come noi dello spettacolo lavora a stretto contatto con il pubblico, in questi mesi non mi sono fermato un attimo.
Lei è un artista eclettico, attore, conduttore, presentatore, si è cimentato anche nella scrittura. Parliamo del suo libro “Sulle Ali dell’Arte”, tema tornato in primo piano in questo momento di difficoltà per i luoghi di cultura:
Il libro è uscito lo scorso 22 luglio e devo dire con grande mio stupore e meraviglia è già stato letto da tantissime persone e le critiche sono bellissime. Sono le ali che conducono verso la speranza, la voglia di amare e innamorarsi di nuovo della vita e del mondo nonostante tutto… ma proprio tutto. L’esperienza del Bocciarelli Home Theatre per sopravvivere a una pandemia attraverso la bellezza dell’arte e dello spirito.
Il suo progetto, il suo libro è una sorta di diario del suo lockdown, dalla sua esperienza artistica direttamente dal programma “Bocciarelli Home Theatre”. Come ha vissuto quel periodo e come è nata l’idea?
E’ tutto raccontato nel libro… lascio la curiosità al lettore. Personalmente è stato un viaggio nel profondo della mia nudità interiore. Infatti attraverso i dodici capitoli ho rivelato molte parti di me che fino ad oggi non avevo mai esposto.
Cosa ne pensa di questo durissimo periodo, in cui siamo costretti a convivere con il virus? La scelta di tenere chiusi i luoghi di cultura, teatri e sale cinematografiche?
E’ tutto tremendamente e profondamente sofferente. Noi attori stiamo provando un grande senso di impotenza e di frustrazione nonostante ci si possa prodigare in iniziative personali come per esempio quella svolta da me, da casa, durante il primo lockdown. Penso però che le strutture organizzative o le produzioni televisive potrebbero spingersi un po’ più oltre con più coraggio rispetto al teatro. Potremmo ad esempio fare prove aperte filmate in diretta negli stabilimenti televisivi e riportare così il teatro in tv come decenni fa quando c’erano attori straordinari e preparatissimi.
Il “Bocciarelli Home Theatre” che lei ha condotto dal suo soggiorno di casa, ha avuto successo e soprattutto lo scopo di portare il teatro, la poesia e l’arte nelle case delle persone. Un’iniziativa che trovo preziosa, data la sofferenza della cultura in questo momento. Come è arrivata questa originale idea?
E’ nata spontaneamente, come tutte le cose della mia vita. Mi è uscita dal cuore come racconto nel libro, il resto è stato il pubblico ad ispirarmi anche nella scelta dei brani teatrali e poetici da recitare. E’ stato molto bello, emozionante ma anche talvolta faticoso. Il teatro prende vita insieme ad altri attori, a lungo andare la solitudine si sente e crea un effetto implosivo.
Di cosa ha bisogno, a suo parere, il pubblico, la gente, in questo momento? Situazione molto seria per il lavoro, le imprese. non solo il settore spettacolo, ovviamente. Come trova le persone, oggi, peggiorate o migliorate?
Questo periodo ha messo in evidenza le parti migliori o peggiori di tutti noi. Chi si sentiva forte, immortale e indistruttibile ora ha un impattato con la morte. Chi invece ha sempre combattuto ed era già abituato a farlo, rimboccandosi le maniche non gli è costato poi più di tanto. Tutto questo ci sta insegnando e ricordando che nella vita non ci si può mai adagiare e bisogna essere sempre pronti.
“Puri come colombe e astuti come i serpenti”.
La cultura in generale quale importanza e funzione ha?
Una funzione fondamentale, il “tutto” non deve essere indotto ma spontaneo. O meglio “l’ossigeno culturale” deve essere assorbito e assimilato in modo naturale e non in modo esteriore o superficiale. Per fare un esempio: come chi per dimostrare di essere colto crea virtuosismi o cita continuamente nozioni. La cultura non è quella, a mio avviso. La cultura, il sapere, nascono oltre che dalla teoria, dall’esperienza e il frutto di tutto ciò poi ti attraversa il sangue nelle vene in modo naturale… ed è poi così che l’anima vola.
Progetti prossimi a cui sta pensando, post Covid?
The show must go on…tante belle novità in arrivo. Se Maometto non va alla montagna, la montagna… vi aggiornerò presto.