Prossimo weekend in zona arancione (o rossa), stop agli spostamenti tra le Regioni fino al 15 gennaio. Questo sembra l’indirizzo che il Governo adotterà dal 7 gennaio, magari prolungando con un’ordinanza il decreto natalizio in scadenza. Nel prossimo Dpcm rimarrà la suddivisione in fasce, Speranza ha in mente di modificare anche le soglie di accesso alle zone rosse e arancioni rendendole più rigide. Nel frattempo, prosegue a rilento la campagna vaccinale.
Zona rossa nei weekend?
Resta l’interrogativo al momento. Probabilmente il 9 e il 10 gennaio saranno giorni “arancioni” per tutti, il Governo sta valutando anche la possibilità di continuare con la zona rossa nei festivi e nei prefestivi. Una cosa è certa, non ci sarà il “tana libera tutti”. Altro punto sul quale si discute riguarda gli spostamenti tra le Regioni: l’intenzione è di mantenere chiusi i confini almeno fino al 10 gennaio, prorogando di fatto le misure disposte per le festività natalizie in attesa del nuovo monitoraggio e delle nuove assegnazioni delle fasce per le singole Regioni.
Soglie Rt da rivedere
Il ministro per le Autonomie Francesco Boccia, nel corso del vertice con le Regioni, ha paventato la possibilità di rivedere le soglie di accesso in zona rossa e arancione.
“La proposta oggi non è di cambiare i parametri, che restano gli stessi perché hanno funzionato, ma le soglie di accesso ad una zona, decidendo di essere ancora più rigorosi per consentire alla campagna di vaccinazione di avere delle reti sanitarie meno appesantite, da difendere con maggior forza quando l’Rt supera l’1”, spiega il ministro. “La zonizzazione e le responsabilità dei territori – continua Boccia – hanno funzionato perché hanno portato il paese da 1.72 a 0.8. E questo è un risultato oggettivo”.
Dalle Regioni arriva l’ok, ma senza stravolgere lo strumento della suddivisione in fasce.
“Ho chiesto al governo di non stravolgere un’altra volta le regole a cui famiglie e imprese hanno cercato di adeguarsi e sulle quali stanno da settimane cercando di programmare il loro futuro. La posizione dell’Abruzzo è che bisogna dare un quadro di stabilità che consenta di affrontare il prossimo futuro con un minimo di prospettive. Dal 7 gennaio occorre tornare alla disciplina pre-natalizia che prevede la divisione in tre fasce”, dice il presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio. “Ho condiviso, come tutti i miei colleghi, la proposta di abbassare le soglie di Rt previste per il passaggio da gialla a arancione e poi a rossa (portando i limiti oggi previsti a 1,50 e 1,25, rispettivamente a 1,25 e 1,00). Ma un conto è fare una ‘manutenzione’ dello strumento anche sulla scorta dell’esperienza fatta, altro sarebbe cambiare un’altra volta in corsa le ‘regole del gioco’”.
La Liguria concorda con l’impostazione del Governo e chiede contestualmente di prendere in considerazione la verifica di ulteriori parametri.
”Le Regioni hanno concordato sul fatto che stiamo vivendo ancora un momento complesso, in cui il tasso di diffusione del virus è tornato a crescere, in Europa come in Italia. In più non sono ancora noti tutti i risvolti della cosiddetta ‘variante inglese’, con un maggiore tasso di contagiosità – dichiara il presidente ligure Giovanni Toti –. Di fronte a tutto questo, è giusto tornare alle cosiddette zone gialla, arancione e rossa, ma occorre rivedere i criteri. Oltre al criterio dell’Rt come proposto dal Governo, occorre però, per avere corretti dati per decidere, considerare anche la classificazione dei tamponi, contando quelli antigienici, il tasso di incidenza del virus e il numero di pazienti negli ospedali. Altrimenti si rischia di avere delle classificazioni regionali ingiuste e penalizzanti, o addirittura assurde, che puniscono chi fa più tamponi”.
Ritardi nelle vaccinazioni
La vaccinazione va avanti a un ritmo adeguato in poche Regioni. Una di queste è il Lazio, in questo momento è la Regione che ha la percentuale più alta di vaccini effettuati in rapporto alle dosi ricevute (48,7%).
“Grazie agli operatori sanitari che stanno andando avanti nella campagna vaccinale. Siamo tutti e tutte impegnati, con numeri nella nostra regione che sono davvero ottimi”, ha dichiarato Nicola Zingaretti.
Ancora al palo la Lombardia, ferma al 3,9%. La campagna vaccinale vera e propria dovrebbe partire da oggi, fa sapere Milano attraverso le parole dell’assessore al Welfare Giulio Gallera. In questo momento, secondo i dati aggiornati al 4 gennaio da Aifa, i vaccinati hanno toccato quota 118 mila ma con differenze molto significative tra le varie Regioni.