POINT LONGFORM
Testi di Gea Petrini, Anna Laura Consalvi, Emanuele Del Baglivo
“Ancora non abbiamo comprato il diario”. Le chat stranamente silenziose. Il calendario che corre rapido verso l’apertura delle scuole, i banchi monoposto che devono arrivare, i piani di riserva, i supplenti che mancano, le mascherine da distribuire, i genitori in una bolla di attesa. Dopo sei mesi di fermo riprende il 14 settembre l’attività didattica in presenza, si dice così perché finalmente si torna in classe, anche se ci sono regioni, come la Sardegna, che hanno spostato la campanella direttamente a dopo il referendum del 21 settembre. Nella piramide delle responsabilità che parte dal Governo, passa dalle Regioni e investe i presidi insieme ai Comuni, il mastodontico gigante della scuola italiana è alla prova di accensione, come un razzo, nell’anno del covid. Un lockdown lungo a causa della pandemia ha investito le scuole che, senza particolari strategie già attive e con mezzi tecnologici a dir poco scarsi, per settimane hanno portato le lezioni online, sugli schermi, nelle case. Ma adesso che manca così poco alla ripresa vera, una manciata di giorni, ci sono le città in attesa dei container, le frecce per terra da mettere, il servizio d’accoglienza da organizzare.
Come il covid ha stravolto il modo di stare a scuola
Le regole generali che arrivano dal ministro Lucia Azzolina, dai verbali del comitato tecnico scientifico e quindi dalle disposizioni del Miur, sono state messe nere su bianco tra fine agosto e l’inizio di settembre. In sostanza è prioritaria la distanza di sicurezza di un metro: se questa distanza nelle aule è garantita, non serve la mascherina al banco, né per la primaria né per la secondaria, ma solo nelle zone di passaggio, e in tutte le occasioni in cui muovendosi non è possibile rispettare quel limite. Nel caso di alunni diversamente abili famiglie e scuole possono concordare le soluzioni migliori, mentre i bambini sotto ai 6 anni non devono indossarla.
La scuola fornirà mascherine chirurgiche al personale e agli studenti, si tratta della fornitura di 11 milioni di dispositivi al giorno messi a disposizione dal commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. Se la distanza tra i banchi è sopra al metro, gli alunni possono abbassarla quando sono seduti. Dal comitato tecnico scientifico è arrivata l’indicazione, che serve appunto a garantire la distanza, di usare i banchi monoposto. Attingendo ai 2,9 miliardi stanziati dal governo per la riapertura di settembre, con una gara europea sono stati acquistati 2,4 milioni di banchi monoposto (2 milioni tradizionali, 400mila con sedute innovative), che saranno distribuiti nei prossimi mesi partendo dalle zone più colpite dal covid.
Con la febbre o comunque sintomi influenzali bisogna stare a casa, vale per gli alunni e per il personale. La misurazione della temperatura però è demandata alle famiglie, non ci sarà un termoscanner all’ingresso, questo per “responsabilizzare”, così spiega il ministero. La mensa sarà a turni, e se i locali non saranno più disponibili perché utilizzati per fare lezione, si pranzerà in classe.
I bambini della scuola dell’infanzia devono essere divisi in gruppi più piccoli e ci sarà un servizio di accoglienza all’esterno, e comunque un solo adulto potrà accompagnarli all’interno. Niente più giocattoli da casa, e 170mila litri di disinfettante raggiungeranno ogni settimana tutte le scuole italiane. Almeno questi sono gli impegni del commissario per l’emergenza.
La scuola, poi, deve individuare un referente covid che possa verificare la situazione e rapportarsi con le Asl. In caso di contagi saranno effettuati i test rapidi, il Lazio lo aveva già deciso. La questione del personale è uno dei punti critici. Per gestire i nuovi spazi, per stare dietro alle prescrizioni, servono più risorse tra insegnanti e operatori. Proprio in questi giorni è in corso la pubblicazione delle graduatorie online dei precari, i supplenti. Si tratta di oltre 753 mila aspiranti che hanno chiesto l’iscrizione nelle graduatorie, per un totale di 1.938.928 domande (gli insegnanti potevano iscriversi per più classi di concorso). Tutte le richieste sono state valutate e hanno portato all’esclusione di quasi 40 mila domande che presentavano anomalie. Ci sono però polemiche per gli errori nei conteggi e qualche strafalcione, il sindacato si è fatto sentire.
Nel Lazio mancano 582 aule
A proposito di personale, il Lazio sta cercando medici, infermieri, operatori sanitari da inserire nelle scuole come equipe anti-covid per una ripresa in sicurezza. Il presidente Nicola Zingaretti ha infatti firmato un’ordinanza che consentirà alle Asl di procedere velocemente. Sono in corso i test sierologici su insegnanti e personale, e cosa accadrà se – a lezioni iniziate – dovesse esserci un caso di covid a scuola? Il Lazio, e anche il Veneto, ha predisposto il test sierologico rapido. Arriverà un’unità specializzata nella scuola che sottoporrà studenti, insegnanti, e personale, al test che fornisce l’esito entro mezz’ora. Sono gli stessi utilizzati negli aeroporti e validati dallo Spallanzani. Ma l’intero pacchetto scuola sicura, tra interventi e criticità, è stato al centro dell’audizione convocata nella commissione regionale, presieduta dalla dem Eleonora Mattia.
Il quadro è questo. In sostanza mancano 582 aule in tutta la regione, la maggior parte per il primo ciclo e collocate a Roma e provincia. La Regione sta lavorando a un bando per mettere a disposizione gli immobili confiscati alla mafia e ha chiuso accordi per utilizzare le sale disponibili di cinema e teatri. Intanto i Comuni, raccogliendo le richieste delle scuole, hanno partecipato ai bandi per reperire container.
Con i fondi del ministero, 70 milioni di euro, sono state privilegiate nel Lazio le scuole di primo grado con il potenziamento del personale, degli arredi e per gli spazi. Per le scuole secondarie si ricorrerà anche alla didattica a distanza a rotazione per una o due volte a settimana, in rari casi anche per tre giorni. Per quanto riguarda la consegna dei banchi monoposto sono arrivate rassicurazioni dall’ufficio scolastico regionale: in più tranche, ma tutti entro il mese di gennaio. E intanto? Le scuole stanno attrezzando delle alternative temporanee.
“La pandemia ha fatto emergere prepotentemente purtroppo tutte le criticità della scuola – ha commentato la presidente Mattia dopo l’audizione – dovute ad anni di tagli finanziari, che oggi paghiamo e che dobbiamo assolutamente recuperare, sfruttando l’emergenza attuale come opportunità per far tornare la scuola, unico ascensore sociale dal Dopoguerra ad oggi, al centro dell’attenzione. A due settimane dall’inizio della scuola, la situazione appare sotto controllo e il nostro obiettivo rimane quello di garantire il diritto allo studio, alla formazione e all’apprendimento, ma anche quello di tutelare la salute delle nostre bambine e bambini e dei nostri ragazzi e ragazze, del personale docente e non docente, promuovendo sempre l’uguaglianza sociale e di genere”. Sulla data di avvio ci sono state lettere dai territori per chiedere lo slittamento, ma è la consigliera regionale cinque stelle Roberta Lombardi a chiedere all’assessore Di Berardino di rivalutare i tempi, e spostare l’avvio dell’anno a dopo il referendum. Ma fino ad ora non sono arrivati segnali in questa direzione. Così intanto le scuole si preparano, con i comuni schierati a gestire la sfida a livello territoriale.
Guidonia Montecelio, servono i container
Nella terza città del Lazio i dirigenti scolastici si sono relazionati con l’amministrazione (a guida cinque stelle) per stabilire in diverse concitate fasi, da luglio a oggi, gli interventi necessari negli istituti. Insomma, serve il distanziamento, quindi se per i banchi monoposto bisogna aspettare il governo nazionale, agli enti locali sono stati assegnati fondi per gestire i lavori di adeguamento così da creare spazi e migliorare gli arredi in funzione delle esigenze dettate dalla pandemia. Il Comune, attraverso il dirigente Egidio Santamaria, ha affidato l’incarico da 35mila euro all’architetto Marco Ludovici (esperto di censimenti impiantistici e anagrafiche tecniche di grandi patrimoni immobiliari nell’ambito del facility manager) di verificare la condizione di tutte le scuole di Guidonia Montecelio così da stilare un piano di adeguamento. E lo studio Ludovici ha proceduto dividendo gli istituti in quattro lotti di intervento. Così poi sono stati affidati i lavori a altrettante ditte per sistemare gli spazi: per questo il Comune ha ottenuto l’assegnazione di 520mila euro di fondi dal governo.
Ma c’è stato un altro bando nazionale di fine agosto che si è rivelato essenziale. Il Comune, infatti, in base alle indicazioni dei presidi, ha potuto richiedere finanziamenti per l’acquisto di tensostrutture e container. Quindi ne sono stati richiesti sette da diversi istituti: Don Lorenzo Milani, Leonardo Da Vinci, De Filippo di via La Marmora, Giovanni XXIII, De Filippo di via Morelli, la scuola di Montecelio, e la De Filippo di Colleverde. Ma non è detto che siano accolte tutte le richieste.
La sfida è difficile ma rappresenta anche l’opportunità di ammodernare le scuole, lo pensa Matteo Castorino, cinque stelle, consigliere comunale presidente della commissione Pubblica Istruzione (e più). “La riapertura delle scuole a settembre sarà un momento importante per Guidonia Montecelio e per tutto il Paese. Un passo, complesso, ma decisivo per tornare alla normalità e per rispondere alle esigenze delle famiglie, dei ragazzi e delle ragazze che vivono la scuola come luogo di formazione e socialità. Uno spazio irrinunciabile e insostituibile dagli strumenti della didattica a distanza. Ritengo che l’amministrazione comunale, con particolare riferimento agli uffici dei lavori pubblici e della pubblica istruzione, abbia lavorato con caparbietà in questa direzione, promuovendo un costante clima di collaborazione e sinergia con i dirigenti scolastici e il Miur. Nelle prossime settimane sarà necessario accelerare gli interventi strutturali sugli immobili che rappresentano un’opportunità rara per ammodernare e mettere in sicurezza le nostre scuole”.
Genitori nell’incertezza
“Non abbiamo nessuna notizia certa”. Moira Andreozzi è mamma di uno studente della terza media di Colleverde, quartiere di Guidonia Montecelio a ridosso di Roma. Troppi ritardi nell’organizzazione complessiva, i genitori si sentono abbandonati e le responsabilità non sono delle scuole, specifica, ma del governo centrale. Fatto sta che la vita delle famiglie è rivoluzionata. “Siamo nell’incertezza più totale, dopo il consiglio d’istituto di luglio non abbiamo saputo più niente, mancano pochi giorni e non sappiamo se i banchi monoposto siano arrivati o meno, non sappiamo gli orari, come saranno puliti i bagni, se ci sarà l’igienizzante nelle aule”. L’esperienza della didattica a distanza “per mio figlio è stata positiva”, anche grazie agli insegnanti che – spiega Moira – si sono organizzati in maniera veloce, mettendo impegno e dedizione. Uno dei punti dolenti, che preoccupa, è quello dei trasporti. Secondo le indicazioni si può prendere l’autobus e lo scuolabus, con la mascherina. Ma a Guidonia Montecelio, dove c’è un pregresso di conti in rosso e debiti che ha portato a tagli su tagli, lo scuolabus non c’è più. Un vero disagio per le famiglie: “Noi ci facevamo aiutare da un servizio privato di navetta ma quest’anno, con il covid, e l’incertezza ancora anche negli orari, il servizio privato non è più disponibile, i mezzi pubblici da Marco Simone a Colleverde non ci sono e così noi non sappiamo come fare”. Stesso buio pesto per il servizio di pre-post scuola.
A Tivoli tra prefabbricati e l’app Immuni
L’emergenza covid ha reso poi ancora più critiche le questioni irrisolte. È il caso di Tivoli, dove il suono della campanella per il Comune ha una duplice valenza: da una parte c’è la questione dell’emergenza Covid da risolvere per permettere a tutti di tornare sui banchi, dall’altra c’è la faccenda della scuola “Pertini” che è senza fissa dimora dallo scorso anno a causa dell’inagibilità dell’edificio di via del Collegio che non può essere sistemata in nessun modo se non abbattendo e ricostruendo l’edificio da zero. Una questione non proprio semplice da risolvere prima di tutto per la penuria di strutture, che ha costretto alunni e insegnanti ad una diaspora a quanto pare destinata a non finire.
Nel mese di agosto sono state 2 le possibili soluzioni messe in campo dall’amministrazione Proietti, annunciate con altrettanti comunicati stampa, a fronte anche delle raccolte firme promosse dalle famiglie e arrivare a quota 3.000 protocollate in municipio alla fine di luglio. Il 7 agosto la chiave di volta sembrava essere il museo civico “Mauro Macera” e la biblioteca comunale, ma la fretta a volte è cattiva consigliera e da sopralluoghi fatti dopo (e non prima) è emerso un piccolo grande problema: gli spazi, parliamo del museo, sono continui, nulla di più pericoloso per le normative imposte a fronte della pandemia che ancora miete numeri e vittime. Il dietrofront è arrivato a distanza di una manciata di giorni, siamo al 26 agosto: niente soluzioni tampone interne, resta in piedi la sola biblioteca, ma l’idea di partecipare ad un bando del Miur per l’affitto o acquisto in leasing di strutture temporanee.
Si tratta per dirla in soldoni di 3 aule che andranno nella corte esterna di Villa Braschi e 2 nel plesso esterno di via Colsereno a coprire il fabbisogno dell’istituto comprensivo di Tivoli 1 e di circa100 alunni. Calcolatrice alla mano ci vogliono 120mila euro da rimediare sia in caso di finanziamento che in caso contrario. “Se non basteranno i fondi attingeremo a quello di riserva del comune, ma siamo fiduciosi arrivino sia i soldi che le aule per il 14 settembre”, racconta l’assessore ai Lavori Pubblici e vicesindaco, Laura Di Giuseppe, che ammette pure di non avere al momento un piano B anche per convinzione della bontà del progetto messo in piedi per risolvere l’emergenza. “Quando ci siamo visti con la Preside prima delle linee guida legate al Covid il fabbisogno era un altro poi siamo arrivati alle 5 aule attuali”, aggiunge. Intanto però la “mossa del fondo di riserva” è stata già portata a dama: con una delibera di giunta il comune lo scorso 2 settembre ha deciso di utilizzare i soldi comunque, in attesa dell’esito della richiesta fatta al Ministero, della serie meglio essere previdenti.
E il resto delle scuole? Per loro sono previsti lavori di edilizia leggera, senza però modificare nulla di sostanziale. Di turnazioni al momento non se ne parla, solo a Tivoli 2 si utilizzeranno gli spazi del refettorio garantendo il pasto all’ora di pranzo direttamente in aula con i lunch box. Al momento restano sospese anche le convenzioni con le associazioni sportive per l’utilizzo delle palestre, che i ragazzi potranno continuare a sfruttare per l’attività motoria all’interno dell’orario scolastico o se necessario come aule. Capitolo a parte spetta agli istituti superiori che non sono di competenza comunale ma di Città Metropolitana. In questo caso alcuni licei, come lo scientifico, oltre ad aderire alla campagna “Scuole sicure” avviata dalla Regione Lazio per la somministrazione su basa volontaria di test sierologici al personale scolastico e agli alunni diversamente abili, chiede agi studenti, al personale e anche ai genitori di scaricare l’app Immuni, al fine di aiutare il tracciamento dei positivi.
Fonte Nuova sui banchi ha giocato d’anticipo ma il classico slitta
C’è chi nel dubbio ha giocato d’anticipo, come l’amministrazione di Fonte Nuova, sempre in provincia di Roma. A Tor Lupara e a Santa Lucia la scuola è un tema caldo. Vuoi per l’assenza di un plesso scolastico in grado di accogliere la vasta platea di studenti delle superiori residenti nel territorio comunale, vuoi per l’età media molto bassa registrata all’anagrafe dell’intera cittadina alle porte di Roma. La questione è centrale, ancora di più a causa dell’emergenza sanitaria. L’amministrazione in tempi non sospetti aveva ottenuto dalla Città Metropolitana le autorizzazioni per aprire una succursale del Liceo Classico e Linguistico Orazio di Roma. Un iter giunto alla sua conclusione e andato in porto, anche se la struttura entrerà in funzione solo per l’anno scolastico 2021-22 a causa dell’esiguità delle iscrizioni per quest’anno. Tuttavia, non è passato inosservato il gran lavoro per l’adeguamento alle norme anticovid negli altri istituti, “un lavoro iniziato già due mesi fa, che continua in maniera incessante e motivata e che vede una progettualità dedicata per ogni realtà”, come ricorda il vicesindaco con la delega all’istruzione Riccardo Guidarelli.
“A seguito di numerosi e proficui incontri avuti con i dirigenti scolastici del nostro territorio – continua Guidarelli –, ed in base alle loro richieste, abbiamo posto in essere delle attività/iniziative, in alcuni plessi in maniera più evidente, in altri meno, ma tutte tese alla tutela della salute dei nostri ragazzi”.
Sono stati acquistati 1.250 banchi monoposto, “a dispetto delle incertezze che hanno animato le discussioni sulle competenze, noi abbiamo giocato d’anticipo per non rischiare di rimanere senza”, spiega il vice sindaco. 700 di questi sono stati già consegnati il 1° settembre. La lista è lunga e comprende piantumazioni di nuovi alberi per rendere maggiormente fruibile lo spazio esterno delle scuole, tende a vela per garantire luoghi d’ombra agli alunni e creazione di percorsi pedonali per suddividere al massimo gli studenti nelle operazioni di entrata e uscita. L’amministrazione ha avuto un occhio di riguardo anche per l’attività all’aperto degli studenti, predisponendo alcuni pergolati in legno con pavimentazione in erba sintetica per facilitare lo svolgimento delle lezioni negli spazi esterni. Alcune aule sono state ingrandite con interventi di edilizia leggera, mentre altri locali con diversa destinazione sono stati trasformati in nuove classi.
“Ho ricevuto una delegazione della Telecom, la quale, nei prossimi giorni, inizierà i sopralluoghi per verificare la possibilità di potenziare la linea internet delle nostre scuole, al fine di migliorarne ulteriormente la qualità – aggiunge Guidarelli –. Quest’ultimo intervento è stato pensato per fronteggiare un eventuale periodo in cui potrebbe essere necessario l’uso di tecnologie internet, ma anche per migliorare il funzionamento delle aule didattiche esistenti. Tutto ciò ovviamente sarà adeguato e commisurato alle varie realtà scolastiche, sulla base delle caratteristiche di ogni singolo plesso, con l’obiettivo, mio e di chi mi ha supportato in questo lavoro, di rendere sicure ed accoglienti le strutture che abbiamo a disposizione per i nostri figli e per il personale che ci lavora”.
Mentana, i lavori al Paribeni e il via allo scuolabus
E l’amministrazione civica di Mentana intanto incassa un primo successo: l’IC Paribeni al termine dei lavori di adeguamento all’interno delle sue strutture potrà accogliere tutti gli alunni secondo gli orari consueti, senza doppi turni e sdoppiamento delle classi.
“Dai primi giorni di luglio il nostro Istituto ha provveduto alla misurazione di tutti gli spazi disponibili in tutte le sedi – comunica la dirigenza –. In una stretta e serrata collaborazione con l’Amministrazione comunale di Mentana e con le competenze interne presenti, è stata sviluppata una riprogettazione generale che permetterà di accogliere tutti i gruppi classe in spazi ampi e adeguati alle misure di prevenzione del contagio da Covid. In questo momento i lavori sono in fase avanzata”, spiegano dal Paribeni. In particolare, sono state ricavate 5 nuove aule da spazi precedentemente destinati ad altro e ne sono state ampliate 14 di quelle già esistenti, attraverso l’unione di quelle più piccole. Le palestre rimarranno fruibili per l’attività sportiva e il servizio mensa sarà pienamente funzionante per tutti gli studenti iscritti al tempo pieno.
Il 31 agosto il Comune ha disposto, con una determina dirigenziale, interventi di adeguamento e adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche anche presso l’IC Città dei Bambini. L’insieme degli interventi sarà finanziato da un fondo comunitario di 110 mila euro concesso dal Ministero dell’Istruzione.
Nessun problema anche per il servizio scuolabus, fino al 9 settembre sarà possibile effettuare le iscrizioni per usufruire del trasporto scolastico. “Importantissima è la sinergia, non solo tra enti, ma anche col personale scolastico – ricorda il sindaco Marco Benedetti –. Così come sarà fondamentale per il nuovo inizio la sinergia con gli alunni e le famiglie. Non sarà facile, ma sono sicuro che ogni parte in causa saprà affrontare questa difficile situazione e agire con buonsenso”.
Monterotondo e il Patto Educativo di Comunità
Nella città eretina i lavori di edilizia scolastica leggera erano partiti già il 17 agosto, nello specifico l’amministrazione si è dedicata a ridisegnare i locali per renderli idonei alle normative anticovid.
“Le esigenze di rimodulazione delle classi e degli spazi scolastici sono stati concordati con i dirigenti scolastici e con i responsabili della sicurezza di ogni scuola – spiega il sindaco Riccardo Varone –. Saranno settimane intense di lavoro, ma come annunciato ormai qualche mese fa ci faremo trovare pronti per il 14 settembre e per il rientro in classe dei nostri ragazzi/e. Garantire il rientro a scuola in sicurezza in tutta Italia, è la sfida più grande che i sindaci hanno davanti”.
Il primo obiettivo raggiunto riguarda la possibilità di tornare a frequentare in presenza, senza dover ricorrere a turnazioni o DaD.
“Abbiamo evitato i doppi turni e la didattica a distanza, tutti i ragazzi saranno collocati in aula – aggiunge il primo cittadino –. Tutti/e abbiamo convenuto che sarà importantissimo l’aiuto e la capacità di ogni genitore per accompagnare i nostri ragazzi/e nel miglior modo possibile all’inizio dell’anno scolastico”.
L’assessore alla Scuola Matteo Garofoli ha annunciato l’apertura dei nidi comunali per l’8 settembre e della materna comunale “Renato Borelli” il 14 settembre, risultato raggiunto grazie al lavoro dell’ufficio Politiche Educative. Anche a Monterotondo sarà attivo il servizio di trasporto scolastico, tuttavia il numero dei posti disponibili su ogni scuolabus subirà una diminuzione in relazione all’emergenza sanitaria. La mensa verrà garantita a tutti gli alunni che ne avranno necessità.
“La riapertura potrà essere possibile solo in un’ottica di “Patto Educativo di Comunità”: questo significa unire indissolubilmente scuola e territorio, istituzioni e famiglie, coinvolgendo tutti gli attori in grado di rafforzare con questo patto una comunità educante basata sulla condivisione dell’impegno per lo stesso obiettivo – dichiara Garofoli –. Metteremo a disposizione del territorio dei luoghi di apprendimento al di fuori degli edifici scolastici, i nostri centri di cultura e di formazione, i parchi, le aree verdi, oggi più che mai necessari ai cittadini di domani. Abbiamo chiesto il supporto della Diocesi Sabina Poggio Mirteto e dei sacerdoti di Monterotondo. I centri comunitari presenti sul territorio dove necessario, saranno a disposizione degli studenti con le modalità che andremo a definire con i Dirigenti Scolastici in questi giorni, segno tangibile di apertura, collaborazione e servizio per tutti i cittadini”.
L’amministrazione promuove questa serie di interventi sotto il nome di Monterotondo Città della Scuola, e lo fa anche attraverso le parole dell’assessore ai Lavori Pubblici Isabella Bronzino.
“Ce lo siamo detto: la scuola è la priorità, e per questo abbiamo mandato avanti tutti i lavori necessari per consentire alle studentesse e gli studenti di ritornare in classe il 14 settembre – ribadisce Bronzino –. Gli interventi di edilizia leggera proseguono a pieno ritmo nei vari Istituti Comprensivi, mentre gli arredi sono stati ordinati dalle Istituzioni Scolastiche direttamente tramite Ufficio scolastico regionale, tranne una piccola parte. Sono molto grata al personale degli Uffici Lavori Pubblici del Comune di Monterotondo per aver lavorato compatto e senza sosta per questo obiettivo, in un clima talora non semplice per i parametri di sicurezza variati a più riprese”.
Un’altra buona notizia per Monterotondo arriva dalla Città Metropolitana. Proprio in questi giorni la vice sindaca Teresa Zotta ha dato annuncio della pubblicazione della gara per l’affidamento dei lavori al Liceo Catullo. Al Classico eretino verranno realizzate 30 aule, che andranno ad aggiungersi a quelle esistenti, e una nuova palestra.