Italia Viva esce di fatto dalla maggioranza di Governo. Nonostante gli ultimi disperati tentativi del Pd e di Giuseppe Conte di rilanciare un patto di legislatura, Matteo Renzi ha optato per lo strappo. Nella conferenza stampa della Camera le ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova, la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto annunciano le loro dimissioni. Il premier Conte le accetta e comunica il tutto al Quirinale. Si apre di fatto la crisi.
Recovery Plan e Mes
Negli ultimi giorni si era alzato notevolmente il livello dello scontro tra Italia Viva e l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. La rottura col Governo va in scena durante il Cdm del 12 gennaio, sul tavolo l’approvazione del Recovery Plan per accedere ai fondi del Next Generation Eu. Teresa Bellanova ed Elena Bonetti riconoscono i passi avanti fatti nella stesura del piano, ma vogliono di più. Le ministre di Iv nel corso della riunione chiedono a gran voce anche l’attivazione del fondo salva-Stati, dall’altra parte Conte risponde con incredulità: “Il Mes non è compreso nel Next Generation, non è questa la sede per discutere il punto”. La stessa posizione del premier viene ribadita anche dal ministro all’Economia Roberto Gualtieri e dai ministri dem Boccia e Amendola. Il Recovery passa, ma Bellanova e Bonetti si astengono.
La rottura
Matteo Renzi annuncia nella mattinata di ieri una conferenza stampa per comunicare l’uscita di Italia Viva dalla maggioranza di Governo, con le relative dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti e del sottosegretario Scalfarotto. Stavolta mantiene la promessa e alle 18.20 conferma lo strappo davanti ai giornalisti.
“È molto più difficile lasciare una poltrona che aggrapparsi allo status quo – afferma – noi viviamo una grande crisi politica, stiamo discutendo dei pericoli legati alla pandemia. Davanti a questa crisi il senso di responsabilità è quello d risolvere i problemi, non nasconderli”. L’attacco a Giuseppe Conte è molto duro.
“Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri, abbiamo fatto un governo per non darli a Salvini”. Renzi contesta “l’utilizzo in modo ridondante delle dirette tv, quello discutibile della delega ai servizi”, denuncia “un vulnus nelle regole del gioco, delle regole democratiche”.
Il M5S fa quadrato attorno a Giuseppe Conte. Il Pd, che aveva provato fino all’ultimo a ricucire, rimane quasi spiazzato.
“Quello di Italia Viva è un errore gravissimo, contro l’Italia – tuona Nicola Zingaretti al Tg1 delle 20 –. Perché noi avremmo bisogno di nuovi investimenti di lavoro, di sanità, di combattere la pandemia e non certo di una crisi di governo. Da domani vedremo che fare, però è un atto contro il nostro paese. Tutti i partiti di maggioranza e il presidente Conte, ancora oggi pomeriggio, avevano assicurato la disponibilità a costruire insieme una visione del futuro, un patto di legislatura. E questo rende la scelta di Italia Viva ancora più incomprensibile”. Secondo il segretario dem ora “è a rischio tutto, sono a rischio gli investimenti per il nostro paese sul digitale e sulla green economy, è a rischio sicuramente anche il Mes”.
L’hashtag #Renzivergogna entra tra i trending topic di Twitter, la scelta del leader di Iv effettivamente non viene compresa, non in questo contesto. Anche se, c’è da dire, molti commentatori e notisti attribuiscono grosse responsabilità anche a Giuseppe Conte.
“La maggioranza c’è quando sostiene un progetto di governo – ha dichiarato questa mattina Elena Bonetti –. Abbiamo ritenuto di uscire e di dare le dimissioni in modo inedito, perché pochi lasciano le poltrone, per ricostruire un progetto di governo per il Paese che sia utile e realizzabile”.
Gli scenari
Giuseppe Conte accetta le dimissioni delle ministre di Italia Viva e di fatto apre la crisi di governo comunicando al Quirinale la sua decisione. Ora i possibili scenari sono cinque.
Il premier potrebbe rimanere in sella con la stessa maggioranza, con un nuovo governo e un rilancio dell’azione dell’esecutivo. Difficile da immaginare visti gli ultimi sviluppi.
Il Conte ter potrebbe nascere anche senza il sostegno di Italia Viva, magari con l’appoggio al Senato di alcuni transfughi del partito di Renzi che non condividono la scelta di rompere e con voti dal Gruppo Misto.
La terza ipotesi vede uscire di scena l’attuale primo ministro: le forze dell’attuale maggioranza trovano un accordo su un nuovo nome, Conte si dimette e Mattarella dà l’incarico di formare un nuovo governo a un’altra figura.
In questo senso non si può escludere l’eventualità di un governo istituzionale, con l’appoggio di questa maggioranza e di altre forze (vedi Fi), guidato da una personalità molto forte. In ballo i nomi di Mario Draghi e Marta Cartabia.
L’ultima possibilità per uscire da questa crisi è quella delle urne. Questa è davvero l’ultima carta che può giocarsi il Quirinale ed è utilizzabile entro fine luglio, prima dell’inizio del semestre bianco.