“Un intervento duro, doloroso ma importante per evitare la diffusione del virus che è stato registrato da noi con la presenza nelle sue varianti, brasiliana ed inglese”. Queste le parole della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei dopo aver firmato l’ordinanza con la quale sono state istituite le zone rosse nella provincia di Perugia e in alcuni comuni del ternano. Sono state rinviate in tutta la regione anche le prestazioni sanitarie all’interno degli ospedali che resteranno blindati fino al 21 febbraio. Nel frattempo piovono critiche sulla giunta a trazione leghista: oltre all’opposizione di centrosinistra anche FdI auspica un cambio di passo.
La situazione
La continua crescita dei contagi e dei ricoveri non ha lasciato alternative all’amministrazione regionale umbra: gli attualmente positivi sono 6.902, i degenti sono saliti a quota 500. Una situazione in controtendenza rispetto ai numeri nazionali causata dalla presenza delle varianti brasiliana e inglese del Covid, riscontrate nei tamponi inviati all’Iss.
“Si tratta – ha detto Tesei – di un’ordinanza sanitaria e utilizzata seguendo il principio della massima precauzione, su indicazione specifica della sanità regionale che si è confrontata a lungo con l’Istituto Superiore di Sanità. La presenza delle due varianti ci ha portato naturalmente ad utilizzare il sistema della zona rossa per la provincia di Perugia e per alcuni comuni del ternano”. Oltre alla provincia del capoluogo di regione, l’istituzione delle zone rosse riguarda i Comuni di Lugnano in Teverina, Attigliano, Calvi dell’Umbria, Amelia, San Venanzo e Montegabbione. Al di fuori di questo perimetro resta in vigore la zona arancione dato che nel resto della provincia di Terni i dati sono in linea con quelli nazionali.
Pd, M5S e FdI contro la giunta
Dall’altra parte Vincenzo Bianconi, candidato presidente appoggiato due anni fa alle elezioni regionali da centrosinistra e M5S, parla di “una gestione della pandemia dai risultati catastrofici”. Il consigliere regionale d’opposizione non usa mezzi termini e in un lungo post pubblicato diffuso dai suoi canali social punta il dito contro la giunta Tesei.
“Noi umbri avremmo dovuto avere paura di essere contagiati dalle regioni vicine – dichiara Bianconi –. E invece no, sono loro ad aver paura dell’Umbria e noi ad aver paura di noi stessi. I numeri, che non sono né di destra e né di sinistra, dicono che chi guida la Regione e la sanità umbra ha sbagliato molto, sia nelle strategie che nelle azioni operative”.
Il leader di minoranza attacca l’operato del carroccio anche attraverso un comunicato congiunto stilato con i suoi colleghi di opposizione.
“Comprendiamo bene lo smarrimento dei consiglieri della Lega causato dal nuovo assetto di Governo, che ha tolto loro l’argomento principe di ogni comunicato, lo scaricabarile su Roma”, commentano i consiglieri regionali dei gruppi di opposizione del Pd, del M5S e del misto.
“Tuttavia – dichiarano – se non possiamo pretendere da loro onestà intellettuale, pretendiamo sincerità e senso di responsabilità nei confronti di tutti i cittadini, soprattutto dei tantissimi che li hanno votati. Perché la foglia di fico a coprire l’enorme disastro umbro e la montagna di fango gettata oggi sul Partito Democratico e sul Movimento 5 Stelle non celeranno l’oggettività dei fatti”.
Come se non bastasse, Donatella Tesei deve confrontarsi anche con il dissenso interno alla coalizione di centrodestra che guida la Regione. Fratelli d’Italia riconosce, di fatto, il fallimento dell’operato della giunta.
“Tenuto conto della grave situazione provocata dall’emergenza Covid, sia dal punto di vista sanitario che da quello economico, un cambio di passo, non solo a parole, in Umbria non è più differibile”, lo sostengono il segretario regionale di Fratelli d’Italia e senatore Franco Zaffini, il deputato Emanuele Prisco, il presidente dell’Assemblea legislativa Marco Squarta e la capogruppo Eleonora Pace.
Secondo FdI “il coronavirus non può più essere un alibi ma, anzi, l’impegno di tutti dovrà essere raddoppiato poiché i risultati fino a questo momento si sono dimostrati ampiamente insufficienti”.
Blocco degli ospedali
Non solo zone rosse, il commissario regionale per l’emergenza Covid Massimo D’Angelo e il direttore alla Salute della Regione Umbria Claudio Dario hanno imposto lo stop a tutte le attività chirurgiche di ricovero “programmate procrastinabili” e quelle di specialistica ambulatoriale “procrastinabili” all’interno dei nosocomi umbri. Una scelta causata dalla risalita della curva dei contagi e dalla presenza di varianti del virus che “hanno imposto di adottare una serie di misure per evitare la diffusione del virus negli ospedali e preservare il sistema sanitario”. Chiusi anche tutti gli accessi agli ospedali, consentito solo l’ingresso con sorveglianza e triage, sospese le visite ai degenti e limitato l’accesso dei caregiver ai solo testati con tampone molecolare negativo. Le stesse misure sono state applicate anche alle strutture residenziali extraospedaliere.