In attesa del Festival di Sanremo che, come noto, è spostato dal 2 al 6 marzo 2021 causa Covid e in attesa della finalissima di AmaSanremo il 17 dicembre prossimo, in cui 10 agguerriti concorrenti talentuosi cercheranno di accedere tra le nuove proposto del Festival, tutte le nostre energie, orecchie e pupille erano concentrate sulla finale di X-Factor 2020 di qualche giorno fa. Abbiamo sempre e a lungo dibattuto se i talent siano il lancio degli artisti o la morte della musica, l’edizione di quest’anno ha sicuramente offerto ancora polemiche ma anche novità. Piaccia o non piaccia è un po’ come la soap Beautiful: nessuno ha mai ammesso di guardarla ma esiste dal 23 marzo 1987.
Protagonisti assoluti sono stati due su tutti: Manuel Agnelli a torso nudo per rivendicare il rock anche in un programma pop nazional-popolare e Alessandro Cattelan, storico conduttore che dopo 10 anni da presentatore dello storico talent, lascia. Il tentativo, riuscito, di rinnovamento e rivoluzione di X-Factor quest’anno è riuscitissimo ma Cattelan ormai desidera cambiare e volgere il suo talento e simpatia verso altri lidi. Nell’annunciare a fine serata il The End del suo percorso sul palco di X-Factor era commosso ma forse anche sollevato, dieci anni non sono pochi, è una famiglia da cui ci si allontana. Ci dispiace, inutile dirlo, un conduttore diverso, alternativo che ha riscritto la grammatica del bravo presentatore moderno e originale, con le sue giacche anni ’80, la sua parlantina a macchinetta, il suo inglese perfetto e fluente ha saputo entrare nell’immaginario collettivo e sdoganare, se ce ne fosse bisogno, la figura del conduttore moderno proiettato verso il futuro. Non invidiamo certo che lo sostituirà perché abbinare parlantina, lingue, appeal stile meravigliosi ’80 e grande professionalità non sarà cosa facile.
Manuel Agnelli, leader degli Afterhours e giudice che non ha sbagliato niente, è l’altro vincitore assoluto. Il brano Veleno lo ha cantato a torso nudo incendiando cuori e ormoni, facendoci alzare dal divano e strabuzzare gli occhi, trovando nei Little Pieces of Marmelade – suoi allievi – dei veri compagni di viaggio e i vincitori morali. Casadilegnoè bravissima ma la vera novità è questo duo al napalm. Un sussulto: N.A.I.P che rischia e omaggia gli Afterhourse lo stesso Manuel con “Milano circonvallazione esterna”, la via è tracciata. E ancora, rivolto a Blind: “Sei molto empatico e questa cosa qui nel mondo dello spettacolo conta. Ne so qualcosa io che non lo sono”. E ancora, rivolto a Hell Raton nei giorni precedenti alla semifinale, in merito ai Little Pieces of Marmelade, gli aveva risposto dopo l’ennesimo “ma che succederà dopo, eh? Che succede?” – “Succede che ci sono io: produrrò il loro disco e la mia agenzia, una delle maggiori a livello di booking in Italia, ha già chiesto di lavorare con loro. Gli farò aprire ogni data nel mio tour. Non è politica ed è più concreto di quello che hanno le tue ragazze. Hai detto delle cattiverie su di loro, mi hai detto che sono uno yogurt scaduto. Non conosci niente di quello che sta succedendo nel mondo fuori di qua. Sei tu che non capisci questa cosa”. Manuel, già basta questo per amarti. Ad un certo punto della finalissima, lo spumante è stappato con tutti gli Afterhours schierati nella migliore formazione. E’ il nostro Capodanno. Manuel in giacca di pelle si prende i riflettori, il palco, il pubblico a casa, gli estrogeni, gli ormoni di quasi tutta Italia ipnotizzata con “Quello che non c’è”. E’ la nostra Italia 1982, 2006, quella con le vuvuzelas. Manuel Agnelli quest’anno è stato perfetto, un tifo da stadio per lui: dalla scelta dei concorrenti ai giudizi anche sugli altri concorrenti sfidanti, dall’approccio con i colleghi in ogni singola puntata, con la sua grande passione per il rock, per la musica, con la sua capacità di incendiare il programma e spegnere ogni rancore con un sorriso al “Veleno”, da vero vincitore qual è: 54 anni portati splendidamente e una “ola” infinita al suo cammino. Non vi piace? Non ce ne importa un dattero secco.