Una giornata dedicata alle persone scomparse, quella di sabato 12 dicembre, dedicata alla sensibilizzazione generale della popolazione, all’attenzione delle Istituzioni, sottolineata da iniziative sul territorio delle Prefetture coinvolte nell’attivazione di piani di ricognizione straordinari sui casi di persone scomparse e non ancora ritrovate. Tanti casi ancora ancora non risolti.
Il 12 dicembre, dunque, è la data indicata dal Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse, quale giornata nazionale dedicata agli scomparsi. Abbiamo incontrato e intervistato Laura Barbieri, Presidente di Penelope Lazio Onlus, associazione territoriale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse; si tratta di una associazione radicata sui territori, a livello regionale e nazionale, una organizzazione no- profit dedita all’assistenza e supporto in varie situazioni di bisogno ed emergenza.
Numeri altissimi e l’aumento delle segnalazioni
Il doloroso fenomeno delle persone scomparse ha assunto in questi ultimi anni un sempre maggiore rilievo. Ci sono casi mediatici e situazioni molto meno note, i numeri sono altissimi. L’aumento delle segnalazioni non è da imputarsi solo a un incremento dei casi ma anche ad una crescente attenzione, spessissimo mediatica, verso questa problematica ed una maggiore consapevolezza da parte di tutti: Istituzioni e media compresi (tv, giornali, radio), unita ad una maggior propensione (non sempre facilissima) da parte dei familiari e parenti delle vittime a denunciarne la scomparsa.
La legge 14 novembre 2012 n. 203, art. 1
“Chiunque venga a conoscenza dell’allontanamento di una persona dalla propria abitazione o dal luogo di temporanea dimora e, per le circostanze in cui è avvenuto il fatto, ritiene che dalla scomparsa possa derivare un pericolo per la vita o per l’incolumità personale della stessa, può denunciare il fatto alle forze di polizia o alla polizia locale”
Molto importante è stata l’istituzione della figura del Commissario Straordinario che dal 2007 ha funzioni varie di supporto, coordinamento tra le amministrazioni statali competenti in materia, monitoraggio dell’attività delle istituzioni e degli altri soggetti impegnati a fronteggiare il fenomeno. Il Commissario favorisce anche il confronto tra i dati a carattere nazionale su persone scomparse e cadaveri non identificati (un registro dei cadaveri senza nome) e quelli a carattere territoriale. Nella sua attività sui territori, il Commissario si avvale del lavoro dei Prefetti. Non c’è un vero coordinamento, Regione per Regione, ci sarebbe bisogno di completezza, a livello normativo. Alla legge 14 novembre 2012 hanno fatto seguito ulteriori atti di indirizzo che hanno sottolineato “l’importanza in tutte le Province” di dotarsi di un documento di pianificazione territoriale, basato su criteri “omogenei” di riferimento.
Penelope Lazio, così come Penelope Italia, svolge una funzione molto importante a supporto delle famiglie, in raccordo con le Istituzioni: supporta le famiglie, sensibilizza l’opinione pubblica, racconta ai media e alla gente l’azione a sostegno di chi vede un proprio caro scomparso nel nulla.
Alla morte ci si abitua, il tempo aiuta a ritrovare il proprio equilibrio, elaborando il lutto. Alla scomparsa, no, non ci si abitua mai ed il dolore è lacerante, come ci racconta nell’intervista la Presidente “è una goccia che scava la roccia, giorno e notte…” Tante le domande senza risposta. Abbiamo intervistato Laura Barbieri, Presidente Penelope Lazio Onlus:
Presidente, quanto è importante avere una giornata dedicata, apposita, per sensibilizzare sulle persone scomparse?
E’ molto importante, per sensibilizzare l’opinione pubblica e per far sì che si possa comprendere questa problematica. Si conosce poco il fenomeno. Non ci si rende forse ancora conto del gravoso problema: secondo gli ultimi dati forniti dal Commissario Straordinario, le persone scomparse in Italia sono 61.826, sono numeri impressionanti. Ci sono perennemente anche un migliaio di cadaveri senza identità, che giacciono nelle celle frigorifere, negli Istituti di Medicina Legale.
Esiste un registro per i cadaveri non identificati?
Sì, ogni Medicina Legale tiene un registro per i cadaveri ma si tratta di numeri, etichette. La nostra lotta, da anni, è quella di fare un prelievo a ogni congiunto prossimo dello scomparso e inserirlo in un data base; quando poi avviene una cosa del genere, un ritrovamento, in base alla zona di appartenenza si avrebbe un dato certo su cui agire, per risalire all’identità del cadavere stesso. Questo problema mi distrugge, anche come pietas umana, non poter dare degna sepoltura a un familiare.
C’è un tavolo tecnico coordinato con il Ministero dell’Interno? Un tavolo permanente di lavoro?
Esiste un tavolo tecnico e la figura di un Commissario, dal 2007. Come Penelope siamo riusciti a far istituire la figura del Commissario Straordinario con un tavolo di lavoro, riuscendo dunque a firmare dei protocolli di intesa con le Prefetture; si instaura un grande lavoro di squadra con le forze dell’ordine. Normalmente, appena una persona scompare, si devono attendere le 72 ore obbligatorie (questo è inaudito perché sono proprio le prime ore che contano, sono ore fondamentali), successivamente si dà immediatamente avviso di scomparsa alla Prefettura di appartenenza. La Prefettura convoca una cabina di regia invitando Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine e noi di Penelope. Successivamente si organizza – in base al luogo dove la persona è scomparsa – la ricerca. Ci coordiniamo con le Prefetture: noi di Penelope Lazio per esempio, veniamo chiamati dalla Prefettura di Roma, tramite pec, una posta elettronica certificata. Posso dire che con tutte le nostre lotte e anche con le innovazioni tecnologiche, oltre all’aiuto di una trasmissione come Chi l’ha Visto-Rai3, l’attenzione si è alzata molto. Quando scomparve mio figlio nel 2008, non c’era niente, non c’era nulla, non si facevano ricerche (Davide Barbieri, scomparve nel 2008 da una comunità in provincia di Orvieto e i suoi resti furono rinvenuti nel 2019 nei boschi di Morrano. La conferma arrivò dai laboratori di genetica che accertarono la compatibilità tra il DNA fornito dalla mamma Laura Barbieri e quello dei resti, Ndr).
Qualche dato, dall’ultima relazione del Commissario Straordinario per le persone scomparse: “le denunce di scomparse registrate dalle Forze dell’ordine, dal 1° gennaio 1974 fino al 30 giugno 2020, sono 250.008. Di queste, 188.182 riguardano soggetti che sono stati ritrovati, mentre sono ancora da ritrovare 61.826 scomparsi. Dal totale delle denunce emerge che solo il 5,5% appartiene alla fascia di età degli over 65, il 41,74% corrisponde alla fascia della maggiore età, mentre il 52,72% rientra, invece, nella fascia di età minore degli anni 18”
E’ utile una trasmissione come Chi l’ha Visto?
Sì, assolutamente. Ha risolto tanti casi e anche quando – purtroppo – non si arriva a risolvere, è sempre di grande appoggio e sostegno verso i familiari e per i parenti. Ribadisco, ci deve essere sempre questo grande lavoro tra Istituzioni, Forze dell’ordine, media.
La legge nazionale però esiste:
Noi siamo riusciti ad ottenere una legge nazionale ma è mancante, è praticamente fatta di due articoli. E’ stata fatta per istituire la figura del Commissario Straordinario, non è esaustiva e non è completa.
Ci sono casi mediatici e tantissimi casi di persone scomparse di cui, invece, non conosceremo mai i volti. Perché, secondo lei?
Anche questa è una cosa che ci angustia moltissimo: scomparsi di serie A e scomparsi di serie B. Non so quali siano le dinamiche per cui si facciano “differenze” tra scomparsi che diventano mediatici e quelli non. Migliaia di casi di cui non si conosce nemmeno l’esistenza. A volte invece si eccede in senso opposto, si scade troppo nella ricerca della “morbosità”, secondo il mio parere.
Cosa chiede alle Istituzioni?
Vorrei che gli scomparsi fossero come gli “influencer” di oggi…che avessero lo stesso seguito di milioni di follower e tifosi. Sono convinta che se loro si sentissero chiamati e amati dalle persone, ci risponderebbero.