Striscioni e slogan davanti ai cancelli delle scuole, gli studenti del Lazio hanno protestato per essere ascoltati: misure deboli, nessun coinvolgimento nei processi decisionali, banchi e organico insufficienti. Ma non sono stati solo i ragazzi della Rete studenti medi del Lazio in strada, a Torino ci sono stati flash mob e a Milano una decina di manifestanti di Adl Cobas Lombardia, di Rete Studenti Milano e di altre associazioni studentesche hanno occupato il tetto dell’Ufficio Scolastico Regionale contro le scuole trasformate in “caserme fatte di regole che non tuteleranno la salute di nessuno”.
Un giorno al cardiopalma, la campanella dopo sei mesi di lockdown e stop alle lezioni in presenza per il coronavirus. Un test vero e proprio sulle disposizioni nazionali, sulla condizione delle scuole. Nel Lazio hanno riaperto il 70% degli istituti, lo ha spiegato l’assessore regionale Claudio Di Berardino. “Il 70% degli istituti del Lazio questa mattina ha aperto ufficialmente l’anno scolastico. Nella Capitale il dato è ancora più alto, con circa il 90%. Si tratta di dati importanti, segno che tutto il lavoro preparatorio dei mesi scorsi ha portato a risultati adeguati per una ripartenza in sicurezza delle attività. Il 30% delle altre scuole riaprirà, in virtù dell’autonomia scolastica e di alcune ordinanze comunali, il 24 settembre. I test sierologici per il personale scolastico stanno procedendo e abbiamo distribuito 5 milioni di mascherine in tempo utile per il suono della prima campanella”. Non ci sono state particolari criticità, se non gli assembramenti all’ingresso, come è stato denunciato dalle foto dei genitori nelle città, oltre che dall’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato.
“Voce agli studenti” chiedono intanto i ragazzi delle superiori del Lazio. “Ormai da diversi mesi gli studenti vivono in una situazione di assoluta incertezza e precarietà – dicono – indicazioni poco chiare, banchi e organico non sufficienti e trasporti pubblici che non garantiranno la sicurezza. I flash mob chiedono di ascoltare le proposte lanciate dalla Rete degli Studenti del Lazio con un appello nelle scorse settimane. Alla mobilitazione hanno partecipato anche studentesse e studenti il cui rientro è stato posticipato da ordinanze comunali o dei Consigli di Istituto: non basta rimandare la data di riapertura delle scuole, serve un investimento strutturale nella scuola per garantire a tutte e tutti il diritto allo studio in sicurezza”.
E la risposta è arrivata. La presidente della commissione pubblica istruzione del Lazio, Eleonora Mattia inviterà le associazioni a partecipare alla commissione per sentire le loro criticità e le proposte. “Le proteste degli studenti che si sono svolte oggi davanti ad alcuni istituti scolastici li considero solo la punta dell’iceberg rispetto alle sollecitazioni che le nostre ragazze e i nostri ragazzi hanno subito dall’inizio del lockdown a oggi. Non mi riferisco soltanto agli effetti dell’emergenza sanitaria che li ha colpiti nel profondo, privandoli improvvisamente della socialità e dell’aggregazione fondamentali per la loro crescita. Mi riferisco anche alle difficoltà della ripartenza della scuola – spiega la consigliera regionale – tra nuove regole da osservare e carenze di spazi, banchi e docenti da colmare, che, ancora una volta, ricadrà sui nostri ragazzi con il ricorso, ancorché contenuto, alla didattica a distanza o a orari diversi dal solito. Ancora di più sto facendo riferimento al fatto di cronaca che ha recentemente turbato la loro sensibilità, come il barbaro omicidio di Willy a Colleferro, che ha improvvisamente messo in chiaro la parte più oscura e meno decifrabile della gioventù di oggi, certamente manipolata e deviata da modelli malsani. Come donna che rappresenta le Istituzioni e da Presidente della IX Commissione con delega alle Politiche giovanili, Istruzione e Diritto allo studio, tematiche strettamente legate ai più giovani, credo che sia giusto ascoltare le proteste delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, prestare attenzione al loro dissenso, aiutarli a tirare fuori la rabbia e a portare avanti le loro ragioni. I giovani sono la nostra priorità, sono loro che guideranno il mondo di domani e abbiamo quindi l’obbligo morale e materiale di accompagnarli soprattutto nei momenti più difficili del cammino che li porterà a diventare individui adulti. La riflessione, il dialogo e il confronto sono le uniche strade che dobbiamo scegliere per risolvere le loro inquietudini e coinvolgerli nella realizzazione di una società sana. Con questo obiettivo, convocherò al più presto i rappresentanti delle associazioni degli studenti in IX Commissione, offrendo loro la sede istituzionale per ascoltare le diverse posizioni, discutere insieme e, ove possibile, soddisfare le richieste”.