Fritti, leccornie sature di meravigliosi grassi, dolci ipercalorici addio: Boris Johnson ha messo a dieta l’Inghilterra. È successo anche questo nell’estate del covid, dalle parti del governo di Londra è iniziata una intensa campagna contro “la bomba a orologeria dell’obesità”. Testimonial d’eccezione il premier che si è impegnato in prima persona nel veicolare il messaggio che mangiare male, essere in sovrappeso, è un danno per la salute e rende vulnerabili al Covid. Questo lo dice la scienza e lo sa Johnson che se l’è vista brutta colpito dal coronavirus. L’obiettivo è di alleggerire le bilance e il peso sul sistema sanitario nazionale. Con un video diffuso su twitter, il premier ha parlato proprio della sua esperienza: “Ho sempre desiderato dimagrire e come molti di voi ho lottato a lungo con il mio peso, vado su e giù. Ma da quando mi sono ripreso dal coronavirus ho costantemente migliorato la mia forma fisica. Ora ho perso diversi chili, ma quando ero in terapia intensiva, gravemente malato, pesavo molto di più e, sapete, ero anche grasso”.
Losing weight is hard but with some small changes we can all feel fitter and healthier.
If we all do our bit, we can reduce our health risks and protect ourselves against coronavirus – as well as taking pressure off the NHS.
Our Better Health Strategy https://t.co/WdazXhuhRN pic.twitter.com/KZhW8p17FJ
— Boris Johnson #StayAlert (@BorisJohnson) July 27, 2020
Adesso Boris si mostra dimagrito dopo l’esperienza della terapia intensiva e con l’abitudine di portare il cane ogni giorno a passeggio. Un capitolo nuovo quindi che il premier vuole per tutta la nazione con tanto di appello: “Se tutti facciamo la nostra parte, possiamo ridurre i rischi per la nostra salute e proteggerci dal coronavirus – oltre a eliminare la pressione dal Servizio Sanitario Nazionale”. Il capitolo coronavirus è stato pericoloso per Johnson sul piano personale e politico. Il premier si è fatto trovare impreparato con l’esplosione della pandemia, le decisioni non sono avvenute nelle tempistiche giuste, e poi il prezzo personale: la malattia che lo ha messo in pericolo di vita. Tornato al timone, tutto passato? Dal punto di vista della fiducia, di strada da fare ce n’è.