Il clamoroso flop delle manifestazioni No Mask di sabato a Roma dà ancora più forza al governo, intenzionato a “stringere le maglie”, come ha affermato a Che tempo che fa il ministro della Salute Roberto Speranza. Oltre a questo, il Cts ha messo a punto un nuovo protocollo per l’isolamento dei contatti e per il tampone in uscita dei positivi.
Quarantena di 10 giorni
Non più due settimane di isolamento, ma solo 10 giorni. Questo è il primo punto che emerge dall’ultima riunione del Cts. Una piccola rivoluzione in grado di sbloccare con 4 giorni di anticipo tutti coloro che hanno avuto un contatto con un soggetto contagiato. Per i positivi il protocollo definito prevede dieci giorni di quarantena e un tampone molecolare. Se l’esito è ancora positivo, il soggetto dovrà effettuare altri 7 giorni di isolamento al termine del quale sottoporsi nuovamente al test. In caso di nuova positività, dovrà rimanere altri 4 giorni in quarantena e poi effettuare un ultimo tampone molecolare. Anche in caso di positività sarà comunque libero. Studi internazionali, sottolineano dal Cts, affermano infatti che dopo 20 giorni la carica virale è talmente bassa che il soggetto non è più in grado di infettare.
L’ulteriore svolta riguarda i tamponi molecolari ed antigenici che potrebbero essere autorizzati per i ‘contatti’. È questo – secondo quanto apprende l’Ansa – l’altro aspetto sanitario esaminato nel corso della riunione del Cts. Questi tamponi potrebbero essere realizzati dai medici di famiglia e dai pediatri, ove possibile. “Per il raggiungimento dell’obiettivo strategico connesso alla sostenibilità del sistema diagnostico dei casi di positività” al Covid, il Comitato tecnico scientifico “ritiene necessario il coinvolgimento anche dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta per il prezioso e fondamentale contributo che potranno assicurare nella esecuzione dei tamponi, al fine di sostenere in maniera essenziale il sistema sanitario nel Paese”. Lo sottolinea lo stesso Cts che, con questo provvedimento, pare aver intrapreso una strada più in linea a quella segnata negli ultimi mesi e ribadita nelle ultime ore dal professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia a Padova. “In assenza di vaccino e di terapia l’unico modo efficace per spegnere la trasmissione è quello di fare il test a tutte le persone coinvolte nell’interazione sociale della persona ammalata”. Ha spiegato ieri a Mezz’ora in più da Lucia Annunziata il cattedratico. Per Crisanti fare 300-400 mila tamponi “è ancora una cosa realistica se si fa l’investimento giusto, nel giro di due o tre mesi si può arrivare a questa capacità”.
Più severità, no al lockdown
“Siamo costretti a stringere le maglie dopo settimane di misure che allargavano”. Non lascia spazio a interpretazioni il ministro della Salute Roberto Speranza. Il contagio è ripartito, non ci sono più dubbi, anche se un paragone in termini numerici con i mesi di marzo e aprile fortunatamente non è proponibile. L’intento del governo, stavolta, è di non farsi cogliere impreparato e di evitare la serrata primaverile. Si tratterebbe di “un cambio di marcia con interventi puntuali su alcune aree più a rischio per rimettere la curva sotto controllo e per non assumere misure più dure, e giocare d’anticipo”, continua Speranza.
Appare scontato uno stop alle feste private e una maggiore attenzione rivolta ad assembramenti e orari di apertura dei locali. Queste misure nella giornata di oggi saranno oggetto di confronto con le Regioni per poi essere recepite nel nuovo Dpcm.
Vaccini e code ai drive-in
Riguardo le code ai drive-in, che hanno visto al centro del dibattito anche i punti di raccolta del nordest romano, il ministro ha rassicurato sul fatto che “in queste ore è stato fatto un lavoro straordinario. Si raddoppieranno i drive-in nel Lazio a partire da domani, c’è un lavoro importante di rafforzamento della nostra rete territoriale”. Sul piano dei reagenti “il problema è stato risolto dal commissario Arcuri già da diversi mesi. È chiaro che dobbiamo continuare a lavorare su questo terreno, a marzo e ad aprile si facevano circa 30mila tamponi ora siamo a 130mila al giorno”. Speranza smorza le polemiche anche sulla campagna vaccinale contro l’influenza. “Dalle Regioni è stato acquistato il 70% in più dei vaccini antinfluenzali e il mio invito è di fare il vaccino”, sostiene il ministro. “La campagna antinfluenzale – ha tenuto a sottolineare – sta partendo in anticipo in tutte le regioni”.