Si è scatenata la protesta per la mancata approvazione del Ddl Zan, nel week-end nelle piazze di tutta Italia si sono riversati i cittadini, le associazioni, i sindacati e i partiti di centrosinistra per evidenziare l’importanza di un testo di legge che contrasti la discriminazione e la violenza “per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. A Terni c’è stato di più: gli organizzatori hanno manifestato anche contro l’ordinanza per il contrasto alla prostituzione emessa dal sindaco Leonardo Latini, sulla quale si è acceso un dibattito a livello nazionale nelle ultime settimane.
La manifestazione di Terni
Erano circa 400 i cittadini scesi nella centralissima piazza della Repubblica di Terni per gridare il proprio dissenso nei confronti del voto contrario del Senato al Ddl Zan e dell’ordinanza anti prostituzione del sindaco Latini. “Voi nei palazzi, noi nelle piazze: #liber* di essere, #liber* di amare”, questo lo slogan della manifestazione organizzata dalla Casa delle Donne di Terni e da Altrovento Umbria. L’iniziativa ha registrato una buona adesione ed è stata sostenuta da numerose associazioni, dai sindacati confederali e dalle sigle locali dei partiti di tutto il centrosinistra.
“Non possiamo rimanere inermi e silenti di fronte all’ennesimo gioco di palazzo che ha portato all’affossamento del ddl Zan contro l’omotransfobia, misoginia ed abilismo, un provvedimento atteso da tanti anni, per cui si sono mobilitati centinaia di migliaia di cittadini in tutta Italia; un provvedimento di estrema attualità e necessità, visti i gravi casi di violenze ai danni delle persone LGBT, donne, diversamente abili, che si verificano con cadenza pressoché quotidiana in tutto il Paese” recita il comunicato delle associazioni, letto nel corso della protesta dall’avvocato Michael Crisantemi, coordinatore degli interventi.
Anche sull’ordinanza anti prostituzione le associazioni hanno le idee chiare: “Riteniamo che simili provvedimenti costituiscano gravi offese alle nostre identità, alle nostre libertà, oltre ad essere maldestri tentativi d’imposizione reazionaria di una cultura maschilista, sessista, fallocentrica e patriarcale, travolta inevitabilmente dal corso del tempo”.
Richiesto il ritiro dell’ordinanza
Il documento emesso il 1° ottobre dal sindaco di Terni vieta atteggiamenti di “richiamo” e fa divieto a chiunque “nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”. Nello specifico “la violazione si concretizza con lo stazionamento e/o l’appostamento della persona e/o l’adescamento di clienti e l’intrattenersi con essi e/o con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”.
Le associazioni contestano la discrezionalità con la quale le forze dell’ordine potranno sanzionare i cittadini ternani e il fatto che il provvedimento colpisca in modo maggiore le sex worker rispetto ai clienti.
La Casa delle Donne di Terni a margine della manifestazione parla di una piazza “che ha fondato una nuova alleanza sociale e civile che ci porterà presto all’approvazione di una legge contro omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo” e che chiede “che l’ordinanza del sindaco di Terni sul decoro che colpisce le vittime di tratta e sfruttamento e le libertà personali venga ritirata subito”.