C’è la versione per smartphone e quella tablet, e adesso il videogioco The Umbrian Chronicles andrà nella fiera romana dedicata al game. Uno strumento di promozione del territorio che guarda ai nuovi linguaggi, finanziato dalla Regione Umbria e sviluppato nel 2020 all’interno del progetto Connessioni museali: tra valli e monti, borghi e città. Il videogioco ambientato in Umbria verrà presentato giovedì 4 novembre negli studi di Cinecittà a Roma nell’ambito della IV edizione del Rome VideoGame Lab, un festival a carattere internazionale interamente dedicato al mondo dei videogame con workshop, retrogaming e arcade, talk, masterclass e lectio magistralis, presentazioni di videogiochi in anteprima, giochi da tavolo e di ruolo, libro game, esperienze VR e AR, Cosplay.
The Umbrian Chronicles è un’opera ludico-narrativa che, attraverso le vicende della protagonista Ponzia, accompagna il giocatore da Spoleto (Palazzo Collicola, Casa romana, MuSt, Museo del tessuto e del costume, Museo delle Miniere, Museo della ex Ferrovia Spoleto Norcia) alla Valnerina (Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco, Casa dei racconti di Vallo di Nera, Museo del Ciarlatano e Museo delle Mummie di Cerreto di Spoleto) alla scoperta dei musei della rete.
Musei celebri di tutto il mondo stanno sperimentando nuove strategie di valorizzazione del patrimonio culturale e quello della gamification è un modo per ampliare l’offerta museale e coinvolgere più attivamente il visitatore all’interno dei percorsi di fruizione, diventando esso stesso il protagonista indiscusso di un’esperienza diversa. In questo modo il videogioco diventa uno strumento didattico utilizzabile sia on site che off site, ovvero al di fuori delle sedi museali.
È quanto avvenuto lo scorso anno con gli studenti di una classe IV del Liceo Classico Pontano-Sansi di Spoleto che attraverso un percorso di alternanza scuola-lavoro (PCTO Percorsi per competenze trasversali e per l’orientamento) e la collaborazione con Ega Entertainment, sviluppatore del videogioco, ha reso possibile dare la possibilità di esprimere pienamente competenze e abilità trasversali e mettere in luce le potenzialità dei ragazzi. Un’esperienza formativa che ha coniugato il “sapere” al “saper fare” orientando le aspirazioni dei ragazzi e delle ragazze e aprendo una finestra sul mondo lavorativo.
Alla base di tutto ciò c’è la convinzione che i musei non sono soltanto destinati alla conservazione del patrimonio culturale, ma sono anche e soprattutto luoghi educativi – dai giovanissimi agli adulti in un’ottica di long life learning – e ponti di connessioni con la comunità locale che di quel patrimonio ne è espressione e primo proprietario. Saranno gli stessi ragazzi coinvolti ad illustrare giovedì prossimo il percorso realizzato.