Simbolo da sempre di fierezza e forza della natura, il leone è il re della savana e della foresta e nessuno si immagina un mondo senza questo meraviglioso felino. Eppure questa specie iconica in Africa sta scomparendo ad un ritmo impressionante. Oggi il leone africano (Panthera leo) sopravvive solo nel 10% del suo areale storico e in 100 anni la popolazione è passata da 200.000 a meno di 20.000 individui, con un crollo pari al 90%. Questo declino, causato soprattutto dal degrado degli habitat naturali, da bracconaggio e commercio illegale, è accelerato negli ultimi anni, con la più recente classificazione IUCN, che stima un calo del 43% tra il 1993 e il 2014. Le tendenze attuali suggeriscono che in assenza di misure efficaci e di progetti di conservazione dedicati i leoni diminuiranno di un ulteriore 50% nei prossimi due decenni in Africa occidentale, centrale e orientale.
Si deve agire ora per non perdere questo predatore, la cui presenza indica lo stato di salute e integrità degli habitat e la cui diminuzione determinerebbe effetti negativi a catena su tutto l’ecosistema. Per questo il WWF lancia il progetto “SOS Leone”, che contribuisce ad un programma globale per salvare i grandi felini del pianeta con l’obiettivo di raddoppiare entro il 2050 il numero dei leoni che vivono in natura, invertendo una tendenza che rischia di portare ad una loro rapida e inesorabile scomparsa. Dal 9 al 23 maggio ogni donazione al 45585 con SMS o chiamata da rete fissa, aiuterà il WWF a fornire ai ranger l’equipaggiamento e le attrezzature per combattere la piaga del bracconaggio, a donare agli allevatori lampade solari che allontanano i leoni dalle loro mandrie, evitando così che vengano uccisi per vendetta. Il WWF potrà inoltre finanziare la ricerca sul campo per censire i nuclei superstiti dei leoni e collaborare con enti e aree protette per trovare le soluzioni più efficaci per salvare questa specie.
Lo stato di conservazione
Storicamente, tutti i leoni africani sono stati classificati come singola sottospecie (Panthera leo leo), ma recenti studi considerano i leoni di Asia, Africa occidentale, centrale e settentrionale come appartenenti alla sottospecie Panthera leo leo, mentre quelli dell’Africa meridionale e orientale vengono classificati come Panthera leo melanochaita. In attesa che la nuova sistematica venga formalmente adottata, il leone è ancora trattato come una singola specie e inserito nella Lista Rossa delle specie a rischio estinzione nella categoria Vulnerabile. Questa generalizzazione maschera però successi di conservazione locali e fallimenti: ad esempio la popolazione dell’Africa occidentale è considerata in Pericolo Critico (con un declino tra il 1993 e il 2014 pari al 66%), mentre la popolazione orientale è considerata in Pericolo (declino nello stesso arco di tempo pari al 57%); l’Africa meridionale è quella che in passato ha registrato il declino più significativo, ma recentemente alcune popolazioni sono rimaste stabili mentre altre hanno mostrato segni di ripresa.
Le aree protette non bastano a salvare il leone: del resto solo il 56% dell’areale della specie è concentrato nei parchi africani. Mentre leoni e prede sono in fase di declino in un’elevata porzione di aree protette, le popolazioni più numerose di 500 individui fanno tutte registrare trend verso il basso. I leoni si sono già estinti in 26 paesi africani e oggi sono presenti solo in 27.