Giuseppe Conte sembra aver preso atto del risultato restituito dalle urne poco più di una settimana fa: via quota 100, modifiche al Reddito di Cittadinanza e nuovi decreti sicurezza. Questa la strategia del Presidente del Consiglio emersa negli ultimi giorni dalle dichiarazioni rilasciate nel corso di alcuni eventi istituzionali. L’affermazione del Pd sta determinando realmente un cambio di passo all’interno del governo giallorosso. L’area di centrosinistra vuole capitalizzare il successo e sfruttare l’onda lunga delle regionali.
Le mosse dei dem
Già nella mattinata di ieri il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha presieduto una riunione in videoconferenza per fare il punto sul Next Generation Ue e sulle prossime iniziative di partito e di governo. Con il leader dem si sono riuniti i ministri del suo partito, il vicesegretario Andrea Orlando, i capigruppo di Camera e Senato Delrio e Marcucci, il presidente della conferenza delle regioni Bonaccini, il presidente dell’Anci Decaro e il presidente dell’Upi De Pascale.
Nella stessa giornata Dario Franceschini rilascia un’intervista a Repubblica in cui traccia la road map per questa fase. “Vedo tre grandi priorità – ha dichiarato Franceschini –. La prima è gestire l’emergenza Covid: il mondo ci sta riconoscendo dei risultati, ma la pandemia non è ancora superata. La seconda è l’utilizzo del Recovery fund progettando l’Italia del futuro. E la terza è avviare una nuova stagione di riforme istituzionali. Perché è stato giusto dire sì al taglio dei parlamentari, ma da solo serve a poco”. Il deputato lancia un messaggio molto chiaro: è esclusa qualsiasi possibilità di ritorno alle urne. “Queste tre priorità – continua Franceschini – sono un terreno formidabile per cercare di costruire un rapporto con l’opposizione. Attraverso il dialogo Stato-Regioni e naturalmente in Parlamento. Credo sia possibile, anche perché al centrodestra dopo le ultime regionali mi pare sia passata la voglia di andare subito al voto”.
Il Pd vuole raccogliere al più presto i frutti del consenso quasi inaspettato ottenuto alle ultime elezioni e viaggiare spedito sulla strada delle riforme. L’utilizzo dei 209 miliardi del Recovery Fund e l’attivazione del fondo del Mes restano i punti dai quali partire per i democratici. Sembra inevitabile anche una vera e propria inversione di tendenza per quel che riguarda i provvedimenti “simbolo” del Conte I. L’intenzione è quella di apportare importanti modifiche al RdC e di abolire del tutto Quota 100.
La svolta di Conte
“Nella stampa c’è un dibattito fuorviante, delle preoccupazioni infondate. Non siamo in ritardo con i tempi di presentazione del nostro piano: il governo sta già lavorando all’esame dei progetti, a partire dal settore agricolo”. A dirlo è Giuseppe Conte, intervenendo alla celebrazione del centenario di Confagricoltura. Le posizioni esternate negli ultimi giorni da Palazzo Chigi appaiono molto più allineate con la seconda compagine di governo rispetto al passato. Probabilmente, si tratta davvero di un effetto del voto del 20 e del 21 settembre. Fatto sta che Conte domenica ha parlato anche dei nuovi decreti sicurezza, che saranno “all’ordine del giorno del primo consiglio di ministri utile”. E ha escluso anche un prolungamento di Quota 100, secondo il premier si tratta di “un progetto triennale e il rinnovo non è all’ordine del giorno”. Anche il RdC “rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità”. Insomma, l’inversione appare netta.
Le reazioni dei due Mattei
Non è rimasto indifferente a questa piccola rivoluzione Matteo Renzi. Italia Viva si batte da sempre per eliminare Quota 100, la possibilità di non rinnovare questo provvedimento è stata accolta con favore dal senatore di Firenze che punta anche a sbloccare i 37 miliardi del Fondo salva-Stati. “È una svolta importante – ha detto Renzi –. Dopo aver cambiato linea in Europa, torniamo alla serietà sulle pensioni rimediando ancora ai danni del governo populista. Prossimo obiettivo: il Mes”.
Più “polemico”, per così dire, l’altro Matteo. Il leader del carroccio, penalizzato alle urne e contestato per essersi presentato febbricitante agli ultimi comizi, protegge la sua creatura. Salvini evoca uno spauracchio del passato e promette battaglia: “Vogliono tornare alla Legge Fornero. La Lega non glielo permetterà, promesso. Non si scherza con i sacrifici di milioni di lavoratrici e lavoratori italiani”.