Gianni Cuperlo si inserisce nel dibattito sulla scelta del candidato a sindaco della coalizione del centrosinistra per le prossime elezioni amministrative romane. Mentre è in atto un conflitto piuttosto duro tra i dirigenti democratici di Roma, divisi dal nome di Calenda, l’ex deputato riporta al centro della discussione temi solo apparentemente banali. Lo fa con una serie di “suggerimenti gratuiti (e non richiesti)” agli aspiranti sindaci, come al solito in punta di piedi e con pacatezza, ma offrendo spunti di riflessione molto importanti e sui quali il Pd dovrà quantomeno riflettere se vorrà ottenere un risultato accettabile nella tornata elettorale che dovrebbe tenersi in primavera.
I 7 consigli per la Capitale
A Roma i dem si giocano molto e, se un’alleanza che vede come candidata Virginia Raggi è quasi impossibile, provare a trovare un’intesa con il M5S è d’obbligo visto il legame tra le due forze di governo e le dichiarazioni di apertura di Luigi Di Maio. Cuperlo dal suo profilo Facebook ha voluto lasciare 7 consigli, sviluppati in altrettanti punti, a chi si appresta a candidarsi per il Campidoglio. “Roma non si amministra, Roma si governa. Nel senso che non basta un programma ben fatto e meglio scritto, chi si candida deve avere un progetto per la città. Immaginarla per come sarà tra dieci anni”. L’ex deputato dem parte da qui. Superare un approccio esclusivamente basato sull’ordinario e sullo straordinario e sviluppare una visione più ampia della città, cosa che spesso (quasi sempre in realtà) è mancata negli ultimi 12 anni.
5 stelle e ballottaggio
Il secondo punto mette in luce un’ovvietà che una parte degli esponenti della coalizione di centrosinistra non vede o fa finta di non vedere: si andrà a un ballottaggio, probabilmente tra centrodestra e centrosinistra, e a quel punto non basteranno solo i propri voti a Pd e alleati, soprattutto se non si dovesse arrivare a un’alleanza con il M5S. “Se qualcuno (o qualcuna) si candida delle due l’una: o pensa di vincere al primo turno (a me pare difficile) oppure non è conveniente ricoprire i 5 Stelle di improperi perché potrebbe venire il giorno in cui dover chiedere loro il voto e se passi la vita a mettergli le dita negli occhi questa richiesta diventa nelle cose più alta dell’Everest”. Niente di più lineare e un disastro in caso di una candidatura di Calenda, sicuramente poco incline ai toni dolci nei confronti dei pentastellati.
Le primarie
Nei punti successivi il dirigente del Pd si concentra sulle primarie, se si sceglie questa strada “non sarebbe male farle precedere da una gran bella convenzione (secondo le cautele necessarie o mal che vada on line) dove (sentite un po’ che bizzarria!) avere la presenza di tutte e tutti i candidati, ma con l’impegno a far parlare prima di loro il resto del mondo”, in questo caso associazioni, sindacati, imprenditori, insegnanti, studenti, riders, volontari e chi più ne ha più ne metta. Chi vince, poi,
“dovrebbe presentare per tempo la squadra che guiderà la città così da avere davanti quattro o cinque mesi (quelli della campagna elettorale) dove agire nei fatti come se le elezioni si fossero già tenute e la giunta ombra desse prova di cosa sarebbe in caso di vittoria la nuova stagione di Roma Capitale”.
Roma, capitale… dell’agricoltura
“Il recupero delle risorse agricole nella campagna romana non è solo un fatto economico ma anche culturale. L’agricoltura non ha solo un valore di centralità per la ripresa economica del paese, ma pone una barriera alla devastazione del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente”. Lo diceva Giulio Carlo Argan nel 1978, quando era sindaco di Roma. Cuperlo usa le sue parole per indicare un tema poco battuto, ma tutto sommato importante. Quello capitolino è il Comune d’Europa con la più vasta area agricola a disposizione. “Un patrimonio enorme da rigenerare, riprogettare, rimettere al servizio di un’idea di città e comunità”. Questo non è solo uno spunto, ma un vero e proprio punto di programma.
Imparare le lingue di Roma
In ultimo, Gianni Cuperlo suggerisce al prossimo candidato a sindaco la visione della lezione che Luca Serianni “ha tenuto dinanzi a centinaia di persone, attente e rapite” sulle Mille lingue di Roma, in cui il linguista e filologo “racconta attraverso la lingua (anzi, le lingue) la grandezza e il ‘miscuglio’ fecondo di una civiltà”. Finiti i consigli l’ex presidente del Pd rivolge “l’augurio più fraterno a chi assumerà quest’onere perché (lo credo davvero) sedersi su quella poltrona credo sia nelle condizioni date l’impresa e la responsabilità più difficili che la politica italiana può riservare”.