La conferenza stampa del grande Renato Zero è un’occasione particolare “online” per la presentazione del suo ultimo lavoro “Zerosettanta”, terzo ed ultimo disco di inediti della trilogia che ha voluto in occasione del suo compleanno. In occasione del lancio del Volume Uno di “Zerosettanta”, la raccolta composta da tre album, per un totale di 40 canzoni inedite, Renato Zero ha “incontrato virtualmente” i giornalisti su Zoom, raccontandoci di questo nuovo lavoro, di come sia nato e di come sia stato difficile in questo anno di emergenza sanitaria; un disco nato per celebrare lo speciale compleanno: i suoi 70 anni e gli oltre 50 anni di carriera, vissuti magistralmente sotto i riflettori e sui palchi del nostro Paese.
30 settembre, 30 ottobre e 27 novembre
Un album al mese, partendo dal Volume Tre e arrivando al Volume Uno. Un conto alla rovescia, come quello con cui l’artista romano ha abituato i propri fans all’apertura di ogni suo concerto: “Tre… Due… Uno… ZERO!”.
Un cofanetto che racchiude in ogni canzone, riflessioni, dubbi, pensieri e ragionamenti dell’uomo e dell’artista che è oggi Renato Zero ma anche il momento particolare che stiamo vivendo, bilanci di vita e sguardo al presente, al futuro
Una conferenza stampa sulla piattaforma Zoom in cui noi giornalisti vediamo Renato Zero e soprattutto Renato Zero vede e guarda noi tutti. Sorprende la semplicità di un grande artista che dedica uno spazio e alcuni minuti a tutti, rispondendo alle domande, avendone cura. Anche lui è nel suo studio di casa, un po’ come tutti, chi davanti a una scrivania, chi nel soggiorno, chi nello studio. Scherza, ironizza “Anch’io ho un altarino a casa, cosine, pupazzetti, varie cose, adoro… aiutano a vivere”, alludendo ai pupazzi, libri, foto, giochi sparsi o ordinati sulle mensole di librerie casalinghe.
Una domanda per Point: parliamo della canzone “L’ultimo Gigolò”, lei entra con un megafono e di quello che dice in “Amara melodia”, in cui parla degli artifici della musica di oggi, in particolare l’allusione all’uso dell’auto-tune e di “voci lontane dal sentimento”. Perché il megafono? Meglio il megafono dell’auto-tune che troviamo nella musica di oggi, in tanti giovani artisti?
L’uso del megafono nel brano L’ultimo Gigolò sta a significare che è stato quasi silenziato, perché il suo ruolo ormai è fuori moda, démodé e non gli consente più di avere una potenzialità nella voce che acquisirà invece nella strofa successiva ma soltanto perché ho voluto agevolarlo io stesso. Decisamente il mondo non lo ha agevolato, ha voluto che finisse il suo “mandato” per lasciare spazio a un uomo poco amorevole e poco determinato, addirittura per certi tratti violento. Ecco, volevo che emergesse questa figura rassicurante del gigolò in contrapposizione a un uomo che sicuramente ha perso non solo l’ironia e la leggerezza ma ha perso addirittura di statura.
“Sogna in silenzio, ma vivi ad alta voce”
Arrivato al terzo album e alla terza presentazione alla stampa, con cadenza mensile, dal 30 settembre, giorno del suo 70° compleanno in cui ha voluto varare questo nuovo progetto con 40 brani inediti, Renato Zero, sempre collegato in streaming, ha anche scherzato: “Ragazzi, vi do una notizia: ci vediamo anche il mese prossimo, a dicembre, così vi parlo del quarto volume!”. Ma poi subito rettifica: “In verità adesso sento il bisogno e la necessità di riposare un po’, ho lavorato molto in quest’ultimo anno, un anno difficile, ho bisogno di stare un po’ con me, di godermi la mia famiglia. Pazienza se sarà un Natale particolare e complicato, dobbiamo avere cura di noi, dobbiamo ancora sconfiggere questo “mostro” (riferendosi al virus, Ndr) che ci sta condizionando la vita, ci mancheranno gli abbracci, gli scambi, io ho nostalgia soprattutto di quelli”.