Due giorni per tornare a scuola e poi tutti di nuovo a casa. Divide la decisione di riprendere le lezioni per domani e dopodomani, quando la fascia nella Regione Lazio tornerà arancione e la morsa dei divieti sarà allentata anche se di poco. La campanella tonerà a suonare il tempo necessario per riportare i libri a casa, mettere nel primo cassetto del comodino le cuffie per la Dad (ricordiamoci che si legge come si scrive, perché è italiano, Didattica a distanza), e salutare gli amici ormai più virtuali che reali, prima di aprire le uova di Pasqua. Neanche l’ebbrezza della consegna del lavoretto con pulcini e glitter, perché nel 90% dei casi sono stati consegnati alle famiglie in fretta e furia nel dubbio di non rientrare in tempo in aula, insieme a tutto il materiale didattico. La faccenda ha diviso in due il popolo delle famiglie: “Meno male, almeno per due giorni torniamo alla normalità” vs “Solo due giorni? Ma cosa vuol dire? Ci prendono in giro?”. Insomma la faccenda non sembra così semplice da gestire tanto da spingere alcuni sindaci, citiamo Rieti, Frosinone, Santa Marinella e Terracina, a emettere ordinanze per tenere gli istituti chiusi o a “sconsigliare” il rientro sui banchi, una soluzione soft insomma per dare indicazioni diverse da quelle previste. Insomma la scuola si tocca o non si tocca e lo studio è un diritto sopra le 48 ore? La domanda resta aperta.