Si può morire a 22 anni in una fabbrica nel 2021? Sì, si può, ce lo dicono le cronache di ieri e di oggi che raccontano la storia di una ragazza toscana rimasta schiacciata nel rullo della macchina che manovrava nell’azienda tessile in cui era impiegata. Era diventata mamma presto, il bambino avuto a diciassette anni, la ricerca di un impiego per mantenere lei e la sua famiglia trovato in una società che per uno scherzo del destino ha il suo nome. Luana. Luana da ieri non c’è più, è morta di fronte allo sguardo incredulo e pietrificato dei colleghi, a poche ore dal sipario calato sul primo maggio e sul concertone delle polemiche infinite dove il tema del lavoro è diventato secondario. Lo spettacolo che prima del covid animava Piazza San Giovanni a Roma, da sabato notte vive e regna sulle pagine dei giornali e su quelle dei social network, dividendo l’opinione pubblica non tanto sulle questioni sollevate quanto su chi le ha messe in evidenza. Sei con Fedez, che ricorda lo stallo del Ddl Zan in prima serata su Rai 3, oppure con la politica che quella proposta di legge sull’omotransfobia non la vuole? Nel calderone dei temi sollevati c’è finito di tutto: la libertà di parola, la legittimità del singolo a parlare di un tema, il femminismo, il maschilismo, il pressappochismo e l’elenco potrebbe continuare per ore. Il rischio, quando sul tavolo ci finisce un elenco interminabile di questioni, è che non si parli davvero di nulla e al contrario si finisca per dover stilare una classifica dei diritti da tutelare in modo da individuare delle priorità. Il primo maggio si parla di lavoro e di non lavoro, il due maggio di tutela delle categorie più deboli, il tre maggio di libertà di espressione, il quattro tiriamo fuori un argomento a piacere, tanto di questioni non risolte ne abbiamo tante e di questo passo continueremo ad averne sempre di più, perché Luana a 22 anni il 3 maggio del 2021 è morta in una fabbrica.
La morte in fabbrica e la classifica dei diritti
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Giornalista, addetta stampa della Asl Roma 1, comunicatrice, è nel gruppo fondatore del network Point. Tre ruoli per una donna con due nomi e quattro armadi
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