Consigliere regionale del Lazio, avvocato, giornalista, presidente di commissione, esponente del Pd, è tutto questo Eleonora Mattia. Impegnata, tenace, diretta, a 17 anni già lavorava per essere indipendente e mantenersi agli studi, Mattia ha le radici a Valmontone e Colleferro: le ingiustizie sociali, le ferite ambientali del territorio l’hanno spinta al salto per incidere in un sistema che ancora penalizza le donne e pratica la disparità.
Eleonora quando ha iniziato a fare politica e perché?
Ho iniziato a trent’anni. Prima, mentre finivo gli studi in giurisprudenza e diventavo avvocato, scrivevo per l’Unità. In quel periodo mi occupavo delle battaglie ambientaliste e dell’inquinamento nella Valle del Sacco, con il ciclo dei rifiuti a Colleferro. Era tutto concentrato lì, due termovalorizzatori e una mega discarica vicino al Parco naturale della Selva. Vedere tutto questo mi ha scosso e scrivere non mi bastava più.
La voglia di impegnarsi è nata così.
Anche se ero iscritta ai Ds non mi ero mai candidata. Poi è nato il Pd e mi hanno chiesto di candidarmi alle primarie di collegio ed è andata molto bene, da lì la candidatura alle provinciali, non sono stata eletta ma con un importante risultato.
Cosa ha determinato il suo percorso?
Le battaglie fatte insieme ai ragazzi, uno è diventato sindaco di Colleferro, l’altro è l’attuale sindaco di Paliano. Abbiamo sentito il bisogno di cambiare le cose nel nostro territorio attraverso una svolta green.
Da vicesindaco di Valmontone alla Regione Lazio, con quasi 10mila preferenze, quali difficoltà incontra una donna che vuole impegnarsi in politica?
Le difficoltà ci sono. Devi essere sempre più preparata per farti prendere sul serio, alle donne vengono richieste più competenze. E la politica chiede rinunce nell’organizzazione della famiglia, la politica chiede di ripensare le relazioni, il tempo, gli spazi. Non è semplice.
Sicuramente è aumentata la presenza delle donne nelle istituzioni, soprattutto in quelle locali, ma questa presenza non si traduce in una effettiva rilevanza, lo dicono i dati: i ruoli apicali sono ancora appannaggio degli uomini, vale per le presidenze di regione, vale ad esempio per la presidenza delle commissioni parlamentari.
La presenza delle donne è stata facilitata dalla legge sulla doppia preferenza, ma è vero che ancora non c’è tanto spazio per le donne. Appena insediati in consiglio regionale, sono stata l’unica donna eletta a una presidenza di commissione. E questo fa capire molto, è stata una battaglia nel Pd e fuori. Molto dipende dall’approccio maschilista ma anche da noi donne. Dobbiamo fare squadra tra di noi, ci dobbiamo candidare, non dobbiamo sperare di essere nominate da uomini di potere, dobbiamo invece misurarci, metterci la faccia.
Il Pd da questo punto di vista è un partito dove le donne hanno le stesse possibilità di accesso alle cariche degli uomini?
Anche nel Pd bisogna fare molto, i capigruppo in parlamento sono uomini, dei segnali ci sono ma c’è ancora strada da fare.
E nella Regione Lazio com’è la situazione?
Zingaretti ha garantito la parità di genere nella Giunta regionale. Nella mia commissione abbiamo approvato un emendamento al bilancio per cui tutte le nomine regionali devono essere ricoperte da donne. C’è poi in approvazione la legge sulla parità salariale tra donne e uomini, sono previsti incentivi per le aziende che rispettano la parità salariale, con un elenco delle aziende virtuose. Le aziende che non rispetteranno quanto previsto non avranno accesso ai finanziamenti regionali.
Penso alla Ardern in Nuova Zelanda, alla premier 34enne della Finlandia Sanna Marin. Donne leader di Stati. Un orizzonte lontanissimo per l’Italia?
Ancora lontano ma dobbiamo fare di tutto per arrivarci.
A proposito di leadership, una valutazione su Zingaretti come leader del Pd.
Zingaretti ha avuto il merito di riunire di nuovo il partito che dopo Renzi era diviso, ha il merito di lavorare molto per il partito. L’estate scorsa poteva entrare nel governo nazionale, invece ha preso un pugno di mosche e le ha messe in un bicchiere. È una persona che agisce con saggezza e l’Italia ne ha bisogno.
Come vede la regione nel dopo Zingaretti e i rapporti con i 5 stelle?
Intanto sarà sempre la sua regione, è al secondo mandato e non si potrà ricandidare alla presidenza ma sarà sempre la sua regione. Non ci sono ancora nel dibattito nomi perché dobbiamo pensare a finire bene questo mandato, i tempi politici sono cambiati, tutto è in evoluzione. L’accordo con i cinque stelle lo decideranno il Pd nazionale e regionale, vedo che l’intesa ha portato dei benefici per l’Italia, pensiamo a quanto avvenuto nelle trattative europee, quindi se c’è la convergenza sui temi penso che l’accordo vada praticato.
Il Pd regionale sotto la guida di Astorre, come valuta la gestione del partito? Lei non lo aveva sostenuto al congresso.
Sì, io ho sostenuto Claudio Mancini, adesso c’è una gestione unitaria del Pd e si sta lavorando molto bene, anche durante il covid, cercando di dare risposte concrete. Poi saranno i cittadini a doverlo valutare ma noi ce la stiamo mettendo tutta.
Si è impegnata per la riforma sugli asili nido nel Lazio, l’ha definita una rivoluzione, perché?
Una legge importantissima di cui sono prima firmataria e sui cui ho lavorato un anno. Una legge che arriva dopo 40 anni dopo quella di Leda Colombini a fine anni ’70. Sono stata onorata di portare avanti il lavoro di un grande quadro politico, andando a regolarizzare tutto il sistema e di essere la prima regione in Italia a applicare il decreto legislativo del 2017. Adesso gli asili nido non appartengono più all’ambito del servizio sociale ma del servizio di educazione e istruzione, quindi i bambini diventano portatori di diritti dell’oggi. Si entra in una ottica 0 – 6 anni, con poli dell’infanzia, gli asili nido non sono più staccati dalle scuole. Vengono regolarizzate molte esperienza, come le sezioni primavere, previsti incentivi per gli asili nido nelle aziende con possibilità dell’apertura il sabato, la domenica, e la notte.
È il suo più grande risultato da quando fa politica?
Questa è una legge contro le diseguaglianze, contiamo di arrivare nel 2022 ai nidi gratis perché abbiamo raddoppiato le risorse. Quindi il risultato non è per Eleonora, ma per le bambine e i bambini.