Matteo Salvini e Giorgia Meloni, due stili diversi per chi aspira a governare l’Italia da destra. L’estate dei due esponenti sovranisti è stata contraddistinta da approcci contrastanti rispetto alle norme anticovid sul distanziamento e sull’utilizzo delle mascherine, ferma restando per entrambi l’opposizione alle politiche messe in atto dal Governo Conte.
La pazza estate di Matteo
Il leader della Lega ha evitato a più riprese l’uso dei dispositivi di protezione e si è concesso veri e propri bagni di folla, strizzando l’occhio a quella parte del Paese che contesta tuttora i provvedimenti più stringenti del governo per il contrasto al contagio. Un atteggiamento che ha visto il suo apice nel corso dei comizi per le elezioni regionali in Campania, precisamente a Benevento, dove il leghista è stato perfino multato dal sindaco della città sannita Clemente Mastella per non aver rispettato l’obbligo di indossare la mascherina.
In queste settimane è parso di assistere all’ennesima giravolta di Salvini, che dall’inizio dell’emergenza ha spesso cambiato posizione nei confronti delle disposizioni dell’esecutivo giallorosso, a cominciare dalle riaperture di inizio marzo per finire con l’utilizzo dei dpi da parte dei cittadini.
Io sono Giorgia
Il messaggio di Giorgia Meloni è sicuramente meno contraddittorio rispetto alle azioni intraprese dal partito di cui è alla guida. La linea di Fratelli d’Italia esce in maniera più coerente e, probabilmente, sono di questo avviso anche gli elettori. La formazione erede di An schizza nei sondaggi e “mangia” consenso proprio alla Lega di Matteo Salvini. La leader “patriota”, come ama definirsi, ha avuto la capacità di cavalcare il malcontento dei commercianti e dei piccoli imprenditori senza sconfinare nel negazionismo. Anzi, all’indomani delle rivelazioni di Repubblica in merito allo studio realizzato da Stefano Merler, le accuse al governo formulate da Meloni vanno in tutt’altra direzione. Secondo la presidente di Fratelli d’Italia, l’esecutivo guidato da Conte “non ha fatto nulla per preparare il nostro sistema sanitario alla tempesta che stava per arrivare e non ha fatto nulla neppure per reperire mascherine e protezioni individuali (che spediva in Cina). Le responsabilità penali di queste inadempienze che hanno con ogni probabilità contribuito ad aggravare la crisi Coronavirus, competono alla magistratura, ma di certo le responsabilità politiche sono chiare e lampanti e non possono restare senza conseguenze”.
Questo gioco di equilibrismo ben riuscito, negli ultimi mesi ha dato i suoi frutti. Secondo la rilevazione di Termometro Politico pubblicata il 28 agosto, FdI raggiunge il M5S con il 14,4%, guadagnando 8 punti esatti rispetto al risultato conseguito alle elezioni europee della primavera del 2019. Al contrario la Lega ne perde 7, attestandosi attorno al 27,3%. Un segnale piuttosto chiaro da parte dell’elettorato di destra.