Midnight Mass è un inquietante capolavoro. Serie tv targata Netflix creata e diretta da Mike Flanagan: una mini serie anzi in sette episodi che creano dipendenza. Funziona tutto, la fotografia, la regia, il cast, la storia, le ambientazioni. Un horror certo ma non spinto come in altre produzioni di Flanagan. Un horror che si fonda sulla suspense e sulla inquietudine che cresce fino al climax delle ultime tre puntate.
Si adora Midnight Mass. Siamo a Crockett Island, una piccola comunità di sole 127 anime su un’isola che sta patendo il declino demografico ed economico. Una comunità che ha sempre forgiato la propria identità e speranza sulla pesca, ma caduta in disgrazia dopo uno sversamento petrolifero che ha causato danni al mare e alla pesca. La serie si apre però in città dove vediamo un giovane uomo Zach Gilford nei panni di Riley che seduto a bordo strada guarda la vittima dell’incidente stradale che ha causato. Dopo quattro anni di carcere per omicidio stradale, Riley ritorna a Crockett Island dove il piatto grigiore di una cittadina diventata spettrale sta per essere spezzato dall’arrivo di un nuovo giovane e carismatico prete, Padre Paul.
Hamish Linklater è straordinario: l’interpretazione di Padre Paul è un magnete che ti inchioda alla storia, come incredibile è Samantha Sloyan nell’odiosa Bev (tra l’altro l’abbiamo conosciuta già in Grey’s Anatomy in un ruolo antipatico). La fede e il fanatismo, la fede e i miracoli, la fede e la razionalità, sono il motore di una serie tv che da guardare e che continua a risuonare anche dopo i titoli di coda.