Abbiamo raggiunto e intervistato Tiziano Panici, direttore artistico di Dominio Pubblico, associazione culturale con base a Roma che da anni si occupa di rendere le nuove generazioni protagoniste del panorama artistico italiano. In un momento storico così drammatico per tante categorie di settore, tra le quali spettacolo e musica, Dominio Pubblico resiste al Covid e per ripartire proprio dalla cultura e dalla creatività – al grido di “Under 25, ribellati” – lancia l’ottava edizione del Festival multidisciplinare Dominio Pubblico – La Città agli Under 25.
Dominio Pubblico resiste al Covid e si prepara al lancio dell’ottava edizione del Festival: come sarà articolato?
Nella precedente edizione del 2020 siamo riusciti a riorganizzarci molto velocemente e a rilanciare il festival adeguandolo alle nuove norme di ristrettezza sociale: gli spazi all’aperto del Teatro India ci hanno permesso di accogliere spettacoli di teatro, live performance di musica, circo e danza e un’esposizione di arte contemporanea. Grazie allo Spazio Rossellini della Regione Lazio invece abbiamo potuto salvare tutti i lavori performativi che non potevano adattarsi ad un ambiente outdoor: grazie ad una dotazione tecnica avanzata è stato quindi possibile trasmettere gli spettacoli in live streaming ad altissima qualità e li abbiamo promossi in un palinsesto digitale sui nostri canali social, insieme alla rassegna di cinema. Per il 2021 quindi ci baseremo su questa prima esperienza per portare avanti il lavoro: programmeremo un festival ibrido, a metà tra live performance e live streaming, per consentire comunque a tutti gli artisti di partecipare e al pubblico di fruire, anche a distanza, un esperienza di liveness.
Dal 7 gennaio si è aperto il bando di Dominio Pubblico. A chi si rivolge?
Il bando è rivolto ad artiste ed artisti con meno di 25 anni, desiderosi di mettersi alla prova nei campi dell’arte: dal teatro alla musica, danza arti performative e arti visive, cinema e altre proposte multimediali e multidisciplinari. Cerchiamo dalla Gen Z l’ispirazione per immaginare nuove forme e nuove proposte, offrendo in cambio due dei più importanti palcoscenici della capitale e un’esperienza professionale in grado di introdurre artisti molto giovani nel mondo del lavoro.
Chi sostiene il progetto? Da chi è patrocinato?
Dominio Pubblico è cresciuto negli anni grazie ad una fitta rete di partner istituzionali e non, che l’ha sostenuto promosso e rilanciato. Ma alla base l’impegno del Teatro di Roma, main partner del progetto dal 2015, ci ha permesso una crescita e una visibilità importanti mettendo a disposizione del festival i suoi spazi. Lo stesso ha fatto la Regione Lazio con ATCL, sostenendo il festival e mettendo a disposizione lo Spazio Rossellini, un polo multidisciplinare dove poter sperimentare nuove forme di interazione tra live performing art e ripresa e trasmissione digitale.
Quante sono le sezioni del Festival e come verranno articolate? Quali le location principali?
Ho risposto in parte nelle domande precedenti. Aggiungo solo che una delle caratteristiche principali del Festival Dominio Pubblico è quella di essere aperto a tutti gli ambiti artistici. Nel bando gli artisti troveranno tutte le indicazioni per iscriversi nelle diverse sezioni di teatro, danza, arti performative (anche urbane e site specific), musica, circo, arti visive (da intendersi come fotografia, pittura, street art, fumetto..) e cinema. Al momento dell’iscrizione sarà possibile scegliere anche se si vuole partecipare con un progetto live o digitale.
In tempo di crisi, le opportunità creative sono importanti e fondamentali: un pensiero sulla crisi che stiamo affrontando, per varie categorie di settore. Lo spettacolo, arte e cultura in generale, così come la musica e tutta la filiera, stanno affrontando una crisi enorme. Il progetto si rivolge alla creatività e alla condivisione di idee, progettualità, collaborazione. Quanto è importante in questo momento storico?
Fondamentale. I momenti di crisi sono importanti per rimettere al centro del pensiero artistico parole come “sperimentazione” e “ricerca” che forse, nel corso delle ultime decadi, avevano perso un po’ del loro valore. Ma in momenti come questi cercare di trasformare il tempo perduto in qualcosa di nuovo è invece una grande possibilità da cogliere. L’arte oggi ha bisogno di artisti che imparino a lavorare in sinergia anche a distanza e che siano in grado di interpretare i nuovi strumenti tecnologici come mezzi per interrogare la realtà. Ho molta fiducia nelle nuove generazioni che sapranno raccogliere l’esperienza di chi li ha preceduti e trasportarla verso il futuro.
(foto in evidenza di Manuela Giusto)