La politica locale, le elezioni a Roma, l’attivismo politico durante l’emergenza sanitaria e il Ddl Zan. Ne abbiamo parlato con Kevin Bernardini, segretario dei Giovani Democratici della Provincia di Roma da dicembre. Per il dirigente dei Gd il candidato giusto a Roma è Roberto Gualtieri, a Guidonia troppa distanza coi 5 stelle.
L’anno appena trascorso ha visto i Gd della Provincia di Roma rinnovare i propri organismi dirigenti. Come è stato assumere la segreteria in un momento così delicato, in piena emergenza sanitaria?
È stata una situazione un po’ surreale per tutte le federazioni che hanno dovuto svolgere i congressi. L’ho vissuta anche all’interno della segreteria di Guidonia Montecelio. In segreteria provinciale mi sono trovato a lavorare con dei ragazzi che avevano voglia di mettersi in gioco, siamo ripartiti dal territorio. Stiamo portando avanti tantissime iniziative che, chiaramente, riguardano principalmente i giovani. Si tratta di un lavoro anomalo rispetto a quello che eravamo abituati a fare, ma stiamo andando avanti grazie alle piattaforme e agli strumenti digitali.
Facciamo un passo indietro. Come ti sei avvicinato alla militanza politica, al Pd e ai Giovani Democratici?
La passione per la politica mi accompagna da sempre, ero abbastanza affascinato dall’attività amministrativa e ho sempre seguito le vicende del mio Comune. Nel 2014 poi ho deciso di partecipare attivamente e fare la tessera Gd, nel 2015 sono entrato a far parte operativamente sia della giovanile che del partito. Ha giocato un ruolo fondamentale l’attività del partito locale e di quello nazionale, all’epoca il Pd era al Governo e rimasi molto colpito dalle politiche attive dei governi Renzi e Gentiloni.
Vieni da Guidonia Montecelio, la terza città del Lazio. Il prossimo anno ci saranno le elezioni amministrative. Come giudichi l’operato della giunta Barbet? Dal tuo punto di vista è possibile un accordo tra il tuo partito e i 5 stelle che hanno amministrato la città in questi 4 anni?
Il giudizio sull’amministrazione Barbet è totalmente negativo. Non sono solo io a dirlo, il riscontro lo abbiamo direttamente dai cittadini. Questa giunta ha portato alla nostra città solo disservizi. Il M5S si era presentato proponendo un cambio radicale, in realtà in questi 4 anni ha rappresentato una continuità con il fallimento del centrodestra. In questo senso sarà molto complicato fare un’alleanza con loro. Nel corso dell’emergenza sanitaria non sono riusciti neanche a gestire adeguatamente i fondi regionali e nazionali. Ovviamente non chiudiamo il tavolo delle trattative a nessuno, tuttavia se il M5S vorrà sedersi dovrà dimostrare una totale discontinuità da questo operato.
Sono molti i Comuni che andranno al voto a ottobre, tra questi c’è Roma che esprimerà anche il nuovo sindaco metropolitano. Ritieni Gualtieri un candidato valido anche per quel tipo di carica?
Roberto Gualtieri è veramente una persona capace, l’ho sempre sostenuto. Lo abbiamo visto nell’ultima esperienza da ministro nel Governo Conte. Ciò che abbiamo ottenuto dall’Ue è principalmente merito suo. Io credo possa essere la persona giusta per amministrare un Comune difficile come Roma e anche la Città Metropolitana, anche per l’esperienza maturata al Parlamento Europeo e al Ministero dell’Economia.
Parliamo di lavoro. Qual è la situazione degli under 30 nella ex provincia di Roma? Cosa si può fare per stimolare il mercato del lavoro in questa porzione di territorio?
La situazione del lavoro non è molto confortante per quel che riguarda i giovani, nel nostro territorio c’è un alto tasso di disoccupazione giovanile e dobbiamo fare i conti con questa problematica. Ne abbiamo discusso al nostro interno e stiamo portando avanti una campagna di ascolto. L’intento è quello di dialogare con la Regione Lazio per trovare soluzioni politiche più soddisfacenti. Il lavoro della Regione fin qui è stato molto importante attraverso l’istituzione di bandi e sostegni all’imprenditoria giovanile. Probabilmente questi progetti devono essere valorizzati maggiormente. Il cambio di passo c’è stato, rispetto ai dati di qualche anno fa, ma bisogna ancora lavorarci.
Al centro dell’agenda del Pd di Enrico Letta al momento ci sono anche lo Ius soli e il voto ai sedicenni. Perché sono due priorità per il paese?
È un bene che siano state sollevate queste due questioni. Lo ius soli da sempre è stato al centro del dibattito nel Pd, dobbiamo riportarlo al centro dell’agenda di governo. Nel 2021 non possiamo rimanere con questa lacuna. Per quel che riguarda il voto ai sedicenni siamo abbastanza soddisfatti come Gd che il tema sia stato posto. In queste ultime settimane stiamo lavorando proprio su questo ambito per dar voce a chi è direttamente interessato. Allo stesso tempo credo che si debba parlare anche della riforma dell’elettorato attivo e passivo al Senato, bisogna colmare questo gap di rappresentanza all’interno del parlamento e nelle amministrazioni in generale. A fine maggio abbiamo in programma un’iniziativa in cui coinvolgeremo sindacati studenteschi, studenti, associazioni giovanili, giovani amministratori, magari invitando qualche membro della segreteria nazionale del Partito Democratico per mettere meglio a fuoco il tema.
È fermo in commissione al Senato il Ddl Zan. Il dibattito pubblico è molto acceso, cosa ne pensi anche dopo la polemica scatenata dall’intervento di Fedez durante il concertone del Primo Maggio?
Fedez sicuramente ha fatto bene a sottolineare l’importanza del Ddl Zan, ma questa è una battaglia che da sempre il Pd sta cercando di portare avanti all’interno del Parlamento. Bene anche la mobilitazione che c’è stata negli ultimi giorni, in molte piazze ci sono state delle manifestazioni a sostegno del Ddl. Il contrasto all’omofobia dovrebbe essere un obiettivo di tutte le forze politiche, un punto di unione e non di divisione. La speranza è che la buona politica riesca a portare a compimento l’iter per l’approvazione al più presto.