Una storia italiana, la storia di tutti. Se guardiamo indietro nelle nostre vite riusciamo a risalire ai nonni, forse ai bisnonni ma prima di loro chi c’era? Da chi abbiamo acquisito tratti predominanti del nostro aspetto e qual è la storia delle nostre origini? Daniela Raimondi con “La casa sull’argine” fa leva su questa curiosità che appartiene un po’ a tutti e ci ricama su la storia di una famiglia italiana.
Siamo nel 1800 a Stellata, piccolo paese emiliano a pochi chilometri dal Veneto e dalla Lombardia, qui la vita della famiglia Casadio sta per cambiare per sempre, a sconvolgere la loro rassicurante routine è una carovana di zingari che fa sosta in paese a causa del maltempo. È così che nasce l’amore tra Giacomo Casadio e Viollca, una zingara dedita alla cartomanzia e alla preveggenza, amore che vede il suo frutto con la nascita del piccolo Dollaro e con lui l’inizio di una nuova generazione.
La famiglia Casadio e il clan di Viollca fanno gran fatica ad andare d’accordo, usi e costumi diversi sono sottolineati tra l’altro da una lampante differenza fisica e caratteriale : capelli biondi, occhi chiari e una tendenza alla malinconia per i Casadio, capelli corvini, occhi scuri e un innato trasporto per tutto ciò che è magico per il clan di Viollca.
“Molti hanno gli occhi neri, la stessa espressione inquieta nello sguardo; altri gli occhi chiari e lo sguardo inconfondibile dei sognatori. Ma in ognuno vedo la stessa storia: una storia di terra”
A rendere il tutto più difficile è la profezia di quest’ultima che parla di sciagure che colpiranno la sua discendenza a causa di un matrimonio maledetto.
In questa difficile convivenza vediamo scorrere le vite dei protagonisti e dei loro posteri ma quello che davvero affascina è assistere alla storia italiana in sottofondo. La spedizione dei Mille, l’emigrazione all’estero, le guerre mondiali fino agli anni 70: momenti cardine della storia italiana fanno da sfondo alla storia dei Casadio. Una storia non tanto diversa da quella di tutti noi che abbiamo di certo tra i nostri antenati qualcuno costretto ad andare in America a cercar fortuna o qualcuno che ha vissuto l’esperienza della guerra. Ma Daniela Raimondi non si limita a consegnarci pagine di storia e affetti ma azzarda in un riuscito uso del realismo magico: defunti che fanno visita ai parenti, partite a carte con spiriti e sogni premonitori, elementi che rendono l’opera più dinamica e che fanno pensare alla Macondo di Gabriel Garcia Marquez o alla Casa degli spiriti dell’Allende.
“Per generazioni abbiamo provato a rinunciare ai sogni, lasciando perdere l’amore, la musica, l’intima gioia della creatività e della fantasia. Ma non c’era bisogno di un’antica favola di zingare e serpenti per capire che quella profezia era stata travisata: perché la felicità è fatta della stessa materia di cui son fatti i sogni e il male della vita, per tutti noi, non è stato correre dietro ai sogni, ma rinunciarvi”
Tra le pagine de “La casa sull’argine” incontriamo molte storie, alcune piccole, altre grandi, altre ancora di passaggio ma tutte contribuiscono a dare colore a un affresco di emozioni, dolori, crescita. E poi c’è la vita contadina che scandisce ritmi, custodisce misteri, ispira riti legati al ciclo della natura e dalla cui benevolenza dipende la vita di chi la ama e la cura. Un libro completo, una storia che non lascia nulla di irrisolto, nulla di eccessivo. Tutto è dove dovrebbe essere, in ordine come un album di fotografie o un baule della nonna e infondo è quella la sensazione che si ha sfogliando queste pagine :essere testimoni di qualcosa di prezioso, eredi di un passato che risiede nel colore dei nostri occhi o nella piega del sorriso.
Grazie per questa fsntastica e accurata recensione!