Vi ricordate i mattoncini colorati, coloratissimi, che ci hanno fatto sempre sognare e, per chi ha figli, continuare la passione attraverso i loro giochi? La Lego, storica casa di giochi, leader del mercato dei giocattoli e dei prodotti per l’infanzia, traccia la via maestra: apre una pista rivoluzionaria e innovativa con un annuncio a sorpresa “Via stereotipi di genere dai nostri giochi”. Si tolgono le etichette, per non alimentare stereotipi.
Giocare con i Lego fa bene ad ogni età e senza pregiudizi
Chi vi scrive, ha giocato con i Lego fin da bambina e non soltanto con mio fratello più piccolo: adoravo quella moltitudine di mattoncini e ogni volta che nel giorno della Befana arrivava una scatola in cucina, era una festa. Montavo i set ufficiali e poi mi divertivo a disfarli e a ricrearli seguendo il mio istinto, la mia fantasia. Una profonda emozione che condividevo con mio fratello. Cercavo di dare vita a immagini e a personaggi che mi piacevano, che “stuzzicavano” il mio interesse, mettendo insieme anche pezzi di scatole diverse. D’altra parte amavo anche altri giochi cosiddetti “maschili” – con un pregiudizio che da sempre ha separato le bambine dai bambini – ossia la pista delle automobiline da corsa. Poi, all’età di 13 anni circa smisi con i Lego, senza un reale motivo: un lungo black out creativo che è durato fino al mio diventare madre di un figlio. E così iniziai a cercare scatole di Lego per gli anni di asilo e scolari, i Duplo prima ed i classici dopo, fino a quando fui folgorata da una scatola di Lego Star Wars, un’astronave stellare. E tutto riprese da dove avevo lasciato: la passione, la voglia di costruire, una brace nascosta che ha ripreso ad ardere grazie proprio al giocare con mio figlio.
L’inclusività, un passaggio importante e storico: neutralità di genere
Proprio per tornare all’abbattimento dei pregiudizi di genere (finalmente non sentiremo più le deliziose frasi “ma che fai, giochi con i giochi dei maschi?”), lo storico annuncio che crediamo sia un apripista davvero importante. La Lego ha annunciato dunque la propria lotta contro gli stereotipi e i pregiudizi, agendo immediatamente su una lungimiranza sociale per giochi di condivisione su impulso dettato da uno studio relativo agli effetti sociali prodotti dai pregiudizi di genere, decidendo la rimozione di ogni “pregiudizio di genere e stereotipo dannoso” dai propri articoli di gioco e dalle campagne pubblicitarie. Questa storica decisione è stata comunicata lunedì 11 ottobre scorso dai vertici della società danese, in occasione della Giornata Internazionale del Coming Out ed è stata dettata da dati raccolti attraverso una ricerca commissionata dallo stesso colosso dei giochi.
Qualche dato e la decisione per giochi più “inclusivi”: Lego “genderless”
Per la ricerca commissionata da Lego sono stati intervistati più di 7.000 genitori e figli di età compresa tra 6 e 14 anni. Gli stereotipi di genere influenzerebbero dunque negativamente bambine e ragazze che – sempre secondo i risultati della ricerca – sono naturalmente propense a cimentarsi in sport o lavori tipici dell’altro sesso: per esempio, l’82% delle ragazze crede che sia giusto che bambine e adolescenti giochino a calcio e che i ragazzi si esercitino a ballare, rispetto a solo il 71% dei ragazzi. La ricerca ha anche scoperto che i Lego sono giudicati convenzionalmente “per ragazzi”, con il 59% dei genitori che afferma di incoraggiare i propri figli a costruire con i mattoncini prodotti dall’azienda danese, rispetto al 48% che incoraggia le figlie a giocare e quindi divertirsi con gli stessi giochi.
Da qui, il colosso del mercato dei giochi ha preso la storica decisione di rimuovere ogni traccia di stereotipo dai propri articoli e dalle proprie campagne di comunicazione, allo scopo di rendere il marchio Lego “ilpiù inclusivo possibile“. La grande azienda, per rafforzare l’obiettivo e la progettualità, ha annunciato che lavorerà in collaborazione con il Geena Davis Institute on Gender in Media e l’Unicef, in modo da “garantire che i prodotti e il marketing Lego siano accessibili a tutti e privi di pregiudizi di genere e stereotipi dannosi“.
Tante altre Aziende in queste ore seguono l’esempio Lego. Per esempio la Rizzoli Education, casa editrice di scolastica del Gruppo Mondadori, ha intrapreso in queste ore un percorso di sensibilizzazione con l’obiettivo di fornire al mondo della scuola modelli sempre più inclusivi. La Rizzoli si è infatti promotrice di una serie di azioni concrete sui libri di lettura ma anche scolastici che pongono un’attenzione sempre maggiore a tematiche sulla parità di genere; questo e molto di più al centro anche dell’Agenda 2030 (parità di genere, sviluppo sostenibile).
Un gioco è bello o brutto, creativo e non, divertente o meno ma il gioco è per tutti e tutte:
Una cosa bella, è una cosa bella e basta. Si incrementeranno tante nuove competenze con i Lego arcobaleno, e finalmente la creatività e fantasia saranno sviluppate senza pregiudizi per un futuro inclusivo e di condivisione. Con i Lego genderless, senza etichette, ogni gioco sarà possibile: niente sovrastrutture e piena libertà quando si tratta di fantasia, di costruire; attenzione e capacità di analisi, immaginazione senza etichette!
E le principesse? Beh, io ho sempre amato le streghe.