La crisi dello spettacolo, con i luoghi di cultura chiusi da più di un anno, continua inesorabile. Poche le boccate di ossigeno. Un gruppo di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della cultura – le famose maestranze, gli “invisibili” di cui parliamo ormai da molto tempo, ha occupato il Globe Theatre di Roma, luogo caro a Gigi Proietti che ne fu il direttore artistico e che volle questo spazio come simbolo della cultura nella Capitale.
Una azione di protesta, dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo, per chiedere una riforma strutturale della categoria e di un intero settore
Dopo più di un anno dal blocco degli spettacoli dal vivo, la rete dei lavoratori dello spettacolo e della cultura di Roma, chiede ufficialmente una riforma strutturale del settore. Una delle categorie più penalizzate dall’emergenza sanitaria e dalle normative sanitarie di restrizione imposte dal Governo, Conte prima e Draghi ora.
Le richieste al Governo
I lavoratori chiedono di rimettere al centro di tutto, la sicurezza contrattuale e fisica di chi lavora nella cultura, di rivedere il contratto nazionale, il sistema previdenziale, il riconoscimento giuridico delle categorie dei lavoratori dello spettacolo, la stabilizzazione dei precari, il sistema di accesso ai fondi pubblici. Una rivoluzione completa del settore – crisi resa evidente proprio dalla pandemia – per cui invitano il Ministro della Cultura Dario Franceschini a convocare il prima possibile un tavolo interminesteriale permanente con il Ministero della Cultura, dell’Economia e del Lavoro che coinvolga anche i movimenti di tutti, lavoratrici e lavoratori. Ricordiamo, tra le lavoratrici, anche le madri.
Alle spalle dei lavoratori, uno striscione con la scritta “A noi gli occhi, please”, che ricorda e riporta immediatamente allo spettacolo dell’indimenticato Gigi Proietti, che fu proprio direttore del Teatro. La voce delle lavoratrici e dei lavoratori “Tutto si sta svolgendo nel rispetto delle disposizioni sanitarie, tutte e tutti si sono sottoposti a tampone”, dicono gli occupanti. E ancora “Non vogliamo una riapertura senza sicurezza che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie. Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione”, sostengono a gran voce le maestranze dello spettacolo che sui social, sia Instagram che Facebook, hanno pubblicato una foto dell’occupazione di queste ultime ore. Nei prossimi giorni, all’interno del Globe Theatre, verranno organizzati tavoli tematici, assemblee, dibattiti e momenti di approfondimento e confronto a cui sarà possibile partecipare sia in presenza che in streaming.