Alla fine la battaglia è stata vinta e da ieri la Repubblica di San Marino è finalmente uscita dal cerchio, poco magico, delle nazioni in cui l’aborto è illegale. Ne abbiamo parlato proprio dalle colonne di Point, abbiamo raccontato il lavoro, per alcuni versi fuori dal tempo, portato avanti con costanza e caparbietà dall’Unione Donne Sammarinesi, che alla fine hanno tessuto la tela con cui ci auguriamo venga coperta, ma non dimenticata, questa lunga stagione oscurantista che vedeva la volontà di una donna piegata da una legge anacronistica. Ieri sera si è tenuto lo spoglio delle votazioni che ha visto il “sì” vincere con il 77,30% dei voti, un numero che testimonia la volontà da parte delle cittadine e cittadini del piccolo stato incastonato nel Bel Paese, di emanciparsi definitivamente da un sistema lontano anni luce dai tempi in cui viviamo. A recarsi alle urne in totale sono stati quasi 15mila elettori, dato che fissa l’affluenza al 41,11, in linea con le consultazioni precedenti. Chiaramente ora l’iter dovrà essere portato a compimento con una nuova legge che prenderà il posto di quella attuale che prevedeva la possibilità di condanne da 3 a 6 anni, costringendo le sammarinesi a recarsi fuori dal confine per esercitare la libertà di intervento sul proprio corpo. Nel mondo l’aborto resta illegale in Andorra, Malta e Città del Vaticano.